Cosa succede se l’Italia entra in guerra: il piano dell’Esercito in caso di conflitto mondiale

Alessandro Cipolla

21/03/2022

21/03/2022 - 12:10

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L’Italia avrebbe pronto un piano in caso di un coinvolgimento diretto del nostro Esercito nella guerra in Ucraina: non solo logistica e fanteria, sarebbero chiamate in causa anche l’Aeronautica e la Marina oltre ai reparti speciali.

Cosa succede se l’Italia entra in guerra: il piano dell’Esercito in caso di conflitto mondiale

In caso di un coinvolgimento diretto delle nostre forze armate nella guerra in Ucraina, l’Italia avrebbe pronto un piano a cui da settimane starebbe lavorando a tempo pieno lo Stato maggiore dell’Esercito italiano.

Questa è l’indiscrezione pubblicata da Il Messaggero proprio nel momento in cui il conflitto ucraino sembrerebbe essere in una fase di stallo, con le forze di Mosca che fanno fatica a conquistare le città da settimane sotto assedio e la diplomazia che stenta a fare passi in avanti.

Anche se la Nato e il nostro Governo hanno sempre ribadito che si cercherà in ogni modo di non allargare il perimetro della guerra per non sfociare in un conflitto di ben altre proporzioni, l’Italia si starebbe preparando a ogni evenienza militare.

Se nei giorni scorsi ha fatto discutere la circolare dello Stato maggiore dell’Esercito dove è stata chiesta una operatività al 100% dei vari reparti, il ministro alla Difesa Lorenzo Guerini comunque ha parlato di una comunicazione “ordinaria” considerando la guerra in corso, questa nuova indiscrezione sarebbe un ulteriore passo in avanti nello stato di allerta delle nostre forze armate.

Gli ufficiali infatti avrebbero definito un dettagliato piano di azione in caso di un’escalation militare in Ucraina, con tutti i reparti che verrebbero coinvolti senza tralasciare il fondamentale aspetto della logistica.

Ucraina: il piano dell’Italia nel caso di entrata in guerra

Se confermata, l’indiscrezione riportata dal quotidiano romano di un piano militare dell’Italia già pronto in caso di un coinvolgimento diretto nella guerra in Ucraina, non dovrebbe sorprendere più di tanto vista la delicatezza e la complessità della situazione attuale.

Tutti gli attori in causa vogliono evitare a ogni costo un allargamento del conflitto, una nuova guerra mondiale a quel punto sarebbe tristemente inevitabile, però da quando è iniziata l’invasione russa l’Europa intera sta camminando su un sottilissimo filo che la sospende dal baratro.

Logico di conseguenza che lo Stato maggiore dell’Esercito italiano abbia definito un piano d’azione che, stando a quanto si legge, vedrebbe come primo punto sul tavolo la massima cura dell’aspetto logistico tra realizzazione dei campi base e di una efficace rete di rifornimenti.

A difesa dei convogli così, oltre all’artiglieria da controcarro, sarebbe schierata anche la nostra Aeronautica (F35 compresi) che avrebbe il compito di garantire che la rete dei rifornimenti sia sempre operativa ed efficiente.

In stato di allerta c’è anche la Marina, mentre per quanto riguarda la fanteria inizialmente verrebbero impiegati paracadutisti, bersaglieri e alpini, ovvero i reparti più specializzati del nostro Esercito per affrontare una guerra del genere.

In particolare avrebbero un ruolo centrale i nostri reparti speciali. “Dal 9° Reggimento Col Moschin al 185° Reggimento fino agli alpini del 4° Reggimento - si legge nell’articolo - A loro il compito di infiltrarsi per raggiungere gli obiettivi da colpire e guidare dalla prima linea gli attacchi organizzati a distanza”.

Nella speranza che questo piano possa restare sempre nel novero della teoria e mai in quello della pratica, l’Italia sembrerebbe essere pronta a ogni evenienza in caso di un allargamento della guerra in Ucraina: fare allarmismo in questo momento non conviene a nessuno, ma negare i possibili rischi di un coinvolgimento diretto nel conflitto sarebbe altrettanto scellerato.

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