Inflazione USA al 4%? La previsione che i mercati sottovalutano

Violetta Silvestri

21/04/2021

25/10/2022 - 12:04

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L’inflazione resta in primo piano nelle osservazioni degli analisti. L’impennata dei prezzi al consumo è possibile entro il 2022 e i mercati stanno sottovalutando il fenomeno: l’ipotesi.

Inflazione USA al 4%? La previsione che i mercati sottovalutano

Inflazione: quale direzione prenderanno i prezzi al consumo nel breve-medio periodo?

La questione continua a incalzare i mercati, nonostante il Covid con la sua incertezza sia la maggiore leva degli asset al momento.

Sul tema dei prezzi al consumo, un numero crescente di strateghi ritiene che gli investitori stiano sottovalutando le prospettive di rialzo inflazionistico.

David Roche, presidente della società di investimenti Independent Strategy, è tra questi. La sua previsione fa tremare: cosa stima per l’inflazione USA?

Inflazione USA al 4%: la previsione

Intervistato alla CNBC, l’esperto Roche ha dichiarato di aspettarsi un rialzo maggiore del tasso di inflazione degli Stati Uniti, che si attestava al 2,6% a marzo rispetto a un anno fa.

Lo scenario disegnato è stato il seguente:

“La mia opinione è che vedremo un’inflazione probabilmente del 3 o 4% entro la metà del prossimo anno e questo è completamente incoerente con, ad esempio, i rendimenti delle obbligazioni statunitensi a 10 anni all’1,6%. Quel rendimento potrebbe facilmente raddoppiare e quando lo farà, arriverai al punto critico che i mercati sperimenteranno”

I motivi di tale previsione? L’analista li ha spiegati sottolineando che la crescita pos-Covid pomperà la domanda dei consumatori e dunque anche i prezzi.

Inoltre, i sostegni enormi dello Stato non potranno esserci per sempre. Di conseguenza, ci sarà meno efficienza che si tradurrà in più inflazione.

Cosa aspettarsi sui prezzi al consumo?

L’aumento dell’inflazione è una delle maggiori preoccupazioni che il mercato deve affrontare in questo momento, poiché i prezzi elevati potrebbero influire sui valori delle attività e sui margini aziendali e limitare il potere d’acquisto dei consumatori.

I funzionari della Federal Reserve stanno tenendo d’occhio il tasso di inflazione (gli ultimi dati mostrano che l’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,6% a marzo rispetto al mese precedente e del 2,6% rispetto a un anno fa) ma ritengono che il rialzo sia transitorio. Dicono di avere strumenti, come l’aumento dei tassi di interesse, per combatterlo se diventa un problema.

Secondo Roche e altri analisti, però, la teoria degli incrementi temporanei sta facendo sottovalutare la questione, con il rischio che l’aumento dei prezzi diventi a lungo termine.

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