Eni balza a Piazza Affari: torna il petrolio venezuelano?

Violetta Silvestri

6 Giugno 2022 - 10:49

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Azioni Eni in evidenza stamane a Milano: il titolo scatta e guadagna oltre il 2%, spinto dall’indiscrezione sulla potenziale possibilità di tornare a commerciare il petrolio venezuelano.

Eni balza a Piazza Affari: torna il petrolio venezuelano?

Azioni Eni in forte slancio a Piazza Affari: alle ore 10.16 circa, il titolo guadagna il 2,22%.

A trainare il colosso energetico italiano è soprattutto l’indiscrezione esclusiva lanciata da Reuters sulla possibilità che gli Usa allentino le sanzioni sul petrolio venezuelano per affrontare l’attuale crisi energetica originata con la guerra in Ucraina.

Cosa significa questa potenziale novità per Eni? La compagnia petrolifera italiana e la spagnola Repsol potrebbero iniziare a spedire petrolio di Caracas in Europa già dal prossimo mese, per compensare il greggio russo.

Le azioni Eni viaggiano sui 14,57 euro, con un aumento del 2,19%.

Azioni Eni volano con indiscrezioni su greggio venezuelano

Potrebbero cambiare ancora i flussi petroliferi in questo concitato momento per il settore energetico globale. E le novità possono giovare a Eni.

Nel dettaglio, stando a indiscrezioni Reuters, gli Stati Uniti vorrebbero consentire le consegne di petrolio fermate a lungo dal Venezuela verso l’Europa per compensare la perdita del greggio russo verso i Paesi Ue. Sarebbe, a livello politico, una spinta al presidente venezuelano Nicolas Maduro.

Cosa può succedere? Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti avrebbe scritto a Eni e Rapsol, invitandole a ripristinare le spedizioni.

Joe Biden intende indirizzare il greggio venezuelano verso l’Europa con il duplice obiettivo di limitare la dipendenza da Mosca e impegnare il petrolio di Caracas verso rotte che non siano la Cina. In più, la mossa potrebbe spingere il presidente Maduro a riaprire il dialogo con l’opposizione venezuelana.

Da sottolineare che Eni e Rapsol hanno joint venture con la compagnia petrolifera statale venezuelana PDVSA e possono utilizzare i carichi di greggio come debiti non pagati e dividendi in ritardo.

L’allentamento delle sanzioni da parte statunitense non darebbe vantaggio finanziario a PDVSA perché si tratterebbe di transazioni senza contanti, a differenza delle attuali vendite di greggio venezuelano alla Cina.

Secondo Reuters, comunque, PDVSA non ha programmato che Eni e Repsol prendano carichi questo mese.

Le azioni Eni si mantengono saldamente in territorio positivo, con un balzo del 2,22% alle ore 10.43, pur non essendoci comunicati ufficiali dle Cane a sei zampe.

Equita Sim, interpellata da Milano Finanza, valuta la possibile novità come positiva poiché i crediti inevasi di Eni sono pari a circa 1,3 miliardi alla fine dello scorso anno. Essi si riferiscono soprattutto ai crediti commerciali scaduti nei confronti di Pdvsa, che riguardano le forniture del gas equity del giacimento Perla e il finanziamento del progetto.

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