Calcio, già diversi club a rischio fallimento a causa del coronavirus

Alessandro Cipolla

07/04/2020

12/04/2021 - 16:14

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Con i campionati di calcio fermi dopo lo stop per l’emergenza coronavirus, sono già diversi i club che rischierebbero il fallimento specie se non si dovesse portare a termine questa travagliata stagione.

Calcio, già diversi club a rischio fallimento a causa del coronavirus

Il coronavirus sta sconvolgendo il mondo intero e anche il calcio potrebbe avere gravi ripercussioni da questa crisi sanitaria che, come a effetto domino, sta trascinando tutti i Paesi verso una recessione globale dagli effetti incalcolabili.

La situazione del pallone è ben nota. Da marzo sono fermi tutti i campionati e le Coppe, tanto che al momento si gioca soltanto in Bielorussia, Nicaragua, Burundi e Tagikistan, con gli Europei in programma a giugno e luglio che sono stati rinviati al 2021 al pari delle Olimpiadi di Tokyo.

L’obiettivo in Italia così come nel resto d’Europa è quello di ripartire al più presto, tanto che ci sarebbe un piano ben preciso per far riprendere la Serie A mentre dalla Serie C in giù appare difficile che si torni a giocare prima di settembre.

Uno stop che sta portando gravi danni economici a tutte le società di calcio, specie se questa sospensione dovesse diventare definitiva. Nel frattempo per cercare di arginare i mancati introiti, i club di Serie A hanno raggiunto un accordo per tagliare quattro mensilità degli stipendi dei calciatori, con la sforbiciata che si dimezzerebbe in caso di ripresa dei campionati.

Netta però è l’opposizione di questa opzione da parte del sindacato dei calciatori che prima vorrebbe capire se si potrà tornare in campo, anche se alla fine ogni società andrà a trattare singolarmente con i propri tesserati eventuali tagli così come fatto dalla Juventus.

A prescindere da come andrà a finire questa telenovela degli stipendi, in Serie C e nei dilettanti invece dovrebbe scattare la cassa integrazione, il rischio concreto è che il coronavirus possa portare tra le altre cose anche a una serie di fallimenti tra le squadre di calcio.

Coronavirus: le società a rischio fallimento

Se questo stop ai campionati e alle Coppe sta mettendo in crisi pure i top club europei, figuriamoci cosa può comportare a tutte le altre società. Se non si gioca non ci sono incassi compresi quelli per i diritti TV, senza contare i rimborsi agli abbonamenti.

In caso di una sospensione definitiva del campionato di Serie A, il taglio del 30% degli stipendi potrebbe far risparmiare 355 milioni che però non sarebbero sufficienti a ripianare tutte le perdite che potrebbero superare in totale anche i 700 milioni.

Secondo quanto detto a Calciotoday da Marco Bellinazzo del Sole 24 Ore, se non si dovesse giocare più il rischio fallimento “è evidente per tutta l’area della Serie C, per molti club di Serie B e per qualcuno di A, insomma per chi già viveva un equilibrio economico precario, inevitabilmente acuito dall’emergenza. In generale il problema riguarda il 75% delle società professionistiche. Credo serva l’aiuto del Governo”.

La colpa comunque non sarebbe tutta da attribuire al coronavirus, visto che in Serie A sono molti i club che presentavano una pesante situazione debitoria anche prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria.

Una prospettiva catastrofica per il calcio italiano, per non parlare poi della Serie D e di tutto il movimento dilettantistico dove sarebbero 12.000 i club a rischio.

Per ripartire ci sarà l’aiuto dello Stato e della Fifa, si parla di un fondo salva calcio e dell’1% degli introiti delle scommesse da destinare ai club, ma appare scontato che molte società non ce la faranno.

Il problema però non riguarderebbe soltanto l’Italia. In Inghilterra infatti se non dovesse riprendere il campionato il Burnley, squadra che milita nella ricca Premier, in estate potrebbe non avere più liquidità per andare avanti.

In Germania infine secondo la rivista sportiva Kicker ben tredici club, di cui quattro di Bundesliga, sarebbero in forte difficoltà. Qui però la ripresa dei campionati sembrerebbe essere più possibile visto che diverse squadre sono già tornate ad allenarsi.

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