Facebook ci ascolta? Perché pensiamo che i nostri telefoni ci spiano

Giulia Adonopoulos

13 Marzo 2019 - 17:40

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Facebook ha sempre negato, ma molti sono convinti che smartphone e social ascoltino le conversazioni dal microfono. Ecco cosa c’è di vero e cosa no.

Facebook ci ascolta? Perché pensiamo che i nostri telefoni ci spiano

Stai scorrendo il tuo feed su Facebook o Instagram e lui è lì che ti fissa: l’annuncio pubblicitario di quell’oggetto che hai menzionato casualmente in una conversazione vis-a-vis o telefonica con un amico.

È capitato anche a me: parlavo a voce del fatto che dovessi comprare pezzi di ricambio per la bici e poco dopo mi è arrivata un’email promozionale da parte di un sito che vende accessori per biciclette.

Ok, è una pura coincidenza, ho pensato, anche se piuttosto inquietante. E se invece i nostri dispositivi agissero da spie digitali per gli inserzionisti? Facendo delle ricerche su Google ho scoperto che mezzo mondo, da anni, è convinto che smartphone, altoparlanti intelligenti e social network ascoltino segretamente le nostre conversazioni attraverso il microfono con l’obiettivo di targettizzarci con precisione millimetrica.

Facebook ha affermato che non è vero, ma il sospetto che i device intelligenti possano intercettarci per raccogliere i nostri dati e veicolare le pubblicità è ormai un’idea radicata nel popolo di internet.

Di seguito analizzeremo a fondo la questione, partendo però da un fatto certo: se le aziende tecnologiche possono bersagliarci con annunci mirati è perché possono usare qualcosa di molto più semplice (e allo stesso tempo prezioso) delle conversazioni “ascoltate di nascosto”, i nostri dati personali, ossia quelli che doniamo molto volentieri ogni volta che usiamo i loro servizi.

Facebook ci ascolta dal microfono? La parola agli esperti

Le segnalazioni degli utenti convinti che Facebook li spii tramite l’ascolto delle telefonate sono tantissime.

Secondo John Pracejus, professore dell’Alberta School of Business ed esperto di marketing e comunicazione, oggi le persone sottovalutano il grado di monitoraggio delle loro attività online, e un giorno i colossi tech avranno algoritmi in grado di prevedere in modo accurato ciò che potremmo pensare o quello di cui parleremo.

“Sanno così tante cose di te che possono anche indovinare a cosa stai pensando senza dover necessariamente ascoltare le tue conversazioni” ha detto Pracejus. Ma ha la sensazione che ci sia dell’altro. “Un’altra possibilità è che effettivamente ti stiano ascoltando. Le smart TV, i telefoni, gli homepod attivati dalla voce ci sentono e non si sa quanto di ciò venga poi registrato, trascritto, archiviato o utilizzato per scopi pubblicitari”.

Facebook si difende: “Non è vero”

Accusato più e più volte di violare la privacy degli utenti in questo senso, Facebook (chiamato in causa più di altri visto che possiede anche Instagram e WhatsApp) si è difeso negando ogni possibilità che origli le conversazioni e le telefonate delle persone per orientare gli annunci e modificare i contenuti del newsfeed. Google ha invece ammesso di leggere le email per personalizzare gli annunci, promettendo a luglio 2017 che avrebbe smesso di farlo entro la fine dell’anno.

“Alcuni articoli hanno suggerito che ascoltiamo le conversazioni degli utenti per mostrare loro annunci pertinenti. Questo non è vero: noi mostriamo annunci basati sugli interessi delle persone e sulle informazioni del profilo, non su ciò che si dice parlando ad alta voce. Gli inserzionisti di Facebook possono indirizzare gli utenti per età, posizione, interessi e comportamenti, incluso l’utilizzo del dispositivo.”

La società, che possiede anche Instagram e WhatsApp, afferma di non accedere al microfono di un dispositivo tranne che nei casi in cui l’utente concede l’autorizzazione all’app e quando si utilizza attivamente una funzione specifica che richiede l’audio.

Ma questo non significa che Facebook e altre app non ascoltino cosa succede intorno a noi attraverso il microfono. Un articolo pubblicato a dicembre 2017 sul New York Times afferma che ci sono centinaia di app di gioco che utilizzano il software di una società chiamata Alphonso che sfrutta l’accesso al microfono del nostro device. Usando il microfono dello smartphone il software può sapere cosa l’utente sta guardando in TV o sul display. Queste informazioni possono poi essere usate per targettizzare la pubblicità in maniera più accurata e analizzare cose come quali annunci hanno convinto una persona ad andare ad acquistare una nuova auto o un nuovo paio di scarpe.

E poi ci sono tutti quei dispositivi intelligenti come Alexa di Amazon progettati letteralmente per ascoltarci. Secondo quanto riferito da Bloomberg, Facebook avrebbe intenzione di lanciare un prodotto simile con videochat e funzionalità di assistente digitale, ma ha deciso di rinviare la sua uscita a causa dello scandalo Cambridge Analytica

Esiste quindi un pericolo reale che Facebook possa ascoltarci e violare la nostra privacy? Allo stato dei fatti non possiamo né confermare né smentire in quanto non ci sono state fughe di notizie dall’interno delle società. E di certo non aspettiamoci una conferma dai diretti interessati visto che scoppierebbe uno scandalo di dimensioni epiche.

Nel dubbio ricordiamoci di chiudere l’app di Facebook e le altre piattaforme potenzialmente spione facendo il logout quando non le usiamo (e quando parliamo di cose top secret).

Come disattivare l’accesso al microfono su iPhone e Android

Su iPhone con iOS 11 o versioni successive, vai su Impostazioni > Privacy > Microfono, quindi scorri per disattivare l’accesso di qualsiasi app al tuo microfono.

Per i telefoni Android che funzionano su Oreo 8.0 o versioni successive, apri lo smartphone Impostazioni > App e notifiche > Info app -> Autorizzazione app . Da lì, puoi revocare l’accesso di un’app al microfono del tuo telefono.

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