Come si sviluppa un piano di trading? Guida per aspiranti trader

Federica Agostini

2 Agosto 2013 - 18:22

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Come si sviluppa un piano di trading? Guida per aspiranti trader

Prima di procedere con la guida che illustra come sviluppare un piano di trading (o trading plan) è importante fare una distinzione tra trading discrezionale e trading sistematico.

Il trading discrezionale si basa sull’osservazione dei mercati e l’apertura manuale dei trade, in risposta alle informazioni disponibili in quel momento. Il trading sistematico invece presuppone un certo livello di automazione nell’implementare un determinato paniere di istruzioni.

Dunque, anche se un trader discrezionale può utilizzare un trading plan, sarà sempre lui o lei a decidere se piazzare, o meno, il proprio ordine. Al contrario, un trader sistematico segue esattamente la logica del trading system che usa, anche se si può seguire il sistema strategico in maniera totale o solo parziale.

Ad ogni modo, proprio perché il trading sistematico opera sotto determinate «regole», questo richiede un piano di trading che sia comprensivo e funzionale.

Cos’è un trading plan e come si sviluppa?

Un trading plan è l’insieme di una serie di regole che definiscono il «come» e il «quando» un trader piazzerà i propri ordini. Pertanto, il trading plan si compone di elementi che descriveranno l’attività di un trader.

Mercati sui quali si intende operare

Oggi ai trader non è imposto alcun limite sulla tipologia di mercato sul quale si intende operare (valute, commodities, futures, azioni, ecc.). Ad ogni modo, a prescindere dal tipo, qualsiasi strumento utilizzato per «tradare» deve godere di buona liquidità e volatilità.

La liquidità descrive l’abilità di eseguire ordini di qualsiasi entità, in maniera veloce ed efficiente senza subire significativi cambiamenti di prezzo. In altre parole: la liquidità si riferisce alla facilità con la quale i titoli possono essere acquistati e venduti.

La liquidità si misura in termini di:

  • Ampiezza: quant’è stretto lo spread bid/ask?
  • Profondità: quant’è profondo il mercato (quanti ordini rimangono fuori dal best price)?
  • Immediatezza: quanto velocemente può essere eseguito un grande ordine?
  • Elasticità: quanto impiega il mercato a tornare indietro dopo l’esecuzione di un ordine molto grande?

I mercati che godono di buona liquidità tendono ad avere piccoli spread bid/ask e una buona profondità perché i trade vengano eseguiti velocemente. La liquidità è un fattore estremamente importante per i trader perché assicura che gli ordini vengano:

  • Completati
  • Completati con il minimo slippage
  • Completati senza importanti variazioni di prezzo

La volatilità, d’altra parte, misura la quantità e la velocità con la quale si muove al rialzo, o al ribasso, il prezzo di un particolare mercato.

La volatilità è spesso vista come un’opportunità di trarre profitto dal cambiamento di prezzo. Qualsiasi cambiamento di prezzo crea un’opportunità di guadagno: sia esso un aumento in fase di uptrend, o un calo in fase di downtrend. Diversamente, se il prezzo rimane invariato è difficile trarre profitto.

Bisogna infine sottolineare che un trading plan sviluppato e testato per uno strumento, potrebbe non funzionare correttamente se applicato ad un altro, per questo molti trader preferiscono sviluppare un piano di trading relativo ad un singolo strumento e poi ampliarlo all’aumentare delle proprie abilità di trading.

Gli elementi di un trading plan

Oltre alla valutazione onnicomprensiva del mercato sul quale si intende operare, il trading plan dovrà definire:

  • Il time-frame dei grafici da utilizzare per le decisioni di trading.

Time-frame e stile di trading vanno di pari-passo; trader di lungo periodo utilizzano grafici di lungo periodo e viceversa. Sebbene sia possibile incorporare più time-frame durante il trading, bisognerà stabilire su quale «timing» andrà impostato quello per definire le regole di entrata ed uscita da un trade.

  • Indicatori e impostazioni applicate al grafico.

Gli indicatori tecnici, basati su calcoli matematici, non forniscono da soli segnali di vendita o acquisto, ma possono essere utilizzati per evidenziare fasi di trend, volatilità, momentum, oppure volume. Un piano di trading non deve limitarsi al tipo di indicatore, ma deve specificarne le impostazioni. Se decidiamo di utilizzare la «media mobile semplice» ad esempio, dovremo specificare anche se si tratta di una media a 20 giorni, oppure 50.

  • Regole del «position sizing».

Position sizing si riferisce al valore, espresso in dollari (USD) cui corrisponde un trade. È piuttosto comune che trader alle prime armi inizino con un piccolo contratto alla volta, tuttavia a prescindere dalla strategia di trading che si sceglie di utilizzare è importante tenere sotto controllo il quadro delle posizioni dei trade avviati.

  • Regole per l’ingresso.

Esistono trader più prudenti che preferiscono attendere diverse conferme da parte del mercato, prima di aprire un trade. Altri invece, più aggressivi, tendono a cercare meno conferme. Le regole per l’ingresso nei trade devono far parte dell’operatività di entrambi i tipi di trader affinché rappresentino uno strumento decisivo per l’entrata sul mercato.

Filtri e «trigger» co-operano alla creazione delle regole d’ingresso. I filtri identificano le condizioni che devono verificarsi affinché possa essere aperta una posizione. Letteralmente, trigger potrebbe essere tradotto come «detonatore» e il trade trigger è la linea di sicurezza oltre il filtro che conferma la coesistenza delle condizioni per l’apertura di un trade.

  • Regole per l’Exit.

Spesso si dice che un trade sia sempre vincente, purché si esca dal mercato al momento giusto. Questa è una visione eccessivamente semplicistica, ma c’è un fondo di verità. Il punto di uscita è l’elemento fondamentale per un trade di successo. Per questo le «exit rules» hanno bisogno di essere ragionate e poi testate.

Dalle regole per l’exit dipendono moltissimi aspetti, come ad esempio:

  • Take profit
  • Livelli di stop loss
  • Livelli trailing stop
  • Strategia stop and reverse.

Le regole di uscita di un trade devono far parte del trading plan in maniera specifica. Ad esempio:

  • Take profit: uscire con un ordine limit impostato a 20 pips al di sopra del prezzo di entrata.
  • Stop loss: uscire con un ordine stop impostato a 10 pip al di sotto del prezzo di ingresso.

Riassumendo

Un trading plan ben costruito comprende diversi aspetti, come:

  • Strumenti di trading
  • Time-frame utilizzati
  • Position sizing
  • Condizioni di ingresso
  • Condizioni di uscita

Ecco un modello tipo di trading plan:

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