Guerra e mercati: cosa succederà alle azioni globali? La parola degli esperti

Violetta Silvestri

26 Febbraio 2022 - 14:50

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Ci sarà uno shock al ribasso per le azioni globali? La guerra in Ucraina sta interrogando investitori ed esperti sugli effetti del conflitto in corso sugli indici azionari. Cosa aspettarsi?

Guerra e mercati: cosa succederà alle azioni globali? La parola degli esperti

I mercati finanziari viaggiano altalenanti in questi giorni di guerra: cosa aspettarsi con il conflitto in Ucraina nelle Borse mondiali? Le azioni sono destinate a toccare nuovi minimi?

Analisti e trader si interrogano su questi quesiti, mettendo in evidenza, comunque, che i mercati hanno subito un tonfo il giorno dell’invasione russa per poi risalire nei guadagni, incalzati da sanzioni non catastrofiche e spiragli, in realtà flebili, di dialogo diplomatico.

Cosa bisogna aspettarsi per le azioni globali in questo clima incerto per la politica internazionale e con una guerra in corso? Alcune considerazioni da parte di esperti.

Guerra e azioni globali: è stato toccato il fondo?

Un’analisi su Marketwatch di Marco Hulbert cerca di analizzare quanto accaduto e potrebbe accadere sui mercati USA.

C’è una narrativa, spiega l’esperto, secondo la quale il minimo per gli indici USA è stato già toccato in questa situazione del conflitto Russia-Ucraina e che le azioni si riprendono rapidamente dalle crisi geopolitiche.

Una riflessione, sempre di MarkeWatch, ha sottolineato:

“Nonostante la volatilità a breve termine sulla scia degli eventi geopolitici negli ultimi tre decenni, che vanno dagli attacchi terroristici all’inizio delle guerre, le azioni hanno avuto la tendenza a riprendersi in modo relativamente rapido, … con un’impennata del 4,6% in media nei sei mesi successivi a tali crisi risalenti al 1990 e in aumento dell’81% delle volte.”

Tuttavia, questa definizione rischia di non essere esaustiva. Con un grafico, l’esperto evidenzia sei grandi eventi geopolitici dal 1941 che hanno comportato invasioni militari e/o minacce alla sovranità nazionale. Il grafico traccia l’S&P 500 nei sei mesi successivi alla conclusione di tali crisi. In tre di questi sei casi, le azioni statunitensi dovevano ancora riprendersi.

S&P 500 e crisi S&P 500 e crisi

Cosa avverrà con la guerra ucraina, che sta diventando sempre più incerta? Il punto, secondo l’analisi, è che possono trascorrere settimane o mesi dopo una crisi prima che il mercato tocchi il minimo. La media di tutte e sei le crisi nel grafico è di 60 giorni di negoziazione, circa tre mesi. In nessuna crisi passata il mercato ha toccato il minimo il giorno dell’invasione o dell’attacco.

Gli analisti non sbagliano nel sottolineare che il mercato spesso registra un minimo diverse settimane dopo una crisi geopolitica.

Azioni europee nel mirino: stime al ribasso

L’Europa è osservata speciale in questo contesto di guerra in Ucraina. Realisticamente, è più vulnerabile degli USA al conflitto, anche per quanto riguarda gli asset di rischio.

Gli strateghi di Wall Street stanno tagliando le loro previsioni sulle azioni europee temendo che la guerra in Ucraina danneggerà la crescita economica, mentre gli investitori prelevano denaro dal mercato azionario della regione al ritmo più veloce degli ultimi tre mesi.

“L’aumento dei prezzi dell’energia probabilmente farà aumentare ulteriormente l’inflazione e qualsiasi restrizione o interruzione della fornitura di energia, in particolare di gas, in Europa avrebbe anche implicazioni per la produzione e il PIL”: così si è espressa una nota di Goldman Sachs. Con il conflitto, secondo gli analisti, l’avversione al rischio subirà colpi e l’impatto sul mix crescita/inflazione si farà sentire, quindi i target vengono abbassati.

Gli strateghi hanno rivisto il loro obiettivo a 12 mesi per l’indice Europe Stoxx 600 a 490 punti da 530 e la loro aspettativa per l’indice blue chip Euro Stoxx 50 a 4.300 da 4.800, aumentando al contempo le loro previsioni per l’indice FTSE 100 del Regno Unito a 8.100 da 7.900.

Bank of America, che è stata persistentemente ribassista sui titoli europei, ha tagliato il suo obiettivo per lo Stoxx 600 a 410 da 430. Ciò implica un ulteriore calo del 6,6% dalla chiusura di giovedì, che era già di oltre il 10% inferiore ai massimi storici raggiunto a gennaio.

I declassamenti evidenziano le mutevoli fortune per le azioni europee, che hanno iniziato l’anno con le aspettative degli strateghi di estendere il loro rally post-pandemia e battere le controparti statunitensi nel mezzo di una rotazione globale verso i cosiddetti titoli value più economici.

Quella sovraperformance, alimentata dai timori che l’inasprimento della politica monetaria danneggerà più duramente i big della tecnologia statunitense, è stata quasi spazzata via dalla chiusura di giovedì 24 febbraio, quando lo Stoxx 600 ha registrato una correzione tecnica.

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