Covid: caso italiano già il 21 novembre 2019

Marco Ciotola

09/12/2020

07/07/2021 - 17:22

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Lo rivela uno studio realizzato dall’Università Statale di Milano: bimbo di 4 anni affetto da coronavirus “3 mesi prima del caso considerato il primo ufficiale in Italia”

Covid: caso italiano già il 21 novembre 2019

Caso italiano di coronavirus riscontrato il 21 novembre 2019. Spicca inesorabile il dato appena rilevato dall’Università Statale di Milano, all’interno del report pubblicato sulla rivista Emerging Infectious Diseases.

Un dato pronto a sottolineare come più di tre mesi prima del caso considerato il primo ufficiale in Italia - il cosiddetto paziente uno di Codogno - fosse già stato riscontrato clinicamente un paziente affetto da Covid-19 sul territorio.

Si tratta di un bambino di appena 4 anni ricoverato per crisi respiratorie proprio quel 21 novembre indicato nello studio, e poi sottoposto a tampone solo il 5 dicembre per sospetto morbillo.

I risultati di quel tampone esaminati a ritroso non mentono: il bambino non aveva il morbillo, era positivo al coronavirus.

Covid-19: caso italiano già il 21 novembre 2019

Lo studio targato Università Statale di Milano puntava proprio al riesame di tutti quei casi sospetti verificatisi nei mesi precedenti a quella finora considerata come la prima comparsa del coronavirus in Italia.

Al vaglio malattie esantematiche quindi, segnalate negli ospedali milanesi tra settembre 2019 e febbraio del 2020. Proprio da qui si è risaliti al caso del bambino di 4 anni ricoverato lo scorso 21 novembre 2019.

Si tratta di quasi 100 giorni prima il cosiddetto paziente 1 di Codogno, Mattia Maestri, attenzionatissimo allora dai media italiani intenti a cercare di ricostruirne spostamenti e incontri, e tracciare così il possibile percorso del virus.

La scoperta - precisano i ricercatori nell’abstract dello studio - apre ora a una nuova possibile mappature e nuovi studi su tempistiche e percorsi del virus:

“Abbiamo identificato la sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus in un campione di tampone orofaringeo raccolto da un bambino con sospetto morbillo, all’inizio di dicembre 2019; vale a dire 3 mesi precedenti il primo caso di malattia da coronavirus identificato in Italia. Questa scoperta amplia le nostre conoscenze sulla tempistica e la mappatura delle nuove vie di trasmissione del coronavirus.”

Il riesame a posteriori

Sono stati in tutto 39 i campioni riesaminati dal team di ricerca, allo scopo di dare nuova luce alla situazione sanitaria italiana nei mesi precedenti a quello finora considerato il primo caso italiano.

Di quei 39, tutti negativi tranne uno, quello appartenente al bambino testato ormai oltre 1 anno fa con le stesse modalità con la quale vengono effettuati i test oggi per diagnosticare i positivi, circostanza che elimina alla base la maggior parte dei dubbi.

Ma si tratta in grossa parte di conferme a diverse altre prove di comparse precedenti del virus in Italia, come si legge all’interno dello studio, che cita riferimenti anche al report realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità che notava tracce del virus nelle acque reflue di Torino e Milano già a dicembre 2019:

“Il primo caso noto di COVID-19 in Italia è stato ufficialmente segnalato nella città di Codogno, in Lombardia, il 21 febbraio 2020. Tuttavia, alcune prove suggeriscono che la sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus 2 (SARS-CoV-2) fosse circolata inosservata per diverse settimane in Lombardia prima del primo rilevamento ufficiale. Studi filogenetici hanno evidenziato una precoce circolazione in Italia e suggeriscono molteplici comparse del virus dalla Cina e dalla Germania, seguite da una trasmissione autoctona. Inoltre, la sorveglianza ambientale ha inequivocabilmente dimostrato la presenza del virus, a concentrazioni paragonabili a quelle ottenute da campioni raccolti nelle fasi successive della pandemia, nelle acque reflue non trattate dell’area milanese già a metà dicembre 2019”.

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