Che significa “ministro senza portafoglio”?

Isabella Policarpio

12/02/2021

23/03/2021 - 12:30

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Chi sono i “ministri senza portafoglio”, di cosa si occupano e perché vengono chiamati in questo modo? Vediamo cosa vuol dire esattamente e che ruolo hanno all’interno del governo.

Che significa “ministro senza portafoglio”?

Che significa “ministro senza portafoglio”? Di cosa si occupano e che ruolo hanno sono domande molto comuni in occasione della nascita di un nuovo governo, come in questi giorni.

Spiegarlo è molto semplice: i ministri “senza portafoglio” sono coloro non preposti ad uno specifico ministero (come il Ministero della Giustizia, della Pubblica Amministrazione, ecc..), pur facendo parte a pieno titolo della squadra che compone l’esecutivo. In poche parole, questi ministri esercitano solo le funzioni che vengono ad essi delegate dal Presidente del Consiglio, senza essere titolari di un dicastero e avere autonomia di spesa.

In questo articolo faremo il punto su cosa sono esattamente, quali funzioni svolgono i ministri senza portafoglio e le ragioni di questa definizione.

“Ministri senza portafoglio”: chi sono e di cosa si occupano

Il governo non è composto solamente dal Presidente del Consiglio e dai ministri, ma vi sono altre figure che vanno a completare la squadra dell’esecutivo del Paese: i sottosegretari, i vice e i ministri “senza portafoglio”.

Queste figure non sono presenti nel dettato costituzionale, ma sono state introdotte da leggi ordinarie che stabiliscono il numero massimo dei componenti del Governo e dei dicasteri.

Ma soffermiamoci sui ministri senza portafoglio. Il nome stesso, indica il fatto che questa figura, pur trattandosi di un ministro, non presiede uno specifico dicastero, come invece accade per i Ministri con portafoglio, detti semplicemente “ministri”.

Le ragioni che possono portare il Presidente del Consiglio a nominare uno o più ministri senza portafoglio sono molteplici, soprattutto nei governi di coalizione politica, quando si rivela necessario assegnare degli incarichi di rilievo a personalità politiche particolarmente influenti cui non è possibile assegnare un dicastero.

Detti ministri svolgono specifiche funzioni su apposita delega del Presidente del consiglio, partecipano alla generale determinazione dell’indirizzo politico del governo ed esplicano le funzioni assegnate in maniera collegiale.

Il governo Draghi, nella lista di tutti i nuovi ministri, ha individuato i seguenti ministri senza portafoglio:

  • Federico d’Inca, Rapporti col parlamento
  • Vittorio Colao, Innovazione tecnologica
  • Renato Brunetta, Pubblica amministrazione
  • Maria Stella Germini, Affari generali e autonomia
  • Mara Carfagna, Sud e coesione territoriali
  • Fabiana Dadone, Politiche giovanili
  • Elena Bonetti, Pari opportunità e famiglia
  • Erica Stefano, Disabilità
  • Massimo Gravaglia, Coordinamento iniziative turismo

Perché si utilizza il termine “ministro senza portafoglio”?

Ora che abbiamo capito chi sono e cosa fanno, occupiamoci del termine “portafoglio”: che cosa significa esattamente e perché viene utilizzato?
Questo termine indica l’antica borsa in pelle, contenete documenti e banconote, che i Ministri utilizzavano per conservare gli atti ufficiali dello Stato durante i loro spostamenti.

Il termine è poi stato traslato fino ad indicare la carica stessa di Ministro, con o senza “portafoglio”.

Ministri senza portafoglio, come vengono nominati?

La nomina dei ministri senza portafoglio avviene contestualmente alla nomina degli altri ministri. I nomi vengono proposti dal Presidente del Consiglio incaricato e successivamente vengono nominati dal Presidente della Repubblica.

Compiti e funzioni dei ministri senza portafoglio non devono essere necessariamente indicati nel decreto iniziale, anzi spesso vengono definiti in un momento successivo.

I ministri senza portafoglio, come gli altri ministri preposti a un dicastero, prestano giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica.

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# Legge

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