Dramma coronavirus: in Perù e Bolivia sono finite le bare

Alessandro Cipolla

27/07/2020

31/08/2021 - 12:43

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Il coronavirus sta mettendo in ginocchio il Sud America, tanto che in alcune aree del Perù e della Bolivia non ci sarebbero più scorte di ossigeno e bare per seppellire i morti.

Dramma coronavirus: in Perù e Bolivia sono finite le bare

Il coronavirus continua a flagellare il Sud America. Non solo il Brasile, secondo al mondo per numero di contagi (2,4 milioni) e morti (87.000), ma la situazione starebbe diventando ormai fuori controllo anche in diversi altri Paesi del continente.

Uno degli Stati in cui negli ultimi giorni si è registrato uno dei più significativi aumenti del numero dei contagi è infatti la Colombia, che si aggiunge così ai drammi che si stanno vivendo in Perù, Ecuador, Bolivia e Cile.

In particolare sono preoccupanti le notizie che arrivano dal Perù e dalla Bolivia, visto l’allarme che arriva da alcune delle aree più povere di questi due Paesi martoriati dal coronavirus.

In alcune zone infatti non solo sarebbero terminate le scorte di ossigeno, fondamentali per le terapie intensive, ma non ci sarebbero più neanche bare a sufficienza per seppellire i morti causati dal Covid.

Coronavirus: la situazione in Bolivia e Perù

Leggendo la triste classifica dei Paesi al mondo dove si sono registrati più casi di positività al coronavirus, colpisce vedere come al settimo posto di questa drammatica graduatoria ci sia il Perù, che da tempo in questa conta ha superato Italia, Spagna e Regno Unito.

Nel dettaglio al momento sono 376.000 i casi accertati di coronavirus in Perù, con 17.850 persone che hanno perso la vita a causa del Covid. Se contiamo che stiamo parlando di un Paese di 33 milioni di abitanti, è facile intuire quanto questi numeri siano importanti.

Al dramma sanitario in Perù si starebbe sommando anche quello economico, tanto che si stima che nella capitale Lima circa la metà dei lavoratori abbiano perso il loro impiego a causa del virus.

Non bisogna poi dimenticare il milione di profughi venezuelani che vivono in strada in condizione di grande povertà, rendendo così molto più difficile il far rispettare i dettami del lockdown imposto dal governo.

Non va meglio in Bolivia, dove dall’inizio della pandemia finora si sono registrati 69.400 casi e circa 2.600 morti, anche se le vittime reali del coronavirus potrebbero essere molte di più. Anche qui visto che si parla di un Paese di 10 milioni di abitanti, i numeri sono da brividi.

Il problema maggiore però è che la curva del contagio non accenna a diminuire, facendo registrare di giorno in giorno nuovi tristi record tanto che gli ospedali sarebbero al collasso e i cimiteri non avrebbero più spazio per seppellire i morti.

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