Covid, restrizioni più severe in fascia arancione e meno divieti in quella gialla?

Antonio Cosenza

21 Febbraio 2021 - 10:03

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Le Regioni chiedono al Governo di rivedere il meccanismo delle restrizioni per fasce di colore: serve prevedere meno restrizioni nell’area gialla, prevedendo nel contempo più divieti in quella arancione.

Covid, restrizioni più severe in fascia arancione e meno divieti in quella gialla?

Restrizioni Covid più severe in fascia arancione e meno in quella gialla? Lo chiederanno le Regioni al nuovo Governo Draghi.

Quella di ieri è stata una giornata molto importante sul fronte delle restrizioni anti-Covid.

Le Regioni, infatti, si sono incontrate in un vertice straordinario convocato per trovare un accordo rispetto ad un documento da presentare al nuovo Governo Draghi contenente una serie di proposte per la lotta al virus.

Di cosa hanno discusso le Regioni?

Durante l’incontro si è discusso della proposta avanzata dal Governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, di rendere tutta Italia zona arancione per un paio di settimane. Troppa la confusione generata dall’intermittenza tra zona gialla e arancione, la quale tra l’altro si sta rivelando inefficace rispetto alla diffusione delle varianti del Covid. Una proposta che comunque non ha trovato il consenso di tutti i Governatori e di conseguenza - e già questa è la prima notizia - non ci sarà alcun passaggio uniforme in zona arancione.

Resteranno in arancio le Regioni che superano la soglia dell’indice Rt pari a 1, con Piemonte, Lombardia e Lazio che rischiano di passarci dalla prossima domenica.

Ma la seconda notizia è quella per cui nonostante la bocciatura di questo progetto ci sarà comunque uno stop degli spostamenti tra Regioni dell’area gialla. Il divieto resterà in vigore almeno fino al 31 marzo e già nelle prossime ore dovrebbe arrivare la firma del Consiglio dei Ministri.

Di seguito, però, vogliamo soffermarci sulla terza notizia emersa dal confronto straordinario tra le Regioni: la richiesta di quest’ultime di modificare nuovamente il meccanismo che determina il colore “anti-Covid”.

Regioni a colori, possibile modifiche

Nel vertice tra Regioni che ha avuto luogo nel tardo pomeriggio di sabato 20 febbraio, si è deciso quindi di non prevedere una zona arancione in tutta Italia, né tantomeno si è parlato dell’ipotesi di un lockdown.

Non tutti, infatti, concordano sulla necessità di prevedere ulteriori restrizioni per contrastare la diffusione del virus Sars-Cov-2, e delle sue varianti, sul territorio.

Tutti, però, ritengono sia necessario mettere mano al meccanismo che regola il passaggio delle Regioni nelle zone gialle, arancioni e rosse. Nel dettaglio, le richieste che dalla Conferenza Regioni verranno presentate al Governo Draghi si muovono su due diversi piani:

  • da una parte si chiede di rafforzare la zona arancione in modo da renderla più efficiente. Oggi, infatti, le Regioni in zona arancione riescono perlopiù a contenere i contagi, con un calo degli stessi molto limitato. Per questo motivo si ragiona sulla possibilità di prevedere ulteriori restrizioni, così da avere una zona arancione rafforzata;
  • dall’altra, invece, si chiede di alleggerire le restrizioni nelle zone gialle, ad esempio consentendo ai servizi di ristorazione di lavorare anche dopo le 18:00, o alle palestre di riaprire.

E non è tutto: le Regioni chiedono che venga rivista la tempistica del sistema di valutazione. D’altronde, il monitoraggio dell’ISS che viene utilizzato come parametro di riferimento per decidere quali Regioni devono passare in zona gialla, arancione o rossa, fa riferimento a 10/14 giorni prima. Si agisce, quindi, senza tener conto della situazione attuale, con la statistica che va molto più lenta del virus (anche perché bisogna considerare l’accelerata data dalla nuova variante inglese).

E ancora, si chiede di “salvare il fine settimana” stabilendo che si possa far cambiare colore alle Regioni di lunedì o martedì.

Una decisione a riguardo non verrà comunque presa questa mattina. Il dossier, infatti, non è ancora pronto per essere presentato al Consiglio dei Ministri, il quale oggi si riunirà solamente per decidere in merito alla proroga del divieto degli spostamenti. Comunque se ne riparlerà, con la possibilità possa essere trovato un accordo che piaccia a tutti.

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