Cosa rischia Trump per non aver pagato le tasse?

Flavia Provenzani

28/09/2020

28/09/2020 - 11:51

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L’impatto sulle Elezioni USA 2020, il nodo dell’immunità presidenziale e le accuse a livello penale: cosa rischia Trump per non aver pagato le tasse per anni, come afferma l’inchiesta del New York Times?

Cosa rischia Trump per non aver pagato le tasse?

Cosa rischia Trump per non aver pagato (presumibilmente) le tasse?

Un’inchiesta, condotta e pubblicata dal New York Times, sta scuotendo il panorama internazionale: le dichiarazioni dei redditi del presidente Donald Trump rivelerebbero come, per anni, il presidente USA non abbia pagato le tasse e come le sue società abbiano registrato perdite da capogiro.

La notizia arriva a poco più di un mese di distanza dalle prossime elezioni USA, che vedono il repubblicano scontrarsi contro il democratico Biden, e a una sola settimana di distanza dalla minaccia di avviare un’indagine per frode fiscale da parte del procuratore distrettuale di Manhattan.

Cosa è successo? Di cosa è accusato Trump e cosa rischia a livello penale e politico? Quali effetti sui risultati delle elezioni statunitensi? L’immunità presidenziale può salvare il magnate?

Trump non paga le tasse? L’inchiesta del Times in 8 punti

Riassumendo, l’inchiesta rivela che:

  • Trump ha pagato 0 dollari in tasse federali sul reddito per 10 degli ultimi 15 anni - Trump avrebbe riferito di aver perso più soldi di quanti ne abbia guadagnati negli anni in cui non ha pagato le tasse, un dettaglio che mina il suo status di guru degli affari;
  • Trump ha pagato solo 750 dollari di tasse nel 2016 - l’anno in cui si è candidato alla presidenza, e avrebbe pagato la stessa somma, assai modesta, nel suo primo anno da presidente. Secondo il Times ciò è stato reso possibile dal fatto che «i suoi contabili sembrano essersi ritagliati un’indennità su un piccolo credito di imposta» di quegli anni, dal momento che Trump aveva abbastanza crediti d’imposta per non dover pagare alcuna tassa;
  • La scelta di buttarsi in politica e partecipare alla corsa presidenziale potrebbe essere stato uno stratagemma per rafforzare il suo impero in forte crisi - Come sottolineato dal Times, Trump avrebbe deciso di candidarsi alla presidenza nel 2015 dopo - e forse, in parte, perché - che le sue attività principali avevano registrato perdite per oltre 100 milioni di dollari negli ultimi due anni;
  • Trump ha segnato 70.000 dollari di spese in tagli di capelli come spese aziendali - Sarebbe successo durante la sua partecipazione al programma TV The Apprentice;
  • L’IRS, l’omologa statunitense dell’Agenzia delle Entrate, sta verificando la legittimità di un rimborso fiscale dal valore di 72,9 milioni di dollari;
  • Il debito di Trump è enorme e presto peggiorerà ancora - Il presidente è responsabile di 421 milioni di dollari in prestiti in scadenza entro i prossimi 4 anni;
  • Ivanka Trump potrebbe essere stata pagata per le sue consulenze facendo passare il tutto come spese aziendali;
  • La risposta di Trump alle accuse del Times: « Sono notizie totalmente false. Inventate, false», ha dichiarato il presidente poche ore dopo l’uscita dell’inchiesta nella giornata di domenica, specificando di aver «pagato molto, anche le imposte statali sul reddito».

Donald Trump è il primo presidente degli Stati Uniti da Richard Nixon a non aver divulgato pubblicamente le sue dichiarazioni dei redditi. Da tempo sostiene di non poterlo fare poiché sottoposto ad un’operazione di revisione da parte dell’Internal Revenue Service (IRS). Tuttavia, l’IRS sostiene che il magnate sia completamente libero di farlo.

Il New York Times ha ottenuto delle porzioni di alcune dichiarazioni dei redditi di Trump già lo scorso luglio, ma ha aspettato che le elezioni fossero imminenti prima di divulgare quanto scoperto.

Trump ha l’immunità presidenziale?

Trump può essere incriminato qualora i contenuti dell’inchiesta sulla sua presunta evasione fiscale dovessero rivelarsi realtà?

Lo scorso luglio la Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto con fermezza le argomentazioni del magnate affinché potesse godere di un’immunità presidenziale totale, stabilendo che un procuratore di New York potesse ottenere i documenti finanziari del magnate, ma impedendo - almeno per ora - alle Commissioni alla Camera di poter consultare documenti simili.

La doppia sentenza passata con un 7 a 2, redatta dal giudice conservatore John Roberts, costituiscono una pietra miliare e impediscono nel breve termine che i dettagli sulle finanze di Trump diventino pubblici.

Trump combatte da tempo con tenacia per tener segrete le sue dichiarazioni dei redditi e altri dettagli sulle sue finanze. Ma presto Trump potrebbe dover affrontare alcuni procedimenti penali nella sua nativa New York.

La Corte Suprema ha sottolineato che ci sono dei limiti ai poteri della presidenza e ha riaffermato con fermezza il principio secondo cui nemmeno il presidente è al di sopra della legge.

Gli allora due giudici nominati alla Corte Suprema da Trump, i conservatori Neil Gorsuch e Brett Kavanaugh, si sono uniti a Roberts e ai quattro giudici liberali in entrambe le sentenze, respingendo le argomentazioni del magnate secondo cui la Costituzione gli darebbe l’immunità assoluta da qualsiasi procedimento penale in qualità di presidente in carica.

Il procuratore distrettuale di Manhattan Cyrus Vance, democratico, e le tre Commissioni della Camera hanno emesso dei mandati di comparizione a terze parti, non direttamente al presidente repubblicano.

E allora da cosa hanno l’immunità i presidenti degli Stati Uniti?
Il Dipartimento di Giustizia USA ha una politica di vecchia data che prevede che i Presidenti degli Stati Uniti in carica non possano essere incriminati per accuse penali, sebbene la stessa Costituzione degli Stati Uniti taccia sulla questione e la Corte Suprema non abbia mai affrontato direttamente l’argomento.

La politica del Dipartimento di Giustizia è stata definita nel 1973 dal suo Ufficio di Consulenza Legale in una nota interna nel bel mezzo dello scandalo Watergate che stava coinvolgendo il presidente Richard Nixon.
La posizione è stata ribadita nel 2000, in un promemoria secondo cui un presidente in carica è «costituzionalmente immune» dall’accusa e dall’azione penale, perché violerebbe la separazione dei poteri stabilita nella Costituzione.

Sul tema della dichiarazione dei redditi e della presunta evasione fiscale, da tempo gli avvocati di Trump tentano di sostenere che questa immunità penale significa che il presidente non può essere citato in giudizio in un’indagine penale. Tuttavia la Corte Suprema ha chiarito che l’immunità dalle azioni penali non si estende all’immunità dal coinvolgimento in procedimenti penali e all’obbligo di presentare le prove richieste da un tribunale.

Cosa rischia Trump a livello penale

Negli Stati Uniti, l’evasione fiscale costituisce un crimine che può dar luogo a sostanziali sanzioni pecuniarie, reclusione o entrambe le cose. La sezione 7201 dell’Internal Revenue Code recita: «Qualsiasi persona che intenzionalmente tenti in qualsiasi modo di eludere o annullare qualsiasi tassa imposta a proprio titolo o il pagamento della stessa deve, oltre a pagare le altre sanzioni previste dalla legge, essere ritenuto colpevole di un crimine e, in caso di condanna, sarà multato non più di $100.000 ($500.000 nel caso di una società), o messo in carcere non più di 5 anni, o entrambe le cose, oltre a pagare i costi dell’azione penale».

Per prima cosa occorre dimostrare la circostanza che esista una passività fiscale non pagata. In secondo luogo, l’accusa deve provare che l’imputato abbia agito al fine di evadere o tentare di evadere le tasse. In terzo luogo, occorre che sia chiaro che l’imputato possedesse l’intento specifico di eludere le tasse. Per arrivare ad una condanna, la giuria deve ritenere l’imputato colpevole di ciascuno di questi elementi oltre ogni ragionevole dubbio.

Quale impatto sulle Elezioni USA 2020?

In che modo l’inchiesta potrebbe influenzare i risultati delle elezioni statunitensi in programma il prossimo 3 novembre?

Considerando che le preferenze a favore del presidente hanno oscillato intorno ai 40 punti percentuale per tutta la sua presidenza, non è chiaro quanto l’inchiesta riuscirà a influenzare la campagna per la sua rielezione. Ad ogni modo, la campagna elettorale Biden-Harris sta già cavalcando l’onda con lo slogan «Ho pagato più tasse di Donald Trump».

Tuttavia, i dati pubblicati dal Times potrebbero incoraggiare le autorità che indagano sulle dichiarazioni dei redditi del presidente a intensificare i propri sforzi - o incoraggiare i Democratici alla Camera ad aprire un’inchiesta sui creditori internazionali a cui Trump deve dei soldi. Potrebbe anche spronare i Democratici a rafforzare ulteriormente i poteri dell’IRS nel tentativo di recuperare i miliardi che il governo federale perde ogni anno a causa dell’evasione fiscale legalizzata da parte dei super-ricchi.

Staremo a vedere.

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