Mappa del Fintech: i migliori paesi dove lanciare una startup e perché

Redazione Finance - Luca Servadei

27 Ottobre 2022 - 19:07

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Ecco cosa dicono le valutazioni condotte da parte degli istituti di ricerca e degli analisti dei principali FinTech Hub del mondo.

Mappa del Fintech: i migliori paesi dove lanciare una startup e perché

Quello del FinTech è un mercato globale in continua crescita ed espansione, che muove cifre importantissime. Al momento i principali beneficiari di questo giro d’affari sono gli Stati Uniti e la Cina, ma anche in Europa la situazione sta cambiando, soprattutto nel Regno Unito.

Dato questo contesto, la dinamicità delle startup si trova a dover fare i conti con una serie molto complessa di fattori, tutti da considerare e da tenere ben presenti qualora si voglia investire in questo settore.

Si parla infatti di “FinTech hub” per definire i punti focali delle attività FinTech all’interno di un’area geografica o di un network. Sono di fatto gli ecosistemi composti da infrastrutture, organizzazioni e persone all’interno dell’hub, ma anche il modo in cui tali elementi sono organizzati e interagiscono con le città o con le regioni.

In quest’ottica, quali paesi hanno il più forte potenziale di imprenditorialità, innovazione e FinTech nel mondo?

Secondo Forbes, le cinque nazioni migliori in cui aprire una startup, soprattutto per quanto riguarda i prezzi e i costi iniziali, sono gli Stati Unti, il Regno Unito, l’Australia, la Francia e il Cile. Tuttavia, la situazione cambia se si prendono in considerazione i dati della Banca Mondiale, che ha preso in considerazione dei parametri differenti da quelli di Forbes. In questo caso i Paesi nei quali conviene di più avviare una start up sono gli Emirati Arabi Uniti, l’Olanda, la Finlandia, l’Arbia Saudita e la Lituania.

Andiamo a vedere, invece, quali sono le città migliori nelle quali aprire una startup, almeno secondo gli analisti dei principali FinTech Hub.

Fintech: le 10 città ideali per aprire una startup

  1. Singapore
  2. Zurigo
  3. Stoccolma
  4. Ginevra
  5. New York
  6. Amsterdam
  7. Londra
  8. San Francisco
  9. Toronto
  10. Hong Kong

La classifica è stata stilata dall’Istituto per i servizi finanziari Zug (IFZ) dell’Università di Scienze Applicate di Lucerna, attraverso uno studio che identifica le regioni con gli ecosistemi FinTech più solidi utilizzando fattori generalmente associati alla promozione dell’imprenditorialità e dell’innovazione, nonché indicatori relativi alle tecnologie finanziarie (analisi PEST/political-legal, economic, social, technological). È contenuta all’interno della ricerca IFZ FinTech Study.

Anche Deloitte ha utilizzato lo stesso approccio dell’IFZ per realizzare il suo Global Fintech Report, incrociando in maniera ponderata dati e analisi relativi all’area del talento, del capitale, della domanda e della politica e della regolamentazione. La capacità di attrarre talenti nei settori chiave della finanza, tecnologia e imprenditoria è cruciale per il successo degli hub su scala globale. Anche l’accesso al capitale, sia che provenga da investitori privati, governi o aziende, è un driver chiave delle attività FinTech attraverso gli hub.

Come in qualsiasi altro settore, anche in ambito FinTech è la domanda a guidare la fornitura, sia che provenga dai consumatori (B2C) o da altre attività (B2B). Se questa equazione è vera, per i maggiori hub finanziari (Londra, Chicago, New York, San Francisco e Hong Kong), non sempre la presenza di forti servizi finanziari equivale a un forte hub FinTech: ad esempio a Tokyo, nonostante un’industry potente dal punto di vista finanziario, il FinTech si è affermato più lentamente a causa di altri fattori, come la regolamentazione.

Dove c’è una legislazione favorevole

Infatti, sono proprio la politica e le leggi a rappresentare un altro elemento decisivo nello sviluppo e nel successo di un FinTech hub. I governi e gli enti regolatori devono riuscire a trovare un equilibrio tra la promozione dell’innovazione e della competitività e la protezione di investitori e consumatori. Ne sono testimonianza due dei poli FinTech più rilevanti al mondo, ovvero Londra e Singapore, con la loro legislazione e gli enti preposti (rispettivamente la Financial Conduct Authority e la Monetary Authority) in continuo divenire, visti come dei veri e propri pionieri in materia.

Anche le misure governative possono fare la differenza, come successo ad esempio in India, dove il Governo ha stabilito programmi e previsto investimenti per supportare lo sviluppo del FinTech e delle startup nel Paese.

Anche Milano tra le città migliori per aprire una startup

La classifica proposta da IFZ è guidata da Singapore, grazie al suo ambiente politico e giuridico eccezionale: un mercato piccolo, ricco però di talenti tecnologici, sviluppatosi anche grazie alle leggi sull’immigrazione più favorevoli di quelle britanniche, in grado di attirare a sé numerosi “cervelli” stranieri. Non a caso qui il 70% dei fondatori di aziende FinTech è immigrato.

Al secondo e al quarto posto due città svizzere: Zurigo e Ginevra, grazie alla loro solida performance sotto il profilo politico e legale (in questo ambito sono al primo posto tra tutte e 30 le città). L’elevata stabilità politica, il basso livello di corruzione, l’alto livello di libertà di stampa e le moderate aliquote dell’imposta sulle società sono fattori determinanti del loro successo, mentre sono possibili miglioramenti sul versante della tecnologia.

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Al quarto posto si posiziona Stoccolma, mentre Londra, città che negli anni passati era sempre stata considerata la capitale mondiale del fintech, grazie ai grandi incentivi fiscali e alla cornice legislativa, si deve “accontentare” del settimo. Amsterdam, Toronto, New York, San Francisco e Hong Kong completano la top ten della classifica generale degli hub tecnofinanziari.

Seguono Francoforte e Sydney. Nella prima, così come a Berlino (tredicesima), sembra essere conveniente affittare spazi per le startup, ma restano scarsi gli investimenti esteri. Sidney, invece, è una città ideale per merito dell’agenda digitale governativa (National Innovation and Science Agenda) e dell’introduzione di incentivi fiscali di impronta inglese. Presente anche l’Italia, con Milano al 28° posto (non a caso la maggior parte delle migliori startup italiane dove lavorare ha sede a Milano), dopo Pechino e prima di due città cinesi, Varsavia e Santiago del Cile.

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