EU Chips Act: cos’è il piano europeo per produrre semiconduttori

Violetta Silvestri

8 Febbraio 2022 - 15:37

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La Commissione Europea ha svelato il suo piano per diventare sempre più indipendente nella produzione di semiconduttori. Cosa prevede l’UE Chips Act?

EU Chips Act: cos’è il piano europeo per produrre semiconduttori

L’UE presenta il suo piano per la produzione interna ai membri dell’Unione di semiconduttori: a Chips Act for Europe, di cosa si tratta?

Questi componenti sono diventati la chiave per lo sviluppo innovativo e tecnologico del futuro e la sua carenza sta mettendo in ginocchio diversi comparti industriali chiave anche in Europa, con l’automotive in testa.

Per questo, martedì 8 febbraio la Commissione Europea ha lanciato la sua strategia nel settore, volta a “garantire la sicurezza dell’approvvigionamento, la resilienza e la leadership tecnologica dell’UE nell’ambito delle tecnologie e delle applicazioni dei semiconduttori.”

In cosa consiste l’EU Chips Act? I dettagli svelati dalla Commissione.

Perché l’Europa deve rafforzarsi nei chip

L’Unione Europea vuole diventare un attore protagonista sulla scena della rivoluzione digitale e questo ambizioso traguardo passa anche attraverso l’indipendenza nella fornitura di chip.

Come evidenziato dal braccio esecutivo dell’Unione, infatti, “con l’accelerazione della transizione digitale e la rapida crescita della domanda mondiale di chip che dovrebbe raddoppiare entro la fine del decennio, i semiconduttori sono al centro di forti interessi geostrategici e della corsa tecnologica globale.”

L’Europa vanta una certa forza in alcune aree specifiche, come nella progettazione di componenti per elettronica di potenza, dispositivi a radiofrequenza e analogici, sensori e microcontrollori ampiamente utilizzati nell’industria automobilistica e manifatturiera e può fare affidamento su sofisticati centri di ricerca per i chip all’avanguardia.

Tuttavia, questo non basta. Nel suo documento ufficiale, la Commissione UE ha sottolineato:

“L’Europa ha una quota di mercato globale complessiva dei semiconduttori di soli 10% e si basa in gran parte su fornitori di paesi terzi. In caso di interruzione della catena di approvvigionamento, le riserve di chip europee in alcuni settori industriali, come quello automobilistico, potrebbero esaurirsi in pochi settimane, costringendo molte industrie europee a rallentare o fermare la produzione”

Da queste considerazioni nasce il progetto UE per un settore dei semiconduttori prospero, dalla ricerca alla produzione, e a una catena di approvvigionamento resiliente, ha evidenziato la Commissione.

Cosa prevede la proposta UE sui semiconduttori

In questa cornice, quindi, emerge la strategia EU Chips Act.

Cosa prevede? Innanzitutto un totale di 43 miliardi di euro in investimenti pubblici e privati e misure specifiche per affrontare con successo eventuali e prossime crisi di approvvigionamento. Il tutto, per ridurre il più possibile la dipendenza da partner terzi, dalla fase progettuale progettazione a quella della produzione e dell’imballaggio di chip avanzati.

L’obiettivo è raddoppiare la quota di mercato UE, portandola al 20% nel 2030.

L’EU Chips Act si basa sui seguenti punti:

  • Chips for Europe: strategia per avere risorse comuni provenienti da Unione, Stati membri e Paesi terzi associati ai programmi dell’Unione esistenti e settore privato, mediante un’impresa comune per i chip rafforzata, che è il risultato del riorientamento strategico dell’attuale impresa comune Tecnologie digitali fondamentali;
  • 11 miliardi di euro: messi a disposizione per la conoscenza e lo sviluppo avanzato della ricerca per semiconduttori;
  • un nuovo quadro: per sostenere la sicurezza dell’approvvigionamento, attraendo gli investimenti e la capacità di produzione rafforzate;
  • un fondo per i chip: per accedere più facilmente ai finanziamenti da parte delle start-up, con uno “strumento per gli investimenti in equity per i semiconduttori nell’ambito di InvestEU per aiutare le scale-up e le PMI a espandersi gradualmente sul mercato”
  • uno strumento di coordinamento tra gli Stati membri

Breton, commissario per il Mercato interno, ha ricordato che la mobilitazione di questi ingenti finanziamenti pubblici stanno già attraendo considerevoli investimenti privati, realizzando “le condizioni necessarie per salvaguardare l’intera catena di approvvigionamento ed evitare futuri shock alla nostra economia, come quello a cui stiamo assistendo a causa dell’attuale carenza di chip”.

Solo in questo modo, l’industria europea potrà essere competitiva, generare nuovi posti di lavoro e vincere nelle sfide della domanda globale.

L’EU Chips Act al momento è una proposta della Commissione Europea. L’iter giuridico prevede che, innanzitutto gli Stati facciano immediato seguito alla raccomandazione UE per analizzare le loro forze sul settore e indicare punti deboli e di forza del progetto UE.

Poi, il Parlamento UE dovrà approvare la proposta con le eventuali modifiche. Soltanto dopo questo passaggio, la legge sui semiconduttori, in qualità di regolamento, sarà direttamente in vigore nei singoli Paesi UE.

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