IPTV: rischi, multe per chi viene beccato e come ti scoprono

Fiammetta Rubini

19 Febbraio 2020 - 11:38

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Abbonarsi a una IPTV è reato, e chi viene beccato rischia multe fino a 25.000 euro e carcere fino a 8 anni. Essere scoperti non è difficile: la polizia può risalire agli indirizzi IP e alle carte di credito usate per il pagamento.

IPTV: rischi, multe per chi viene beccato e come ti scoprono

Le IPTV hanno le ore contate. Per la prima volta in Italia sono state identificate e denunciate 223 persone abbonate a TV pirata per guardare partite, film e serie senza pagare il vero abbonamento a Sky, Netflix o DAZN.

Da tempo le autorità cercano di contrastare questo fenomeno, sempre più diffuso. Pensiamo al recente sequestro del famoso portale Xtream Codes, che si è aggiunto alla già lunga lista di IPTV bloccate.

Non è una novità che l’utilizzo delle IPTV per accedere ai contenuti delle pay tv pagando pochi euro al mese sia reato; nonostante ciò in Italia 5 milioni di persone usano le IPTV e il cosiddetto “Sky pezzotto”, spesso ignorando le conseguenze cui si espongono. “Tutti loro rischiano guai con la giustizia”, ha spiegato il colonnello Giovanni Reccia, comandante del Nucleo speciale tutela della privacy e frode tecnologica. Gli investigatori possono infatti risalire agli utenti attraverso il tracking dell’indirizzo IP del dispositivo collegato a internet per guardare il “pezzotto” e le carte con cui sono stati effettuati i pagamenti.

Ora che stiamo assistendo a una stretta senza precedenti sulle TV illegali, le pene per chi usa IPTV si sono fatte più severe. Ecco cosa si rischia se si viene beccati dalla Guardia di finanza (e in che modo si viene scoperti).

IPTV: 223 utenti scoperti, ma GdF a caccia di altri abbonati

La Guardia di Finanza ha oggi diffuso un comunicato stampa con cui dà notizia della denuncia all’Autorità giudiziaria competente di 223 persone che hanno acquistato abbonamenti pirata per accedere ai canali di pagamento per guardare eventi sportivi, serie TV e film. Questi utenti sono responsabili di reato di ricettazione e in caso di condanna è prevista la confisca di televisore, computer e smartphone. Le indagini, ancora in corso, sono volte a individuare la centrale di trasmissione dei segnali illegali e i soggetti coinvolti nell’organizzazione composta da decine di reseller e centinaia di clienti. “Questi, acquistando gli abbonamenti TV pirata” - spiega la GdF, “non solo fruiscono illegalmente della visione di eventi sportivi e altri contenuti audiovisivi, oltre ai palinsesti televisivi pay per view violando il diritto d’autore, ma alimentano il circuito criminale”.

IPTV: rischi e pene per chi viene scoperto

Se a chi trasmette IPTV e codici di accesso, oltre alla violazione del diritto d’autore viene contestato anche il reato di frode informatica, chi acquista file m3u per IPTV e viene beccato a utilizzare il servizio rischia una sanzione penale oltre al risarcimento da corrispondere alla pay-tv violata.

Pertanto sia chi vende e/o trasmette il servizio, sia chi si abbona a una IPTV è colpevole di reato. La violazione del diritto d’autore, delitto contestato anche all’utente finale, viene punita con una sanzione pecunaria che va dai 2.582 euro ai 25.822 euro, più il carcere da un minimo di 6 mesi fino a 3 anni.

La Corte di Cassazione ha infatti stabilito che anche chi usufruisce di IPTV illegali per guardare le trasmissioni a pagamento rischia una condanna penale. E per essere colpevoli non conta il mezzo attraverso cui si guarda la IPTV (Card Sharing, IPTV, tv-box o decoder), ma l’attività fraudolenta in sé. È quindi sufficiente possedere le chiavi di accesso pirata o l’indirizzo IP che trasmette i contenuti video per dimostrare la finalità fraudolenta del mancato pagamento del canone.

Ora, nel caso specifico dei 223 utenti denunciati e di tutti gli altri indagati, il reato contestato è quello di ricettazione. La condanna prevede arresto e multa salata: reclusione fino a 8 anni e una sanzione di 25.000 euro, oltre le spese legali.

IPTV: come fanno a beccarti?

Chi usa IPTV, così come chi guarda siti di streaming illegali, ha una scarsa percezione del pericolo. L’idea diffusa è che sia impossibile essere scoperti. In verità non è così.

In linea generale, il flusso dati generato dalla trasmissione delle IPTV è facilmente tracciabile dalla polizia, e se finora non si è stati beccati è stato solo per fortuna e perché non vi è stata la possibilità/volontà di intervenire.

Succede che quando si attivano operazioni contro le IPTV illegali e si sequestrano portali e dispositivi, le forze dell’ordine entrano in possesso anche degli IP degli utenti che accedevano alle trasmissioni illegalmente.

È la stessa Guardia di Finanza a spiegare come viene beccato chi usa una IPTV. Acquistando questa tipologia di abbonamento, il fruitore si trova a condividere con vere e proprie reti criminali i propri dati personali, inclusi quelli anagrafici e bancari, lasciando pertanto traccia delle attività illecite effettuate.

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