Verificazione della scrittura privata, quando serve e come si fa

Ilena D’Errico

30 Gennaio 2024 - 00:12

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La verificazione della scrittura privata permette di far valere l’accordo in giudizio. Ecco quando è necessaria e come si fa.

Verificazione della scrittura privata, quando serve e come si fa

Le scritture private sono documenti con cui ognuno si interfaccia molto spesso, perché consentono di regolare i propri interessi e accordarsi in modo semplice, informale e senza necessità di rivolgersi al notaio o a un altro pubblico ufficiale. La scrittura privata impegna le parti che la sottoscrivono, ma proprio per la mancanza di verifiche ulteriori può facilmente essere disconosciuta.

La legge stabilisce infatti che il valore probatorio della scrittura privata dipende dal riconoscimento della sottoscrizione fatta dalle parti. È sufficiente negare di aver firmato la scrittura, sostenendo ad esempio che la firma sia falsa, per invalidare il documento. Disconoscendo la scrittura privata si impedisce che l’altra parte possa utilizzarla in giudizio per pretendere l’adempimento, almeno temporaneamente.

Per quanto sia possibile disconoscere una scrittura privata, infatti, la legge prevede delle tutele affinché non ci siano facili scorciatoie per liberarsi dagli obblighi presi. Anche perché se così non fosse non avrebbe senso affidarsi a questo strumento in favore di altri maggiormente sicuri. In particolare, la verificazione della scrittura privata consente di superare il disconoscimento e far valere i propri diritti.

Cos’è la verificazione della scrittura privata

La verificazione della scrittura privata è il mezzo con cui è possibile superare il disconoscimento della sottoscrizione, riuscendo così ad avvalersi del documento come mezzo di prova. Nel dettaglio, la verificazione non è altro che una sentenza con cui il giudice riconosce la paternità delle sottoscrizioni apposte.

La scrittura privata verificata può quindi essere impiegata in una causa civile per pretendere l’adempimento dell’altra parte, nonostante quest’ultima abbia negato l’impegno. Per esempio, la scrittura privata può essere impiegata per la compravendita di auto tra privati. Nell’accordo, il venditore si impegna a consegnare l’auto e l’acquirente a corrispondere il prezzo pattuito.

Cosa succede se l’acquirente rifiuta di pagare? Bisogna adire una causa civile, portando come prova proprio la scrittura privata. L’acquirente può però affermare di non aver mai firmato quell’accordo, impedendo il proseguimento del procedimento. Un grande ostacolo, superabile chiedendo la verificazione della scrittura privata, per poi ottenere una condanna al pagamento e avere diritto - in caso di inadempimento - all’esecuzione forzata.

Quando serve

La verificazione della scrittura privata serve quando l’altra parte la disconosce e nega di averla sottoscritta. È fondamentale che il soggetto abbia effettivamente firmato l’accordo, che altrimenti è privo di valore a prescindere dal disconoscimento.

Lo strumento della verificazione può essere impiegato quando entrambi hanno firmato la scrittura privata (o ciò si suppone), ma una delle parti lo nega e disconosce la firma. Non bisogna confondere la verificazione con l’autenticazione della scrittura privata, che invece avviene con accordo delle parti in presenza di un pubblico ufficiale o di un notaio.

Dunque, la verificazione della scrittura privata non ha utilità se il documento è stato autenticato.

Come si fa

Per verificare la scrittura privata è necessario avviare un procedimento di verificazione, cioè una causa civile volta all’accertamento della sottoscrizione. Il procedimento può essere richiesto in via incidentale, cioè durante un procedimento già instaurato, e se necessario anche in via principale.

Il primo caso è evidentemente quello più frequente, accade quando si avvia un giudizio per ottenere l’adempimento ma l’altra parte disconosce la scrittura privata, dunque se ne chiede la verificazione. È però anche possibile chiedere prima la verificazione della scrittura privata, ma non a scopo di precauzione. Per chiedere l’accertamento è infatti necessario dimostrare di avervi interesse, ad esempio perché la scrittura servirà come prova in eventuali giudizi o per la trascrizione.

Il ricorrente deve dimostrare che la sottoscrizione è stata prodotta dalla controparte, con tutti i mezzi di prova a disposizione, ad esempio mostrando un’altra firma realizzata dal soggetto. Il giudice, secondo la legge, può chiedere alla controparte di scrivere sotto dettatura, anche affidandosi a un perito calligrafico, per la comparazione.

Anche la perizia grafologica svolge un ruolo importante ed è fondamentale quando i mezzi di prova sono insufficienti o le comparazioni non chiariscono ogni dubbio. Chiedendo la verificazione, oltretutto, si ottiene che il giudice imponga regole precise per la custodia del documento.

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