Cosa rischia Fedez dopo la querela della Rai

Giorgia Bonamoneta

24/05/2021

24/05/2021 - 23:14

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Il rapper italiano Fedez è stato querelato per diffamazione e danni di immagine dalla Rai. “Rifarei tutto”, ammette il cantante e a sua volta querela il Direttore di Rai 3, Franco Di Mare. Quali rischi corre Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez?

Cosa rischia Fedez dopo la querela della Rai

A quasi un mese dai fatti del Concertone del 1° maggio la Rai ha querelato per diffamazione il rapper italiano Fedez, che adesso rischia il processo.

Dopo le accuse di censura da parte del cantante, la conseguente smentita della Rai e la divulgazione sui social dei messaggi e della chiamata, Fedez non fa un passo indietro. “Rifarei tutto”, ha ribadito ancora una volta oggi tramite il suo account Instagram.

All’inizio il deputato della Lega Capitanio aveva parlato di reato di diffamazione e diffusione di conversazioni private (reato dal 2017 punito con un massimo di 4 anni di reclusione), ma dopo poco è arrivata la smentita del cantante. Il rapper infatti sarebbe stato accusato di danno d’immagine. Quali rischi comporta?

Rai: querela per diffamazione a Fedez “è un atto dovuto

Uno dei primi a riportare la notizia della querela per diffamazione al cantante Fedez è stato Massimiliano Capitanio, deputato della Lega e capogruppo in Vigilanza Rai. “Si tratta di un atto dovuto e doveroso - spiega Capitanio - perché su temi [...] come la libertà di espressione e il rispetto della persona non è possibile scherzare”. Il deputato della Lega, partito accusato da Fedez, con tanto di nomi e cognomi, di aver pronunciato insulti omofobi e minacce di morte, ha aggiunto che “quella sera sono state fatte e dette cose troppo gravi”.

La Rai ha ritenuto opportuno procedere nei confronti di Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, per diffamazione e danno di immagine. I rischi penali non sembrano spaventare il rapper, che verso le ore 22 ha a sua volta annunciato di voler procedere, per reato di diffamazione, contro il Direttore di Rai 3 Franco Di Mare. Il motivo risale alla riunione della Commissione di vigilanza, quando Di Mare ha accusato Fedez di aver orchestrato tutto per complottare contro di lui.

Cosa rischia Fedez?

Il reato di danno d’immagine contestato a Fedez rientra nella più ampia denominazione di diffamazione. La Legge (articolo 595 del Codice Penale) sancisce una pena fino ai tre anni di reclusione o il pagamento di una multa non inferiore ai 516 euro in caso di offesa recato a mezzo stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità.

Fedez sarà accusato e punito? La risposta è ancora in dubbio, dalle querele al tribunale ne deve passare di acqua sotto i ponti. Intanto c’è chi sta già facendo notare come esistano degli articoli che prevedono l’applicazione di una causa di esclusione, per esempio:

art. 599: Con riferimento al caso in cui l’offesa idonea ad integrare la diffamazione sia seguita ad una provocazione, ossia sia stata commessa nello stato d’ira determinato da un fatto ingiusto altrui, quale sua diretta conseguenza.

Una questione di visibilità o di libertà di espressione?

Dovuto o meno la Rai si è presa la responsabilità di andare contro il “paladino” della libertà di espressione. Da parte sua Fedez esce con la reputazione pulita agli occhi del web, lo ricorda lui stesso su Instagram, invitando tutti a leggere i commenti sotto i video della telefonata divulgata.

Cercare di capire chi ha ragione e chi ha torto in questo contesto è impossibile. La Legge sarà applicata, ma bisogna tener conto della visibilità dei personaggi in causa: da una parte il rapper, ormai anche attivista, Fedez e dall’altra la Rai, servizio pubblico italiano che dovrebbe permette la libertà di espressione, messa però in dubbio.

La risposta dura della Rai ha origini politiche e il caso è già di fatto un caso politico. Ci si potrebbe domandare se la divulgazione da parte di Fedez è un atto d’informazione “dovuto e doveroso” quanto la querela in risposta della Rai.

Si gioca tutto su questo terreno instabile: Fedez ha il diritto di esprimersi e va tutelato da questo punto di vista, ma le sue parole, a detta della Rai, hanno leso l’immagine della pubblica televisione. Certo, la Rai deve dimostrare il fatto lesivo, ovvero quali sono state le conseguenze negative dovute al danno d’immagine, per poter vincere la causa.

Dopo un mese dal Concertone le polemiche si erano ormai spente, ma con la diffusione della notizia di querela si tornerà nuovamente a parlare del fatto ancora a lungo. Si potrebbe dire che la Rai stia correndo un rischio maggiore di danno all’immagine continuando sulla strada della denuncia e, anche in caso di vittoria, la televisione di Stato potrebbe uscirne anche peggio. E in futuro si dirà che avrà vinto la giustizia o la censura?

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