Covid dal cibo: rischio contagio c’è, ecco quando

Fiammetta Rubini

23/11/2020

23/11/2020 - 16:01

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Si può trasmettere il coronavirus attraverso il cibo? E dai prodotti surgelati? Gli esperti chiariscono quali sono i rischi del contagio dagli alimenti e cosa fare per ridurli.

Covid dal cibo: rischio contagio c’è, ecco quando

I dubbi sulla possibile trasmissione del coronavirus dal cibo restano, nonostante sappiamo ormai tutti che il contagio avviene principalmente da persona a persona per via aerea.

C’è una potenziale relazione tra cibo e Covid-19? Anche ciò che mangiamo ci espone al rischio di contrarre l’infezione? Davanti a domande come questa si sono espresse autorità sanitarie, esperti e agenzie per la sicurezza alimentare.

Coronavirus e cibo: c’è rischio di contagio

“Non c’è alcuna evidenza che il cibo possa trasmettere il Covid-19”, ha detto Marta Hugas, direttore scientifico Efsa (European Food Safety Authority). Gli studi condotti su precedenti focolai epidemici simili, come SARS e MERS, per i quali non si è verificata trasmissione tramite il cibo, portano a ritenere, alla luce delle conoscenze attuali, che il nuovo coronavirus non sia diverso.

I centri di ricerca e gli scienziati di tutto il mondo per il momento sono concordi nell’affermare che non si registrano segnalazioni di contagio attraverso il cibo, anche se l’origine del SARS-CoV-2, sulla base della genetica del virus, dovrebbe essere animale (non si sa ancora se vi è stato il salto di specie o un animale intermedio ha fatto da tramite tra l’animale vettore del virus e l’uomo).

Detto ciò, non si esclude il rischio di contrarre l’infezione a causa del cibo contaminato. È quanto suggerito dall’Anses (Agenzia francese per la salute e la sicurezza): se una persona infetta prepara o maneggia il cibo con le mani sporche o attraverso le goccioline infettive quando parla, tossisce o starnutisce, può contaminarlo e trasmettere il virus a chi lo mangia.

Secondo l’Anses, quindi, la trasmissione del virus Covid-19 non può avvenire direttamente attraverso il tratto digestivo, ma non si può escludere il rischio che il tratto respiratorio venga infettato durante la masticazione.

Il cibo surgelato è pericoloso?

Nei giorni scorsi la Cina ha segnalato altri casi di cibi surgelati positivi al coronavirus. Già ad agosto le autorità cinesi avevano scoperto tracce di SARS-Cov-2 nelle ali di pollo e nei gamberetti surgelati provenienti dal Sud America.

La domanda se è possibile contrarre il Covid-19 da carne e pesce surgelati sorge quindi spontanea.

Secondo uno studio condotto dal CCDC pubblicato sul sito BioRxiv, ancora non sottoposto a revisione paritaria, negli ambienti refrigerati il virus si può diffondere facilmente. Ciò spiegherebbe anche i frequenti casi di focolai negli impianti di macellazione e confezionamento della carne. Secondo un altro studio condotto dall’Università di Singapore, il virus può sopravvivere fino a 3 settimane su carne e pesce congelati.

Sui vari casi di infezione legati alla catena di approvvigionamento alimentare sia in Europa che in Asia gli esperti sottolineano che occorrono indagini e studi più approfonditi. Ad ogni modo oggi non esistono prove certe a sostegno del fatto che si possa prendere il coronavirus dai surgelati. L’Organizzazione Mondiale della Sanità comunque precisa che è sempre opportuno lavarsi le mani prima, dopo e durante la manipolazione degli alimenti.

Attenzione a carne e pesce crudi

Se gli alimenti contaminati sono crudi o non sono sufficientemente cotti, o ancora sono stati preparati in condizioni igieniche precarie, rappresentano una possibile fonte di infezione. Ovviamente anche la condivisione di posate o bicchieri con persone malate potrebbe trasmettere il virus.

Gli esperti spiegano che il coronavirus è sensibile alle alte temperature, ragion per cui, per ridurre il rischio di contagio di coronavirus dal cibo, è bene cuocere gli alimenti a un minimo di 63 gradi per 4 minuti. Per quanto riguarda il cibo a domicilio preparato da pub, rosticcerie e ristoranti, gli operatori del settore sono obbligati a rispettare le misure igienico-sanitarie imposte dalla legge, come l’uso della mascherina.

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