Dpcm green pass lavoro: ecco le linee guida per pubblico e privato

Teresa Maddonni

13/10/2021

14/10/2021 - 18:05

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Due nuovi Dpcm per il green pass lavoro nel settore pubblico e privato firmati dal presidente del Consiglio Draghi contenenti le linee guida per controlli, QR Code e obblighi dal 15 ottobre.

Dpcm green pass lavoro: ecco le linee guida per pubblico e privato

Nuovi Dpcm sul green pass al lavoro per i dipendenti del settore pubblico e privato contenenti le linee guida per i controlli, QRCode, quindi privacy e obblighi dei lavoratori.

Draghi ha firmato un Dpcm con le nuove linee guida per il green pass nella Pubblica Amministrazione, su proposta del ministro della PA Renato Brunetta, e del ministro della Salute, Roberto Speranza.

Draghi ha anche firmato su proposta dei ministri Franco (MEF), Speranza e Colao un secondo Dpcm con le modalità di verifica del possesso del green pass al lavoro.

Come chiarisce il comunicato stampa del governo questo secondo decreto “interviene per fornire ai datori di lavoro pubblici e privati gli strumenti informatici che consentiranno una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni”.

Il ministro Brunetta ha anche definito le regole per il rientro in presenza dei dipendenti pubblici dal 15 ottobre con un ulteriore decreto trasmesso in queste ore alle amministrazioni pubbliche. Il decreto disciplina lo smart working provvisoriamente e la scorsa settimana ha ottenuto il parere favorevole delle Regioni insieme proprio alle linee guida ora nel Dpcm.

Con i nuovi Dpcm sul green pass al lavoro vengono definite le linee guida per i controlli che come per la scuola, nel pubblico e nel privato potranno avvenire con una app.

Vediamo cosa prevedono i Dpcm con le linee guida per la PA e le regole per i privati sul possesso e il controllo del green pass al lavoro dal 15 ottobre. Riportiamo il testo ufficiale di ciascun Dpcm e che alleghiamo di seguito.

Dpcm green pass lavoro: le linee guida per i controlli PA e privati

Nei Dpcm sul green pass al lavoro che diventa obbligatorio dal 15 ottobre per dipendenti pubblici e privati, sono contenute le linee guida per i controlli nella PA e in tutte le aziende.

La verifica del green pass spetta al datore di lavoro che comunque può delegare questa funzione. Per i controlli sarà possibile utilizzare la app VerificaC19, ma verranno fornite anche applicazioni e piattaforme volte a facilitare il controllo automatizzato.

Dpcm PA (testo ufficiale)
Linee guida in materia di condotta delle pubbliche amministrazioni per l’applicazione della disciplina in materia di obbligo di possesso e di esibizione del green pass da parte del personale.
Dpcm controlli per privati e PA (testo ufficiale)
Modalità di verifica del possesso delle certificazioni verdi COVID-19 in ambito lavorativo.

Verranno rese disponibili:

  • per tutte le amministrazioni, un pacchetto di sviluppo per applicazioni (Software Development Kit-SDK), rilasciato dal Ministero della Salute con licenza open source, “che consente d’integrare nei sistemi informativi di controllo accessi fisici dell’amministrazione, nei sistemi di controllo della temperatura o in soluzioni tipo totem, le funzionalità di verifica della Certificazione verde COVID-19, mediante la lettura del QR code. Rimane fermo in ogni caso il divieto di memorizzare o utilizzare per finalità ulteriori le informazioni rilevate dalla lettura dei QR-code e le informazioni fornite in esito ai controlli.";
  • per le tutte amministrazioni che utilizzano la piattaforma NoiPA, “una interazione in modalità asincrona tra la Piattaforma NoiPA, realizzata dal Ministero dell’economia e delle finanze per la gestione del personale delle pubbliche amministrazioni, e la Piattaforma nazionale-DGC per la verifica delle Certificazioni verdi COVID-19, che sarà resa disponibile a titolo non oneroso nel portale NoiPA.”;
  • per tutte le amministrazioni con più di 50 dipendenti, sia private che pubbliche non aderenti a NoiPA, un nuovo servizio pubblicato sul Portale istituzionale INPS, “che come intermediario interroga la PN-DGC, che consente la verifica asincrona del green pass con riferimento all’elenco di codici fiscali di propri dipendenti, noti all’Istituto al momento della richiesta”;
  • per tutte le amministrazioni pubbliche con almeno 1000 dipendenti, “dotate di sistemi informativi di gestione del personale, anche con uffici di servizio dislocati in più sedi fisiche, una interoperabilità applicativa con la Piattaforma nazionale-DGC, previa autorizzazione e accreditamento”.

Dpcm green pass lavoro: come avvengono i controlli

Nel Dpcm con le linee guida sul green pass nella PA si vanno a definire le regole per i controlli e quindi come avverranno dal 15 ottobre.

I controlli, a discrezione del datore di lavoro, possono avvenire:

  • all’accesso della struttura;
  • o a campione in misura non inferiore al 20% del personale presente in servizio e con un criterio di rotazione;
  • o a tappeto.

L’esibizione della certificazione verde può essere chiesta fin anticipo. Specifica il Dpcm:

“Tale ipotesi, tuttavia, non fa venire meno l’obbligo di effettuare i controlli all’accesso o quelli a campione, tenuto conto che, in ogni caso, il possesso del green pass non è, a legislazione vigente, oggetto di autocertificazione.”

Resterebbe invece ferma per il governo la decisione sulla validità del green pass di 48 ore per i tamponi rapidi e 72 ore per il molecolare.

Dpcm green pass: flessibilità orari di ingresso e uscita

Il Dpcm per la PA per il possesso e controllo del green pass dal 15 ottobre richiama anche la possibilità di una maggiore flessibilità negli orari d’ingresso e uscita dei dipendenti pubblici.

Il testo ufficiale del Dpcm prevede che ciascuna amministrazione possa stabilire di ampliare le fasce di ingresso e uscita dal luogo di lavoro dei dipendenti proprio per facilitare la verifica del green pass.

I dipendenti avranno a disposizione un maggiore arco temporale per raggiungere la sede di lavoro e accedere agli uffici.

Il Dpcm ricorda anche chi dal 15 ottobre sarà soggetto all’obbligo di green pass al lavoro. Nelle pubbliche amministrazioni non solo i dipendenti pubblici, ma anche “i dipendenti delle imprese che hanno in appalto i servizi di pulizia o quelli di ristorazione, il personale dipendente delle imprese di manutenzione che, anche saltuariamente, accedono alle infrastrutture, il personale addetto alla manutenzione e al rifornimento dei distributori automatici di generi di consumo (caffè e merendine), quello chiamato anche occasionalmente per attività straordinarie, i consulenti e collaboratori, nonché i prestatori e i frequentatori di corsi di formazione, come pure i corrieri che recapitano posta d’ufficio o privata, destinata ai dipendenti che dovessero farsela recapitare in ufficio (ad esempio anche i corrieri privati dovranno essere provvisti di green pass ove accedano alla struttura).”

Il controllo in questi casi possono essere effettuati anche con la app VerificaC19 manualmente. Non devono mostrare il green pass:

  • gli utenti;
  • chi è esente dalla campagna vaccinale con certificato medico.

“I visitatori - specifica il Dpcm con le linee guida - che dovessero accedere a qualunque altro titolo (ad esempio per lo svolgimento di una riunione o di un incontro, congresso o altro) dovranno, invece, essere muniti della certificazione verde ed esibirla su richiesta.”

Le regole sui controlli sono le medesime anche per il settore privato. Il Dpcm Franco - Colao - Speranza sulle verifiche, fornisce indicazioni sulle piattaforme e applicazioni da utilizzare per controllare il gren pass. Al Dpcm si affiancano anche una serie di allegati specifici A-B-C-H disponibili sulla pagina della presidenza del Consiglio (clicca qui).

I dipendenti pubblici, come anche i privati, senza green pass saranno allontanati dal luogo di lavoro e verranno considerati assenti ingiustificati senza stipendio fino alla presentazione della certificazione verde.

Chi lavora senza green pass rischia una multa dai 600 ai 1.500 euro. Il datore di lavoro che non controlla una sanzione che va dai 400 ai 1.000 euro. Le sanzioni sono le medesime nel pubblico e nel settore privato.

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