Chi è vaccinato non deve baciare e abbracciare nessuno: perché è ora di dire basta

Giorgia Bonamoneta

19/07/2021

19/07/2021 - 18:34

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Chi è vaccinato lancia la mascherina in aria e inizia ad abbracciare tutti. Un po’ lo capiamo, ma non è un comportamento sensato. Ecco perché dovremmo evitare di baciarci fino all’immunità di gregge.

Chi è vaccinato non deve baciare e abbracciare nessuno: perché è ora di dire basta

Ieri sera sulla mia bacheca Facebook ho letto lo sfogo di una “amica di social” - una di quelle persone che non conosci nella vita reale, ma con la quale ti trovi d’accordo con quasi tutti i post che pubblica - sul modo di salutarsi durante la pandemia: “Niente baci e abbracci”, ha scritto.

Ho capito solo dopo che si trattava, senza quell’odorino di complotto, di una catena di san’Antonio diventata virale con l’hashtag #fermiamoilvirus. Il messaggio riassunto era più o meno questo: “Se tutti siamo vaccinati, non replichiamo il virus, il virus non può mutare, e dopo un po’ scompare”.

Quello che mi ha stupito di più sono stati i commenti rabbiosi di nomi e cognomi sconosciuti che decretavano la fine della tradizione italiana (quella del bacio sulle guance) in favore di una sudditanza come quella cinese e giapponese - questo commento in particolare penso faccia riferimento all’usanza dell’inchino come saluto - da importare in Italia.

Mi sono chiesta come fosse possibile che dopo un anno e mezzo di crisi sanitaria, dopo 4,29 milioni di contagi e 128 mila decessi, potessero ancora esistere degli scettici delle norme di sicurezza. Non dei vaccini, non dell’azione di Governo, ma delle norme consigliate dalla comunità scientifica e in uso già durante la pandemia di peste nell’Europa medievale.

Chi è vaccinato non può abbracciare e baciare chi vuole

Partiamo dal presupposto che non tutti sono vaccinati, quindi non tutti sono al sicuro. In Italia solo il 50,57% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale, con una netta maggioranza degli over 50-60. Per raggiungere l’immunità di gregge serve l’80-85% della popolazione vaccinata con seconda dose, un obiettivo ancora molto lontano e reso sempre più difficile da raggiungere per via delle varianti del coronavirus.

Perché baciare e abbracciare gli amici può creare un danno per tutti? “Se io sono vaccinato ed entro in contatto con la variante Delta, il virus non viene replicato e dopo qualche giorno muore”, scrive la catena di Sant’Antonio, come una pubblicità progresso. E continua: “Ma se nei giorni in cui il virus non è ancora morto mi metto ad abbracciare e baciare chi non è vaccinato, cosa può succedere?”.

La domanda è lecita e la risposta è semplice: chi non è vaccinato si contagia e il virus inizia a moltiplicare e replicare. Il rischio di mutazione e di variazione aumenta.

Un bacio e un abbraccio sono gesti semplici, istintivi, ma in questo contesto gli vanno aggiunti gli aggettivi di pericolosi e controproducenti. “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, così chi ha avuto il privilegio di vaccinarsi prima deve pensare alla salute di chi non ne ha ancora avuto l’occasione, così che in futuro ci siano ancora occasioni per abbracciarsi e baciarsi.

Baci e abbracci: la risposta antipatica viene dalla scienza

C’è chi ha amato la quarantena, il non dover salutare i vicini e l’obbligo di camminare distanti da tutti e tutto; ma c’è anche chi, di questa situazione di isolamento forzato, ha sofferto molto. Pensate che questi gesti tipici dell’affettuosità italiana sono stati presi in esame dall’UNESCO, sotto richiesta della città di Varese, come forma creativa umana da tutelare.

Lasciamo da parte la tipica passionalità (e indignazione) all’italiana, per cercare una risposta scientifica alla domanda sopra posta: “Perché baciare e abbracciare gli amici può creare un danno per tutti?”.

La risposta degli esperti, non dei “divanisti tuttologi”, non è semplice, ma è stata più volte proposta in maniera facilitata al grande pubblico. Nei mesi caldi della pandemia ogni giorno in televisione c’erano virologi, epidemiologi ed esperti di vaccini a spiegare come e perché il virus replicasse e mutasse.

Quello che farò ora sarà portare all’estremo questa semplificazione, come in matematica e rispondere ad alcuni dei dubbi più comuni. Partiamo con una semplice costatazione:

Se sono vaccinato ed entro in contatto con il virus, io prenderò al massimo un raffreddore e non replicherò il virus, così dopo qualche giorno questo muore (dalla catena di San’Antonio).

E qui entra in gioco il contatto fisico e la prossimità:

Se entro in contatto con un’altra persona quando il virus non è ancora morto, allora l’altra persona verrà contagiata.

Si aprono due scenari:

  • Se questa fantomatica persona è vaccinata, allora neanche lei replica il virus e, dopo qualche giorno, muore;
  • Se questa fantomatica persona non è vaccinata, allora il virus inizia a moltiplicarsi e replicandosi c’è la possibilità che muti. Una di queste mutazioni può sviluppare una variante, magari con resistenza ai vaccini.

Quali sono le contestazioni a questo filo logico? “Ma allora perché nei Paesi con maggiore vaccinazione ci sono molti casi?”. In molti Paesi la percentuale di prime dose è superiore a quelle delle persone che hanno completato il ciclo vaccinale, ma in generale questa domanda (molto frequente) non prende in considerazione il fatto che chi è vaccinato può comunque contagiarsi. Il fattore positivo è: non avere conseguenze gravi dall’infezione.

«Ma allora sono obbligato a vaccinarmi? Questa è dittatura sanitaria!». Nessuno obbliga nessuno, a parte il Governo francese. La scelta di vaccinarsi, di “sperimentare sulla propria pelle”, come scrivono allarmati molti, è un modo per proteggere la popolazione fragile. Ci sono persone che non si possono vaccinare ed è per loro che si cerca di raggiungere l’immunità di gregge, oltre che per tentare di porre un freno alle varianti.

Questo anno e mezzo ci ha reso tutti più inclini all’indignazione (abbiamo mandato una richiesta all’UNESCO per rendere baci e abbracci un patrimonio italiano!) ma poco empatici. Nel corso dei mesi abbiamo perso la sensibilità verso quella conta infinita di morti. 100, 200, 600, 900 morti al giorno, ma sembra quasi che siano più importanti i baci e gli abbracci, le strette di mano e le catene di Sant’Antonio.

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