Green pass al lavoro: cosa succederà dopo che l’obbligo verrà eliminato?

Simone Micocci

21/10/2021

21/10/2021 - 10:37

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Con l’addio al green pass obbligatorio per poter lavorare i dipendenti no pass potranno ritornare sul posto di lavoro. Ma bisognerà fare attenzione a qualsiasi tipo di discriminazione.

Green pass al lavoro: cosa succederà dopo che l’obbligo verrà eliminato?

C’è chi sottovaluta le conseguenze dell’obbligo del green pass al lavoro.

Si parla di misura momentanea, e il Governo ha specificato che non ci dovranno essere sanzioni per coloro che non si presentano al lavoro in quanto sprovvisti della certificazione. Tuttavia, questo potrebbe non bastare per evitare spiacevoli conseguenze una volta che un tale obbligo verrà meno, insieme al divieto di licenziamento (anche se in alcuni casi il lavoro si può comunque perdere).

Già oggi non mancano notizie di datori di lavoro che discriminano i dipendenti con green pass ma senza vaccino - si pensi al caso scoppiato in queste ore di quell’azienda del Nord Italia che ha messo i dipendenti solo “tamponati” a lavorare all’interno di un deposito dismesso - figuriamoci cosa potrebbe succedere una volta che verrà meno il divieto di sanzionare gli assenti ingiustificati.

Le conseguenze possono essere diverse ed è bene metterle in risalto così da fare chiarezza su cosa potrebbe succedere una volta che l’obbligo della certificazione verrà superato.

Quando il green pass al lavoro non sarà più obbligatorio

Partiamo dal rispondere alla domanda che molti si fanno, ossia da quando il green pass al lavoro non sarà più obbligatorio. Il Decreto Legge del 21 settembre 2021, n. 127, stabilisce che l’obbligo vale fino alla scadenza dello stato di emergenza, fissata al 31 dicembre di quest’anno.

Tutto lascia pensare, quindi, che dal 1° gennaio 2022 potrà esserci un ritorno al lavoro senza obbligo di certificazione, anche se comunque ci sono gli estremi per la proroga dello stato di emergenza per un altro mese, quindi fino al 31 gennaio 2022.

Al massimo, dunque, dal 1° febbraio 2022 ci sarà un ritorno alla normalità, senza necessità di dover mostrare il green pass per poter essere ammessi sul posto di lavoro.

Cosa succederà dopo che il green pass non sarà più obbligatorio

Tutti gli assenti ingiustificati, ossia coloro che in questi mesi non si sono recati al lavoro in quanto sprovvisti di certificazione, potranno fare ritorno sul posto di lavoro.

Ma che ritorno sarà? Sicuramente in alcuni casi ci sarà la perdita di fiducia da parte del datore di lavoro, gli equilibri interni inevitabilmente saranno saltati.

E in quel caso verrà meno anche il divieto di licenziamento e non è da escludere che l’azienda ne approfitti per liberarsi di quei lavoratori che appunto sono rimasti a casa. Ovviamente il licenziamento non potrebbe essere giustificato da una tale motivazione, ma trovare un escamotage non dovrebbe comunque essere complicato. Basti pensare al licenziamento per motivi economici: in questo particolare periodo storico potrebbe non essere complicato dimostrare di aver avuto un calo del fatturato tale da far scattare una riorganizzazione aziendale.

Ancora peggio andrà a coloro che hanno un contratto a tempo determinato, in scadenza il prossimo anno: siamo sicuri che ci saranno aziende disposte ad assumere a tempo indeterminato, o anche solo a rinnovare il contratto per qualche altro mese, a coloro che in queste settimane sono rimasti a casa in quanto sprovvisti di green pass? Difficile, anche se ovviamente non possiamo generalizzare.

E attenzione poi ai casi di demansionamento.

Insomma, bisogna prendere atto di queste possibili ripercussioni e intervenire laddove possibile. Difficile si possa fare qualcosa per evitare che i contratti a tempo determinato non vengano rinnovati a quei lavoratori che sono stati assenti ingiustificati, ma bisognerà stare attenti sui licenziamenti dei lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato. Insomma, servirà evitare qualsiasi tipo di discriminazione.

Ovviamente da parte del lavoratore vi è sempre la possibilità di contestazione, ma sappiamo che il reintegro è sempre complicato (e spesso ci si limita a un indennizzo) se non altro per il venir meno del rapporto di fiducia tra le parti.

Le conseguenze dell’assenza ingiustificata

Ricordiamo poi che queste settimane di assenza ingiustificata avranno ripercussioni anche sul monte ferie e permessi. Nei giorni in cui non si va al lavoro perché senza green pass, infatti, non si maturano i giorni di ferie e permessi, e inoltre ci sono ripercussioni anche sull’anzianità di servizio.

E ancora: nei periodi dell’assenza ingiustificata non vi è copertura contributiva, dunque questi non verranno considerati ai fini della pensione futura.

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