Chi è Benjamin Netanyahu, orientamento politico e quanto guadagna il leader di Israele

Giorgia Bonamoneta

27 Ottobre 2023 - 18:06

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Chi è Benjamin Netanyahu? Per scoprirlo bisogna scendere nella storia del partito che guida. Ecco quanto guadagna grazie al suo lungo mandato (quasi ininterrotto dal 2009).

Chi è Benjamin Netanyahu, orientamento politico e quanto guadagna il leader di Israele

Benjamin Netanyahu è uno dei nomi più citati negli ultimi giorni, da quando lo scontro con Hamas ha coinvolto un numero di civili palestinesi senza precedenti. Al momento le persone decedute nella Striscia di Gaza sono oltre 7mila. La visibilità dei fatti in corso hanno fatto cadere il velo che mostrava Israele come “l’unica democrazia del Medio Oriente”. Caduta la maschera, c’è chi scopre solo ora le ombre dietro Benjamin Netanyahu e il suo lungo operato a Israele, che prosegue quasi senza interruzioni dal 2009.

Chi è Benjamin Netanyahu e perché è, non solo di nome ma anche di fatto, è additato da una parte di mondo (non dagli alleati statunitensi e da parte dell’Occidente) come un personaggio controverso?

Benjamin Netanyahu: vita e politica di Re Bibi

Benjamin Netanyahu, soprannominato Bibi, è nato a Tel Aviv il 21 ottobre 1949. Bibi è di origine per metà polacche e per metà bielorusse. Il lavoro del padre Benzion Netanyahu, una cattedra di Storia ottenuta a Philadelphia, permise alla famiglia di spostarsi negli Stati Uniti.

Rientrato nello Stato ebraico per svolgere il servizio militare, Benjamin Netanyahu si trovò a operare nelle Forze di difesa israeliane durante la “Guerra d’attrito” tra Israele ed Egitto. Tornerà in Israele per combattere la guerra dello Yom Kippur.

Il passo nella politica lo fa nel 1988, quando si iscrive al partito di centrodestra Likud, del quale è tutt’ora leader proprio Benjamin Netanyahu. Con lo slogan “Una pace sicura” Netanyahu si aggiudicò le elezioni del 1996 e forma una maggioranza di centrodestra.

Re Bibi sposta l’asticella sempre più a destra, cercando di fortificare le alleanze con i partiti religiosi tanto influenti nel paese. Anche l’amicizia con Donald Trump fu un manifesto delle politiche di Netanyahu, come il riconoscimento da parte USA dello stato di Gerusalemme come capitale di Israele.

Qual è l’orientamento politico di Bibi?

Netanyahu è alla guida del Likud dal 2006. Per capire Bibi e il suo orientamento politico, non ci può tirare indietro dallo spiegare cosa rappresenti il partito Likud. Infatti questo è un partito nazionalista liberale di destra, che ha le sue radici nel movimento sionista riformista. Dopo la divisione del 2005 - evento fondamentale la decisione del ritiro da Gaza da parte di Sharon -, fu proprio Benjamin Netanyahu a diventare leader del Likud e a portarlo più a destra. Nelle ultime elezioni, non a caso, Netanyahu vince, ma lo fa con a fianco l’alleato di estrema destra Itamar Ben Gvir, leader del sionismo religioso.

Bibi è sempre stato un personaggio controverso e dalla dichiarazione compromettente facile. Basti pensare alle sue uscite su Hitler, come quando ha detto che “non voleva espellere gli ebrei”. Hitler, secondo Netanyahu, era stato convinto a compiere una strage dai palestinesi, nello specifico dall’allora Muftì di Gerusalemme Haj Amin al-Husseini, timoroso dell’arrivo di ebrei in Palestina sotto mandato britannico. Un’affermazione di cui si è presto pentito, ritrovandosi sotto a una valanga di critiche sia esterne che interne.

Recentemente, con l’inizio di quella che è stata definita “vendetta” per le azioni di Hamas, Netanyahu si è spinto a fare dichiarazioni piuttosto assurde e da criminale di guerra (se paragonato a un altro leader che ha iniziato un conflitto, ovvero Vladimir Putin). La peggiore, poi cancellata, è quella che fa riferimento ai bambini della luce (israeliani) e i bambini dell’oscurità (palestinesi). La politica di Bibi in questo momento sta infatti costruendo una narrazione specifica: le donne palestinesi portano in grembo il male, i bambini palestinesi sono il futuro male e valgono quindi meno delle persone israeliane. Una deumanizzazione - che passa anche attraverso i reel di giovani israeliani vestiti da martiri palestinesi, finti feriti, che ballano - che giustifica la violenza. Tutto per sconfiggere Hamas o forse tutto per sconfiggere Gaza (dove abitano 2 milioni di civili già sottoposti a limiti quotidiani come cibo, acqua, assenza di cure), come ha detto l’ex ambasciatore in Italia di Israele Dror Eydar.

Il governo di Netanyahu è quello che pronuncia queste frasi (lui compreso):

  • “Ho ucciso molti arabi nella mia vita, non c’è niente di male in questo” (Naftali Bennet, ex primo ministro);
  • “Chi uccide un palestinese è un eroe e avrà il mio totale supporto” (Itamar Ben-Gvir, ministro della Sicurezza nazionale);
  • “Stiamo combattendo con animali umani, dobbiamo agire di conseguenza” (Yoav Galant, ministro della Difesa)
  • “Sono tutti nostri nemici e dobbiamo avere le mani sporche del loro sangue. Vale anche per le madri che altrimenti cresceranno altri piccoli serpenti” (Ayelet Shaked, ex ministra dell’Interno)
  • “Picchiateli, massacrateli finché il dolore sarà insopportabile” (Benjamin Netanyahu, primo ministro)

I guadagni e gli investimenti di Netanyahu

Per conoscere i guadagni di Benjamin Netanyahu dobbiamo tornare indietro al 2014, quando ha dichiarato di avere uno stipendio netto di 17.645 shekel, circa 4.100 euro. In realtà, tra un vitalizio e l’altro, lo stipendio di Bibi si aggira intorno ai 12 mila euro (già convertiti) al mese, per un guadagno annuale di quasi 136 mila euro.

Come usa invece i soldi nazionali? Netanyahu ha detto recentemente che Israele si sta preparando per l’invasione di Gaza, ma soprattutto che “Hamas è l’Isis e l’Isis è Hamas” (cosa non vera, ci sono delle differenza sostanziali). L’orgoglio di Bibi verso l’invasione non fa dimenticare però chi ha finanziato il gruppo che ha attaccato Israele. Infatti “Benyamin Netanyahu versa fondi a Hamas, e noi ne paghiamo il prezzo”. A dirlo è il presidente palestinese Abu Mazen e non solo. Anche un giornale israeliano ha fatto scoppiare la notizia, spiegando che Israele ha permesso a valigie contenenti milioni di contanti del Qatar di entrare a Gaza attraverso i suoi valichi dal 2018.

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