Il Future food Institute per la sostenibilità alimentare del futuro

Domenico Letizia

26 Luglio 2021 - 18:30

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Esplorare l’attualità del rapporto pubblico-privato in chiave di open innovation, sottolineando l’importanza del fenomeno ai fini della competitività.

Il Future food Institute per la sostenibilità alimentare del futuro

In occasione del G20 Ambiente, Clima ed Energia che si è svolto a Napoli, il Future Food Institute ha organizzato una serie di iniziative collaterali ufficiali, riconosciute da All4Climate Italy del Ministero per la Transizione ecologica. Sono stati tre gli eventi principali che hanno attirato un pubblico di professionisti, studenti, esperti del food, startup e mondo diplomatico, che si sono svolti il 22 luglio a Napoli e il 23 e il 24 luglio a Pollica, all’interno del tessuto sociale e di relazioni del Centro Studi della Dieta Mediterranea, dedicato ad Angelo Vassallo valorizzati dall’attività del Sindaco Stefano Pisani, sui temi della riunione ministeriale: Ambiente, Energia e Clima.

Il 24 luglio a Pollica si è svolto un importante dibattito tra autorevoli diplomatici, con la partecipazione di Marco Alberti, Ambasciatore d’Italia in Kazakistan e autore del volume «Open Diplomacy», Benedetto Zacchiroli, Presidente della International Coalition of Inclusive and Sustainable Cities UNESCO (ICCAR) e Pio Wennubst, Ambasciatore della Svizzera alle Nazioni Unite. L’importanza della diplomazia economica e la crescita del fenomeno durante l’emergenza sanitaria ha scatenato dibattiti e aspettative. La fluidità e la liquidità dell’Open Diplomacy è emblematica se rapportata al food e alla cooperazione internazionale in ambito alimentare.

Esplorare l’attualità del rapporto pubblico-privato in chiave di open innovation, sottolineando l’importanza del fenomeno ai fini della competitività dell’ecosistema nazionale e dei sistemi agroalimentari è un concetto chiave che il diplomatico Marco Alberti ha più volte ribadito.

La realtà complessa e le prospettive future per il food

Facendo tesoro delle analisi della nostra attualità da parte del mondo diplomatico e valorizzando il percorso di diplomazia liquida e dinamica che caratterizza la nostra contemporaneità, i relatori hanno ricordato con fermezza l’importanza dell’incrocio produttivo di idee e progetti tra istituzioni pubbliche e soggetti privati, tra Think Tank e la comunità civile, dimostrando concretamente il senso di responsabilità e impegno collettivo per un domani sostenibile e accessibile a tutti.

Particolarmente incisive le analisi dell’ambasciatore Pio Wennubst, agro-economista specializzato in approcci sistemici, che ha maturato una lunga esperienza nella diplomazia svizzera dello sviluppo in ambiti come lo sviluppo rurale, la microfinanza e la salute pubblica, grazie a un ampio lavoro sul campo. Il diplomatico svizzero ha evidenziato la complessità della nostra attualità caratterizzata da un continuo cambiamento, in cui le capacità di adeguamento e analisi dei contesti sociali risultano fondamentali per sopravvivere.

Tale condizione risulta essere il risultato della combinazione di diversi fattori particolarmente dannosi per il nostro sistema alimentare, identificabili in una popolazione mondiale in continua crescita, una riduzione della biodiversità, la distruzione del patrimonio liquido e idraulico, i cambiamenti climatici e un aumento dell’urbanizzazione. La geopolitica alimentare della nostra attualità è il frutto della crisi alimentare del 2007 e dell’attuale emergenza sanitaria mondiale che genera una sfida molto complessa per i decisori politici e bisogna lavorare per migliorare il futuro dei nostri sistemi alimentari.

Grazie al lavoro di Sara Roversi, presidente del Future Food Institute, un nutrito team di professionisti, sindaci dei comuni del Cilento, studenti, ricercatori, attivisti, agricoltori, chef, architetti, agronomi, nutrizionisti, imprenditori nell’ambito del cibo, con il bagaglio completo delle loro esperienze, idee e conoscenze, stanno elaborando percorsi differenti all’approccio attuale verso i sistemi agroalimentari, enfatizzando e valorizzando denominatori comuni per un futuro dei sistemi alimentari che siano sostenibili, innovativi e democratici, mettendo al centro le potenzialità della Dieta Mediterranea e le opportunità occupazionali che tale intreccio di storia, cultura ed economia può innescare nelle comunità di appartenenza dei giovani del Mediterraneo.

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