Green Economy, il pane diventa birra grazie alla scoperta di Biova

Martino Grassi

2 Maggio 2021 - 12:55

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Biova Project è una startup innovativa impegnata nella green economy il cui obiettivo è quello di combattere gli sprechi alimentari producendo birra dal pane rimasto invenduto, senza sprecarne nemmeno una briciola.

Ogni giorno in Italia vengono buttati circa 13.000 quintali di pane, una cifra decisamente troppo alta. Proprio per questo motivo nasce Biova una startup torinese che si occupa di economia circolare producendo nuovo valore dalle eccedenze alimentari. Il progetto sostenibile di Biova è molto ambizioso: produrre birra dal pane avanzato.

Grazie ad accordi con bar, ristoranti e panifici Biova ha recuperato già 1 tonnellata di pane avanzato sfruttando l’economia circolare. Per ogni cotta di birra vengono recuperati circa 100 chili di pane, riducendo enormemente la quantità di materie prime necessarie per produrre birra

Green Economy, il pane diventa birra grazie alla scoperta di Biova

L’obiettivo di Biova è ridurre gli sprechi attuando una economia circolare. Il progetto avviato da pochissimo tempo sta avendo ottimi riscontri tanto che la birra Biova è già arrivata in alcune delle principali città come Milano, Torino e Bologna e in breve tempo potrebbe espandersi ancora di più. L’idea nasce da Emanuela Barbano e Franco Dipietro due ex professionisti nel campo della pubblicità e della comunicazione visiva, da sempre impegnati in attività di recupero degli scarti alimentari tanto da volerla far diventare la loro attività principale.

“Biova è una startup di full innovation: noi ridisegniamo i processi di smaltimento delle eccedenze alimentari di produttori e distributori. La birra è semplicemente la prima di una lunga lista di progetti che abbiamo in mente di sviluppare. Era, per circostanze personali, il prodotto che siamo stati in grado di sviluppare più facilmente ma soprattutto più velocemente.”

Spiega Emanuela Barbano nel corso di un’intervista. Ma come funziona l’intero procedimento? Il tutto parte dai produttori, ossia i commercianti e i panettieri che mettono da parte, all’interno di ceste, il pane rimasto invenduto. Una volta raggiunta la quantità necessaria i volontari di Biova lo recuperano per portarlo all’interno di appositi centri in cui viene tostato per bloccarne il deperimento. A questo punto viene tritato e trasportato in diversi birrifici per produrre appunto la birra. Naturalmente “la circular economy non vuole togliere il supporto alimentare a persone bisognose. Semplicemente la quantità di prodotto disponibile è talmente alta che è come avere una miniera d’oro che non viene utilizzata”.

La produzione di birra grazie al pane porta ad un risparmio del 30% di malto per la fermentazione, ma l’importanza dell’economia circolare e dei suoi benefici per l’ambiente si vede soprattutto dal valore economico creato per le aziende locali: in un solo anno, Biova ha raccolto 1.000kg di pane in eccesso ed è riuscita a produrre oltre 50.000 bottiglie di birra da 33c. Ogni chilo di pane viene acquistato ad un prezzo simbolico di solo 1 centesimo.

In collaborazione con Cinitalia

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