Covid: il Regno Unito senza restrizioni è un pericolo per il mondo

Violetta Silvestri

17 Luglio 2021 - 10:26

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Il Regno Unito è pronto a eliminare ogni restrizione anti-Covid, proprio quando l’allarme variante Delta spaventa il mondo. Perché la decisione di Johnson è un pericolo per tutti, a detta di esperti.

Covid: il Regno Unito senza restrizioni è un pericolo per il mondo

Ci siamo: il Regno Unito sta per eliminare ogni misura di restrizione contro il Covid con una decisione irreversibile che spaventa il mondo.

Perché gli esperti di salute a livello globale stanno lanciando l’allarme? In un momento cruciale per la diffusione della variante Delta e con più incognite che certezze sull’andamento dell’estate, la scelta di Johnson di tornare alla normalità fa discutere.

E preoccupa, visto che i contagi giornalieri in Regno Unito sono saliti a oltre 50.000. Cosa deve temere il mondo sul fronte pandemia Covid?

Regno Unito: via restrizioni Covid, cosa sapere

Gli esperti di salute a livello mondiale hanno condannato la revoca della maggior parte delle restrizioni anti-Covid che entrerà in vigore in Regno Unito il 19 luglio come “una minaccia per il mondo”.

La nazione ha ora il terzo numero più alto di casi di qualsiasi Paese al mondo - solo l’Indonesia e il Brasile ne hanno un numero maggiore - e alcuni scienziati temono che possa diventare un terreno fertile per nuove varianti del virus.

I ministri hanno avvertito che i casi giornalieri potrebbero presto raggiungere i 100.000 e negli ultimi giorni hanno mostrato segni di nervosismo con l’avvicinarsi del 19 luglio, descritto dai giornali come “Giornata della libertà”.

Nello specifico, lunedì le discoteche riapriranno e cesseranno i limiti agli assembramenti e le persone non saranno più obbligate per legge a indossare mascherine in luoghi affollati.

Chris Whitty, chief medical officer, ha sostenuto che è meglio subire un’ondata di Covid in estate - quando i sistemi sanitari sono meno sotto pressione e le scuole sono chiuse - piuttosto che in inverno.

Johnson, che è stato sottoposto a forti pressioni da parte dei parlamentari Tory per porre fine alle restrizioni di Covid, crede anche che il “muro difensivo” del Paese sarà rafforzato durante l’estate, con più persone che vengono vaccinate e le persone contagiate, in particolare i giovani, che sviluppano anticorpi.

Il rischio è che la decisione coraggiosa del Regno Unito possa avere conseguenze per l’intero mondo, memori anche di quanto accaduto con la rapida diffusione della variante Delta dalla nazione inglese. Quest’ultima era stata la più veloce a vaccinare, ma poi la scelta - discutibile - di allungare i tempi della seconda dose si è mostrata come un boomerang.

Cosa temono gli esperti adesso?

Perché il Regno Unito minaccia il mondo

Scienziati di tutto il mondo hanno criticato i piani del Governo del Regno Unito.

Riuniti in un vertice virtuale venerdì, eminenti esperti in salute e scienza e consulenti governativi hanno avvertito che la Gran Bretagna si stava dirigendo verso il disastro rimuovendo la maggior parte delle sue restrizioni.

L’evento è avvenuto dopo che più di 1.200 scienziati hanno appoggiato una lettera sulla rivista medica Lancet, in cui i piani del primo ministro britannico Boris Johnson sono stati definiti “pericolosi e prematuri”.

Per quale motivo? Christina Pagel, direttrice dell’Unità di ricerca operativa clinica dell’UCL di Londra, ha dato in modo esaustivo la risposta:

“Qualsiasi mutazione che può infettare meglio le persone vaccinate ha un grande vantaggio di selezione e può diffondersi. E a causa della nostra posizione di hub di viaggio globale, qualunque variante che diventa dominante nel Regno Unito probabilmente si diffonderà nel resto del mondo – l’abbiamo visto con Alpha e sono assolutamente sicura che abbiamo contribuito all’ascesa del ceppo Delta attraverso Europa e Nord America

Un avvertimento chiaro, quindi, al Regno Unito e al resto del mondo. Da aggiungere, inoltre, che i livelli di vaccinazione non sono affatto omogenei tra i Paesi. L’estate si preannuncia, di nuovo, calda sul fronte pandemia.

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