Caos AstraZeneca, di chi è la colpa? Storia di una vicenda molto italiana

Alessandro Cipolla

14 Giugno 2021 - 13:50

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Le piroette e lo scaricabarile in atto sul vaccino di AstraZeneca sono l’emblema del malcostume dilagante in Italia, Paese in cui la colpa è sempre degli altri.

Caos AstraZeneca, di chi è la colpa? Storia di una vicenda molto italiana

Camilla Canepa è morta lo scorso 10 giugno a soli 18 anni, dopo che cinque giorni prima era stata ricoverata al San Martino di Genova per una trombosi al seno cavernoso. Il 25 maggio la ragazza è stata vaccinata con AstraZeneca durante un Open Day dedicato agli over 18, recandosi per la prima volta al Pronto Soccorso il 3 giugno per un forte mal di testa. La tac cerebrale però ha dato esito negativo e la giovane è tornata a casa.

Sulla sua morte stanno indagando ora i Carabinieri del Nas e la Procura, per capire se Camilla poteva essere salvata in tempo e se, vista la sua piastrinopenia ereditaria, non doveva essere vaccinata con Vaxzevria.

Una tragedia quella della giovane ragazza che, a mo’ effetto domino, ha innescato una serie di reazioni fino alla decisione presa dal Ministero della Salute con una circolare inviata l’11 giugno, dove si è stabilito l’utilizzo di AstraZeneca esclusivamente per gli over 60.

Per i circa 900.000 under 60 che hanno già ricevuto una prima dose di AstraZeneca, il Ministero ha deciso che il richiamo verrà effettuato con un vaccino a mRNA (Pfizer o Moderna), da somministrare a distanza di 8-12 settimane dalla prima dose.

Una “vaccinazione eterologa” che ha suscitato un forte malcontento tra chi ha già ricevuto la prima dose, visto che la sperimentazione del mix vaccinale ha ha dato ottimi risultati ma avrebbe numeri ancora esigui: l’Ema si esprimerà a riguardo solo a fine giugno, quando sul suo tavolo arriveranno i dati di studi ben più ampi.

Nel frattempo, Vincenzo De Luca si è schierato contro il mix di vaccini: “Chi ha fatto la prima dose di Astrazeneca sopra i 60 anni, può completare il ciclo con una seconda dose Astrazeneca”. Al tempo stesso, il Presidente della Campania ha annunciato che nella sua Regione non verrà più fatta nessuna prima dose di un vaccino a vettore virale.

Ma come è stato possibile arrivare nuovamente al caos in merito al vaccino di AstraZeneca? Tra piroette e l’immancabile stucchevole valzer dello scaricabarile, le dinamiche appaiono essere abbastanza chiare.

Caos AstraZeneca, di chi è la colpa?

La storia del vaccino di AstraZeneca è stata tormentata ben prima della sua approvazione da parte dell’Ema, visto che la Germania in maniera preventiva lo aveva destinato solo agli under 65.

Dopo i primi casi di trombosi, che rimangono comunque infinitesimali e molto rari, Berlino così ha deciso prima di stoppare Vaxzevria, poi di utilizzarlo solo con gli over 60 e infine, con una decisione presa a inizio aprile, di somministrare Pfizer come richiamo a chi aveva ricevuto AstraZeneca come prima dose.

L’Italia in questi mesi ha sempre “copiato” le scelte della Germania. La questione del richiamo da noi, a prescindere dalla morte di Camilla Canepa, probabilmente si sarebbe presentata ugualmente a luglio.

Il 30 giugno infatti scade il contratto tra UE e AstraZeneca, che non è stato rinnovato. Già nelle scorse settimane così ci si interrogava sulla possibilità di fare questo mix vaccinale, con la decisione dell’Ema che è prevista per fine mese.

Il tragico decesso della giovane con ogni probabilità ha solo accelerato una decisione che sarebbe stata comunque presa dall’Italia. Resta il fatto che dalle parti dell’AIFA, il nostro ente regolatore, ancora tutto tace.

Il Ministero della Salute ora si è preso la responsabilità di prevedere esclusivamente Pfizer per i richiami AstraZeneca degli under 60, ma le Regioni già stanno iniziando ad andare per ordine sparso.

Per quanto riguarda gli Open Day invece, chi li ha autorizzati?

Gli Open Day

Dopo la morte di Camilla, forti sono stati gli attacchi a Giovanni Toti, reo di aver autorizzato degli Open Day anche per gli over 18. Con un post su Facebook, il Presidente della Liguria ha così pubblicato il testo di una lettera inviata il 12 maggio dal colonnello Gabriele Garau, capo di gabinetto del commissario all’emergenza Francesco Figliuolo.

lettera cts

Fonte profilo Facebook di Giovanni Toti

Si tratta del verbale della riunione del Comitato Tecnico Scientifico, in cui l’organismo “non rileva motivi ostativi a che vengano organizzate dalle differenti realtà regionali iniziative, quali i vaccination day, mirate a offrire, in seguito ad adesione/richiesta volontaria, i vaccini a vettore adenovirale a tutti i soggetti di età superiore ai 18 anni”.

In sostanza per smaltire le dosi di AstraZeneca in magazzino, dal CTS e dal commissario Figliuolo è arrivato il disco verde a degli Open Day su base volontaria per gli over 18. Di conseguenza, alcune Regioni subito hanno preso la palla al balzo per accelerare così nelle somministrazioni.

Tutti hanno detto attenzione a vaccinare bambini e ragazzi e poi in Italia i cervelloni fanno gli Open Day - ha subito azzannato Matteo Salvini dopo il caso di Genova - Noi diciamo stop”. Il leader della Lega ha poi puntato il dito per le responsabilità sul “ministro della Salute”.

Il Ministero della Salute, così come il Governo di cui Salvini fa parte, si è soltanto limitato a non intervenire di fronte a una scelta fatta dalle Regioni dopo il parere positivo del CTS e del commissario Figliuolo.

Peccato che come molti suoi colleghi, Salvini non abbia detto una sola parola sugli Open Day prima della morte della ragazza, attaccando a testa bassa poi soltanto una parte politica, ovvero Speranza, visto che il nuovo CTS così come Figliuolo è stato nominato dal governo Draghi su esplicita richiesta di cambiamento da parte della Lega.

La soluzione a tutto questo caos l’ha fornita sempre Vincenzo De Luca: “Auspichiamo che da oggi in poi, da parte degli organi centrali, siano eliminate, nella comunicazione, espressioni tipo è raccomandato, è consigliato, è preferibile, ma si dica semplicemente: è consentito o è vietato”.

Sarebbe la cosa più auspicabile, peccato che in Italia chi è pagato per farlo da sempre è poco avvezzo al doversi prendere delle responsabilità.

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