IRPEF: calcolo, scaglioni, aliquote e chi deve pagarla

Francesco Oliva

12 Settembre 2017 - 16:49

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Scaglioni e aliquote Irpef 2017: ecco tutto quello che c’è da sapere per i dipendenti pubblici e privati. Istruzioni per il calcolo online e la dichiarazione dei redditi.

IRPEF: calcolo, scaglioni, aliquote e chi deve pagarla

Aliquote e scaglioni IRPEF 2017: ecco tutte le istruzioni per il calcolo e la dichiarazione dei redditi relative all’imposta sul reddito delle persone fisiche.

L’Irpef è l’imposta applicata ai redditi delle persone fisiche. Si tratta di un’imposta progressiva proprio perché si calcola sulla base di cinque aliquote che vanno dal 23% al 43% applicate su redditi percepiti nel corso dell’anno.

Le retribuzioni e i vari compensi corrisposti ai lavoratori dipendenti sono soggetti a tassazione Irpef, che viene operata dal datore di lavoro quale sostituto d’imposta, mediante l’applicazione di determinate aliquote, applicate sulla base di diversi scaglioni di riferimento, alle quali vanno ad aggiungersi anche le addizionali comunali e regionali.

Anche per il 2017 è prevista la detassazione totale dei redditi fino all’importo di 8.174,00 euro, la cosiddetta no tax area.

La progressività dell’Irpef prevede che l’imposta aumenti in modo proporzionale all’incremento del reddito, nel rispetto dei principi costituzionali di capacità contributiva e progressività sanciti dall’articolo 53 della Costituzione italiana.

Questo è il motivo per cui aliquote e scaglioni Irpef 2017 sono fissate secondo un ordine di misura con crescita più che proporzionale rispetto alla crescita del reddito.

Di seguito una guida pratica al calcolo dell’Irpef con scaglioni e aliquote previste per il 2017.

Aliquote e scaglioni Irpef 2017

Perché prevedere un sistema di aliquote e scaglioni Irpef per il 2017?
La motivazione fondamentale è dare piena attuazione al principio di progressività dell’imposizione fiscale prevista dalla nostra Costituzione.

Ecco tabella con aliquote e scaglioni Irpef previsti per il 2017:

Scaglioni di reddito annuo Aliquote Irpef 2017
Da reddito 0 a 15.000 euro 23%
Da 15.001 a 28.000 euro 27%
Da 28.001 a 55.000 euro 38%
Da 55.000 a 75.000 euro 41%
Da 75.000 euro 43%

La tassazione sul reddito delle persone fisiche per aliquote e scaglioni prevede che per i contribuenti con reddito fino a 15.000 euro il totale dell’Irpef dovuta sarà pari a 3.450 euro.

A partire dal secondo scaglione Irpef, l’aliquota superiore si applica soltanto alla parte di reddito eccedente: ad esempio, in caso di reddito di 18.000 euro, l’aliquota del 27% del secondo scaglione si applicherà soltanto per la parte eccedente i 15.000 euro.

Calcolo Irpef, scaglioni e aliquote 2017: come si passa dallo stipendio lordo allo stipendio netto in busta paga?

Per effettuare il calcolo dell’Irpef per passare dallo stipendio lordo allo stipendio netto in busta paga occorre procedere secondo i seguenti step:

  • determinare il reddito mensile, facendo concorrere alla sua formazione:
    • lo stipendio del periodo considerato, al netto dei contributi INPS a carico del lavoratore;
    • le indennità di trasferta (le relative diarie sono imponibili per la parte che eccede determinati importi giornalieri, differenziati a seconda che si tratti di trasferte in Italia o all’estero);
    • la parte imponibile delle indennità e degli assegni vari (esclusi quelli per il nucleo familiare).
  • sottrarre dal reddito mensile così ottenuto gli oneri deducibili (ad esempio l’assegno al coniuge separato corrisposto direttamente dal datore di lavoro) ottenendo così l’imponibile fiscale;
  • applicare all’imponibile fiscale così ottenuto le aliquote Irpef previste dalla normativa vigente a seconda dello scaglione di reddito in cui ci si viene a trovare, ottenendo così l’imposta lorda;
  • sottrarre, infine, le detrazioni fiscali Irpef previste dalla legge per tenere conto dell’effettiva capacità contributiva del lavoratore (ad esempio le detrazioni per carichi di famiglia e/o le detrazioni fiscali per spese sanitarie). Si ottiene così l’imposta netta che, sottratta allo stipendio lordo, ci consente di ottenere lo stipendio netto.

L’Irpef trattenuta ogni mese dal datore di lavoro è una ritenuta d’acconto sul reddito conseguito ed appartenente allo scaglione di reddito di riferimento.

Di conseguenza, ogni anno al momento dell’elaborazione del modello 730, oppure in caso di cessazione del rapporto di lavoro, devono essere effettuati i necessari conguagli.

Addizionali Irpef comunali e regionali 2017

Alla tassazione Irpef che abbiamo visto sopra si aggiungono le addizionali comunali e regionali che ogni contribuente verserà in favore dell’Ente Locale di residenza.

Sono le regioni a stabilire le aliquote dell’addizionale Irpef, la quale non potrà superare il limite del 3,3%; proprio per questo dipendenti di una stessa azienda possono trovarsi a pagare l’imposta in misura diversa.

Ecco quali sono le addizionali regionali Irpef 2017:

Regione% min.% max.Note
Abruzzo 1,73% per qualunque reddito
Basilicata 1,23% 2,33% – fino a 15000.00 euro, 1,23% – oltre 15000.00 e fino a 28000.00 euro, 1,23% – oltre 28000.00 e fino a 55000.00 euro, 1,23% – oltre 55000.00 e fino a 75000.00 euro, 1,73% – oltre 75000.00 euro, 2,33%
Calabria 1,73% per qualunque reddito
Campania 2,03% per qualunque reddito
Emilia-Romagna 1,33% 2,33% – fino a 15000.00 euro, 1,33 – oltre 15000.00 e fino a 28000.00 euro, 1,93% – oltre 28000.00 e fino a 55000.00 euro, 2,03% – oltre 55000.00 e fino a 75000.00 euro, 2,23% – oltre 75000.00 euro, 2,33%
Friuli Venezia-Giulia 0,70% 1,23% fino a 15000.00 euro, 0,70% – oltre 75000.00 euro, 1,23% – oltre 55000.00 e fino a 75000.00 euro, 1,23% – oltre 15000.00 e fino a 28000.00 euro, 1,23% – oltre 28000.00 e fino a 55000.00 euro, 1,23%
Lazio 1,73% 3,33% – fino a 15000.00 euro, 1,73% – oltre 75000.00 euro, 3,33% – oltre 55000.00 e fino a 75000.00 euro, 3,33% – oltre 15000.00 e fino a 28000.00 euro, 3,33% – oltre 28000.00 e fino a 55000.00 euro, 3,33%
Liguria 1,23% 2,33% – fino a 15000.00 euro, 1,23% – oltre 15000.00 e fino a 28000.00 euro, 1,81% – oltre 28000.00 e fino a 55000.00 euro, 2,31% – oltre 55000.00 e fino a 75000.00 euro, 2,32% – oltre 75000.00 euro, 2,33%
Lombardia 1,23% 1,74% – fino a 15000.00 euro, 1,23% – oltre 15000.00 e fino a 28000.00 euro, 1,58% – oltre 28000.00 e fino a 55000.00 euro, 1,72% – oltre 55000.00 e fino a 75000.00 euro, 1,73% – oltre 75000.00 euro, 1,74%
Marche 1,23% 1,73% – fino a 15000.00 euro, 1,23% – oltre 15000.00 e fino a 28000.00 euro, 1,53% – oltre 28000.00 e fino a 55000.00 euro, 1,70% – oltre 55000.00 e fino a 75000.00 euro, 1,72% – oltre 75000.00 euro, 1,73%
Molise 1,73% 2,33% – fino a 15000.00 euro, 1,73% – oltre 15000.00 e fino a 28000.00 euro, 1,93% – oltre 28000.00 e fino a 55000.00 euro, 2,13% – oltre 55000.00 e fino a 75000.00 euro, 2,23% – oltre 75000.00 euro, 2,33%
Piemonte 1,62% 3,33% – fino a 15000.00 euro, 1,62% – oltre 15000.00 e fino a 28000.00 euro, 2,13% – oltre 28000.00 e fino a 55000.00 euro, 2,75% – oltre 55000.00 e fino a 75000.00 euro, 3,32% – oltre 75000.00 euro, 3,33%
Puglia 1,33% 1,73% – fino a 15000.00 euro, 1,33% – oltre 15000.00 e fino a 28000.00 euro, 1,43% – oltre 28000.00 e fino a 55000.00 euro, 1,71% – oltre 55000.00 e fino a 75000.00 euro, 1,72% – oltre 75000.00 euro, 1,73%
Sardegna 1,23% per qualunque reddito
Sicilia 1,73% per qualunque reddito
Toscana 1,42% 1,73% – fino a 15000.00 euro, 1,42% – oltre 15000.00 e fino a 28000.00 euro, 1,43% – oltre 28000.00 e fino a 55000.00 euro, 1,68% – oltre 55000.00 e fino a 75000.00 euro, 1,72% – oltre 75000.00 euro, 1,73%
Umbria 1,23% 1,83% – fino a 15000.00 euro, 1,23% – oltre 15000.00 e fino a 28000.00 euro, 1,63% – oltre 28000.00 e fino a 55000.00 euro, 1,68% – oltre 55000.00 e fino a 75000.00 euro, 1,73% – oltre 75000.00 euro, 1,83%
Valle d’Aosta 1,23% per qualunque reddito
Veneto 1,23% per qualunque reddito
Trento 1,23% per qualunque reddito
Bolzano 1,23% per qualunque reddito


L’addizionale comunale viene invece stabilita dal Comune, con aliquota non superiore allo 0,8%, tranne che per entità diverse, debitamente previste dalla legge (un caso è Roma Capitale che può beneficiare dello 0,9%).

Calcolo IRPEF, scaglioni e aliquote 2017: un esempio numerico

Immaginiamo di dover procedere al calcolo Irpef per il Signor Bianchi che nel 2016 produce un reddito pari ad euro 25.000.

Per semplicità non teniamo in considerazione eventuali altre indennità e/o assegni. Occorre in primo luogo verificare a quali scaglioni di reddito appartenga il contribuente e, di conseguenza, quali aliquote occorra applicare.

Per il calcolo Irpef dovremo quindi procedere come segue:

  • sul primo scaglione di reddito, ovvero 15.000 euro, dovremo applicare l’aliquota del 23% per un imposta Irpef totale di euro 3.450;
  • sul secondo scaglione di reddito, ovvero i 10.000 euro che stanno al di sopra dei 15.000, si applicherà l’aliquota Irpef del 27%, per un’imposta totale Irpef pari ad euro 2.700.

Il Signor Bianchi, quindi, si troverà a dover pagare 6.150 euro di Irpef per il periodo d’imposta considerato.

Guida alle agevolazioni Irpef: meglio deduzioni o detrazioni?

A molti contribuenti che si cimentano nella predisposizione (o semplicemente nella lettura) della propria dichiarazione dei redditi sarà capitato di chiedersi quale sia la logica dietro al sistema delle deduzioni e detrazioni fiscali ai fini Irpef.

Lasciando da parte le considerazioni economiche relative agli effetti che il sistema delle deduzioni e detrazioni fiscali ai fini Irpef produce sul bilancio dello Stato, cerchiamo di soffermarci sulla seguente questione: chi ci guadagna e a chi convengono le deduzioni e le detrazioni fiscali ai fini Irpef?

Le deduzioni fiscali sono agevolazioni che operano direttamente sul reddito imponibile; le detrazioni fiscali, invece, operano direttamente sull’imposta.

Il sistema delle deduzioni e detrazioni fiscali Irpef è disciplinato dal TUIR.

I contribuenti si chiedono: sono meglio le deduzioni o le detrazioni fiscali ai fini Irpef?

In linea generale le deduzioni fiscali favoriscono i redditi più bassi in relazione al sistema delle addizionali Irpef comunali e regionali. Ciò accade poiché le aliquote Irpef sulle addizionali comunali e regionali non sono progressive (come avviene per quelle ordinarie) ma fisse e variabili a seconda del Comune e della Regione di residenza.

D’altra parte, le detrazioni fiscali tendono a favorire i redditi alti poiché non distinguono il carico fiscale sulla base della capacità contributiva ma favoriscono tutte le fasce di reddito in misura analoga.

Bonus Irpef di 80 euro: chi ne ha diritto?

Il bonus Irpef di 80 euro, meglio conosciuto come bonus Renzi, è riconosciuto automaticamente a tutti i lavoratori dipendenti che non superano il reddito di 26.000 euro.

Nel dettaglio, i lavoratori con redditi fino a 24.000 euro hanno diritto a beneficiare del bonus Irpef in misura piena (pari dunque ad 80 euro per 12 mensilità). Per i redditi che superano la soglia di 24.000 euro e fino a 26.000 euro il beneficio è calcolato in modalità progressiva fino ad azzerarsi una volta raggiunto il limite massimo.

Per approfondire leggi anche -> Bonus 80 euro Renzi 2017: come funziona, limiti e restituzione

Irpef sui redditi prodotti in forma associata

Per alcune imprese che non hanno soggettività passiva Irpef e non sono ricompresi tra i soggetti passivi IRES il legislatore fiscale ha previsto il principio di trasparenza.

Cos’è il principio di trasparenza ai fini della tassazione Irpef?

Il principio di trasparenza ai fini della tassazione Irpef consiste nel considerare il reddito prodotto dalla società, ai fini fiscali, come reddito del socio, al fine di evitare fenomeni di doppia imposizione economica.

Il principio di trasparenza fiscale ai fini della tassazione Irpef si applica alle Società Semplici, alle Società in nome collettivo, alle Società in accomandita Semplice residenti nel territorio dello Stato, nonché ad altre realtà societarie, equiparate fiscalmente alle società di persone, quali le società di armamento, la società di fatto e l’associazione fra professionisti.

Il riferimento normativo è l’articolo 5 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi.

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