Conviene tenere Bitcoin in portafoglio? Cosa dicono gli analisti

Pierandrea Ferrari

21 Maggio 2021 - 12:20

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Nell’ultimo anno, grazie ad una formidabile bull run post-halving, il Bitcoin ha tirato la volata dei portafogli degli investitori retail, ma la black week iniziata con la giravolta di Musk e proseguita con le stoccate di Pboc, BCE e Tesoro USA ha fatto precipitare la quotazione, con minimi intraday poco sopra i 30.000 dollari. E allora, visti gli ultimi chiari di luna, conviene continuare a puntare sulla divisa? Rispondono gli analisti di Société Générale.

Conviene tenere Bitcoin in portafoglio? Cosa dicono gli analisti

Conviene tenere il Bitcoin in portafoglio? L’interrogativo segue i violenti movimenti di prezzo della divisa, che dopo aver centrato record su record sulla spinta dell’halving, delle aperture della finanza mainstream (vedi Tesla o PayPal) e degli endorsement delle grandi banche USA e degli hedge fund, si è schiantata nel black wednesday su minimi intraday di poco più di 30.000 dollari, recuperando parte del terreno perso solo nelle ultime ore.

A far prima vacillare e poi collassare la quotazione del BTC e a cascata delle Altcoin, da Ethereum a XRP di Ripple, è stato paradossalmente un bull di razza come Elon Musk, con la giravolta sui pagamenti in crypto per le auto Tesla, ma anche il fronte bancario Pboc-BCE e il Tesoro USA, tra stop ai servizi in valute virtuali e nuove stoccate su transazioni illegali ed evasione fiscale.

Ma la volatilità, deflagrata nell’ultima settimana con oscillazioni giornaliere in doppia cifra, non è nuova, ed ha accompagnato il BTC anche nel ciclo rialzista inaugurato dopo il sell-off di Borsa dello scorso marzo, nel pieno della prima ondata pandemica. Al punto che gli analisti della banca francese Société Générale (SocGen) si sono chiesti se sia opportuno, per gli investitori retail, continuare a diversificare il proprio portafoglio con il token di Nakamoto. E, eventualmente, se non sia il caso di virare sull’oro, pompato negli ultimi giorni dal rischio inflazione e dal dollaro debole: i dettagli.

Conviene tenere Bitcoin in portafoglio? Cosa dicono gli analisti

Quello di SocGen, a ben vedere, è un giudizio tranchant: non solo il Bitcoin in portafoglio rimane una questione “altamente controversa, soprattutto per i movimenti di prezzo erratici”, ma il downside della crypto continua anche a prevalere su quei fattori rialzisti che pure ci sono, come il tasso di adozione istituzionale, il turbo dell’halving e la possibilità di un lancio a stretto giro di un Exchange-traded fund (ETF) dedicato.

Le spinte ribassiste, secondo gli analisti, potrebbero venire ancora dalle banche centrali, e non solo dalla cinese Pboc, che di fatto ha già spezzettato il ramo criptovalutario con misure ad hoc dal lontano 2017. Dalla BCE e dalla Fed – negli USA arrivano anche le bordate del Tesoro USA, per cui le crypto “facilitano le attività illegali a cominciare dall’evasione” – la minaccia che serpeggia è quella di eventuali regolamentazioni, che potrebbero chiudere la stagione a briglie sciolte delle divise digitali e impattare sui volumi di trading.

Da SocGen, inoltre, citano anche il fattore Musk, ovvero quei tweet “confusi” che il tycoon ha liberato in rete pompando (e ultimamente sgonfiando) le quotazioni degli asset, dal BTC al Dogecoin. Musk è imprevedibile, e i regolatori sembrano avere le armi spuntate viste le leggi blande negli USA: tutto fumo sul mercato che rischia di rendere ancora più instabili i prezzi.

L’oro è il miglior stabilizzatore per il portafoglio

Considerazioni che portano SocGen a smontare la narrazione che vede il Bitcoin come una sorta di oro digitale, ovvero un bene rifugio per proteggersi dagli scossoni sull’azionario o da cicli economici avversi. In termini di volatilità e quindi di magnitudine dei movimenti dei prezzi il confronto non regge: il lingotto è a -1,2% su base year-to-date, il BTC nonostante il crollo è ancora il rialzo del 38%.

L’oro, però, potrebbe essere alla vigilia di un nuovo trend rialzista, visti i rischi sul fronte inflazione e la debolezza del biglietto verde, e rimane comunque il miglior stabilizzatore per il portafoglio, in grado persino di compensare (parzialmente) le perdite sui bond in tempi di fiammate inflative.

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