Fed: il rialzo dei tassi si farà, anche con la guerra. Di quanto a marzo?

Violetta Silvestri

3 Marzo 2022 - 12:33

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La Federal Reserve andrà avanti con la sua strategia di politica monetaria e il rialzo dei tassi ci sarà, dice Powell. Nonostante la guerra e il suo impatto incerto, si punta a frenare l’inflazione.

Fed: il rialzo dei tassi si farà, anche con la guerra. Di quanto a marzo?

La Federal Reserve è pronta a portare avanti una serie di aumenti dei tassi di interesse da marzo, nonostante le prospettive economiche altamente incerte con l’invasione russa dell’Ucraina.

Il presidente Powell ha confermato il suo sostegno a un aumento del tasso di un quarto di punto alla riunione di marzo della banca centrale, esponendo le ragioni per un inasprimento della politica monetaria in mezzo alle crescenti tensioni geopolitiche, in una testimonianza alla Commissione per i servizi finanziari della Camera.

Di quanto e cosa significa aumentare i tassi nel pieno di una guerra?

Fed punta al rialzo tassi a marzo: quanto peserà la guerra?

Il mese della verità per le banche centrali USA e dell’Eurozona è arrivato: gli incontri di marzo erano attesi dai mercati già prima che esplodesse la guerra ucraina.

La Fed aveva anticipato la sua politica più aggressiva con ipotetico rialzo dei tassi, mentre la BCE aveva mantenuto un tono più sommesso.

Tuttavia, ora che il mondo è nel panico di un conflitto, con materie prime alle stelle e la pressione inflazionistica più mordente che mai, le decisioni delle banche centrali si stanno facendo cruciali.

Il 16 marzo si pronuncerà la Federal Reserve e l’aumento dei tassi ci sarà, stando all’ultimo discorso di Powell.

Il governatore ha detto che si aspetta diversi aumenti dei tassi di interesse quest’anno, e ha anche accennato che potrebbe sostenere interventi con incrementi più ampi in seguito, se l’inflazione non si modera a sufficienza.

Sono propenso a proporre e sostenere un aumento del tasso di 25 pb, ha affermato. “La linea di fondo è che procederemo, ma con attenzione man mano che impareremo di più sulle implicazioni della guerra in Ucraina per l’economia.”

Nel giustificare il suo pensiero, Powell ha messo in evidenza gli ampi guadagni in termini di occupazione accumulati negli ultimi sei mesi che ha portato a un rapido aumento dei salari. Ha anche richiamato l’attenzione sull’impennata dei prezzi al consumo “che si è diffusa a una gamma più ampia di beni e servizi” portando l’inflazione a crescere al ritmo più veloce degli ultimi 40 anni.

L’incognita del conflitto sulla banca centrale

La guerra in Ucraina ha offuscato le prospettive di crescita e si prevede anche che peggiorerà l’inflazione - i prezzi dell’energia sono aumentati con il greggio Brent a quasi 120 dollari al barile - e potrebbe potenzialmente costringere la Fed a essere più aggressiva entro la fine dell’anno rispetto a quanto attualmente previsto dai mercati.

Powell ha affermato che le implicazioni economiche a breve termine dell’invasione e delle sanzioni imposte da Washington e dai suoi alleati occidentali - che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha definito potenti durante il suo discorso sullo stato dell’Unione di martedì - rimangono “molto incerte”, ma ha promesso di monitorare da vicino la situazione.

Secondo alcuni economisti l’incertezza sulla situazione Russia-Ucraina persisterà quest’anno e questo significa che c’è una minore probabilità che le previsioni sull’aggressività della Fed prima del conflitto siano rispettate. Data l’elevata inflazione, tuttavia, un ritmo più lento di aumenti quest’anno significa che la maggiore forza negli interventi ci sarà nel 2023.

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