Campo Progressista addio? Programma, sondaggi e chi ha aderito al movimento di Giuliano Pisapia

Alessandro Cipolla

6 Dicembre 2017 - 17:17

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Campo Progressista: programma, sondaggi e chi ha aderito al movimento politico ideato dall’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia che sembrerebbe però già giunto al termine.

Campo Progressista addio? Programma, sondaggi e chi ha aderito al movimento di Giuliano Pisapia

Campo Progressista: presentato il programma e raccolte le adesioni, il movimento ideato di Giuliano Pisapia sembrerebbe essere già giunto al capolinea visto la spaccatura che si è creata al suo interno.

Dopo il battesimo ufficiale di sabato 11 marzo a Roma, dove si è svolta la prima convention, il 12 novembre invece si è svolta la prima assemblea nazionale, dove però non è uscita fuori una linea ben chiara riguardante il futuro del movimento in vista delle elezioni.

Campo Progressista è nato come un nuovo aggregatore delle varie anime del panorama del centrosinistra italico, un’idea di Giuliano Pisapia per cercare di riproporre anche su scala nazionale quelle che spesso sono le maggioranze che governano in molti Comuni.

Dopo la recente rottura con il Movimento Democratico Progressista, sembrava sempre più probabile che l’ex sindaco di Milano possa decidere di creare una lista autonoma che però possa fare gioco di squadre alle prossime elezioni con il PD.

All’interno del movimento però è avvenuta una spaccatura così Pisapia si è tirato fuori dai giochi annunciando che non si candiderà alle prossime elezioni: una parte degli esponenti di CP andrà a formare una lista progressista in sostegno al PD, altri invece entreranno nel listone di sinistra Liberi e Uguali.

Vediamo allora qual era il programma di Campo Progressista, chi aveva aderito al nuovo movimento di Giuliano Pisapia e come i sondaggi indicavano il gradimento tra gli elettori italiani.

Campo Progressista: il programma del movimento di Pisapia

Fin da quando Giuliano Pisapia decise di non ricandidarsi per un secondo mandato a sindaco di Milano, subito furono molte le voci che lo davano pronto a dare vita ad un nuovo movimento politico su scala nazionale.

Campo Progressista è quindi il frutto della serie di incontri tenuti in giro per l’Italia, che ha fatto scattare dentro Giuliano Pisapia la voglia di creare un nuovo movimento che possa fungere da aggregatore per le varie anime del centrosinistra attualmente molto disorientate.

Volevo andare in pensione, lo confesso. Ma in giro c’è troppa voglia di buona politica, di onestà, legalità e confronto per rinunciare ad arare questo campo.

Campo Progressista si pone quindi sulla scia di quello che fu l’esperienza dell’Ulivo, con Giuliano Pisapia che ha le idee chiare su quale debba essere la strada da intraprendere per il suo neonato movimento.

Non deve più succedere che, come è accaduto negli ultimi tre anni, si possa pensare che parte del centrosinistra governi con la destra. Questo non lo voglio più vedere. I leader? Credo che non servano. Diventano necessariamente uomo solo al comando. I leader sono i giovani e la gente che torna all’impegno.

L’idea di Pisapia è quindi quella di un Campo Progressista aggregatore, con uno sguardo però molto più proiettato verso l’area di sinistra. Un movimento che comunque già sta facendo registrare diverse possibili adesioni da parte di vari esponenti del mondo politico.

I sondaggi riguardo Campo Progressista

Come è iniziata a serpeggiare nel mondo del centrosinistra italiano la notizia che Giuliano Pisapia fosse in procinto di scendere in campo con un proprio movimento, tanta è stata la curiosità nel cercare di capire come gli italiani potessero accogliere questa novità politica.

Già prima ancora della costituzione ufficiale di Campo Progressista venivano fatti ipotesi molto favorevoli, ma la scissione avvenuta all’interno del Partito Democratico e la nascita del Movimento Democratici e Progressisti ha tolto possibili voti a Pisapia.

Un sondaggio condotto dall’istituto Lorien Consulting al momento della nascita ci CP, indicava il partito intorno al 2,3% e poco al di sotto di Mdp e Sinistra Italiana.

Un successivo sondaggio invece condotto a metà novembre dall’istituto EMG Acqua ha ipotizzato il movimento fondato dall’ex sindaco di Milano allo 0,8%, in calo quindi rispetto ad analoghi sondaggi effettuati nelle settimane precedenti.

Di parere invece differente è un sondaggio sempre relativo al mese di ottobre realizzato dall’istituto Demos, che parla di un Campo Progressista capace a livello nazionale di poter ottenere il 2%.

Chi ha aderito al movimento di Pisapia?

Ufficialmente Campo Progressista ha avuto il suo battesimo ufficiale sabato 11 marzo a Roma, dove si è tenuta la sua prima convention nazionale. Naturalmente a fare gli onori di casa sarà Giuliano Pisapia, l’ideatore del movimento.

Sicuro aderente è Bruno Tabacci, leader di Centro Democratico e già assessore a Milano con Pisapia, così come anche Laura Boldrini che all’assemblea del 12 novembre ha infiammato la platea criticando in maniera aperta il PD e guardando con più interesse alla probabile scesa in campo di Pietro Grasso.

Ad aderire a Campo Progressista poi dovrebbero essere anche il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, quello di Bari Antonio Decaro, il governatore della regione Lazio Luca Zingaretti ed il suo vicepresidente in quota Sel Massimo Smeriglio.

In molti poi dovrebbero arrivare da Sinistra Italiana, con tutti quelli in disaccordo con la linea di Nicola Fratoianni che potrebbero fare armi e bagagli e aderire a Campo Progressista. Si tratterebbe di circa 18 deputati, quasi tutti quelli che fanno riferimento a Vendola.

A sostenere Giuliano Pisapia ci sono anche il deputato Franco Monaco, molto vicino a Romano Prodi, oltre che l’ex ministro della Coesione Territoriale Fabrizio Barca. Naturalmente poi bisogna vedere cosa succederà domenica all’assemblea del Partito Democratico.

Alla manifestazione del 2 luglio voluta da Pisapia a Roma, c’è stata una sorta di conta di chi potrebbe sposare il progetto di una coalizione di centrosinistra alternativa al Partito Democratico.

Oltre alla presenza in blocco degli scissionisti del Movimento Democratici e Progressisti, c’erano anche i Verdi di Bonelli, Pippo Civati e Stefano Fassina in rappresentanza di una Sinistra Italiana aperta al dialogo sul programma.

Più staccati invece i movimenti che fanno capo ad Anna Falcone e Tomaso Montanari, che non perdonano a Pisapia il suo appoggio al Referendum del 4 dicembre ma che alla fine potrebbero decidere di accodarsi anche loro.

La fuoriuscita di Gad Lerner dal Partito Democratico invece sembrerebbe spalancare le porte per un ingresso in Campo Progressista. Il giornalista del resto è molto vicino a Pisapia e ha anche presentato la manifestazione romana dello scorso 2 luglio.

Con la notizia della fine immediata dell’esperienza di Campo Progressista, adesso gli esponenti più moderati del movimento si uniranno alla coalizione di centrosinistra mentre gli ex SeL sposeranno la causa della sinistra di Pietro Grasso.

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