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Buy back: cos’è e come funziona il riacquisto azioni

Redazione Finance

23/05/2023

23/05/2023 - 10:58

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Cos’è e come funziona il buy back? Ecco cosa significa e cosa sapere sull’operazione di riacquisto azioni da parte di società quotate.

Buy back: cos’è e come funziona il riacquisto azioni

Cos’è il buy back, come funziona il riacquisto di azioni e perché le società quotate scelgono di eseguirlo?

Il termine «buy back» si traduce in italiano come riacquisto di azioni proprie da parte di una società quotata.

Quando si decide di procedere con un buy back le conseguenze possono essere diverse.

Attraverso il buy back, infatti, la società in questione riacquista parte delle proprie azioni sul mercato e poi le cancella, non potendo essere azionista di se stessa, con l’obiettivo di diminuire il numero di azioni disponibili sul mercato e aumentare il valore di quelle rimanenti.

Scopriamo cos’è il buy back, come funziona, il significato del termine e le modalità con cui si può espletare questa operazione, con l’aiuto degli esperti di XTB. XTB è un broker di investimento one stop shop di livello mondiale, con una presenza globale in oltre 13 paesi, autorizzato regolamentato dalle principali istituzioni di regolamentazione finanziaria. La piattaforma XTB offre l’accesso a più di 5.800 strumenti finanziari - sia strumenti con proprietà, azioni ed ETF reali, sia strumenti derivati ​​di tipo CFD.

Il buy back in sintesi

In breve:

  • Il buy back si verifica quando una società acquista le proprie azioni nel mercato azionario;
  • Il buy back riduce il numero di azioni in circolazione, aumentando così l’utile per azione e, spesso, il valore delle azioni;
  • Il buy back di azioni aumenta l’ottimismo degli investitori, che vedono come la società abbia a disposizione una buona quantità di liquidità accantonata.

Buy back: cos’è? Significato

Buy back significa riacquisto di azioni proprie e si verifica quando una società acquista le proprie azioni in circolazione per ridurre il numero di azioni disponibili sul mercato.

Le società riacquistano azioni per una serie di motivi, come aumentare il valore delle azioni rimanenti, riducendo l’offerta, oppure per impedire ad altri azionisti di acquisire una quota di controllo.

Attraverso il buy back la società ha l’opportunità di investire su se stessa. Riducendo il numero di azioni sul mercato, l’operazione di riacquisto permette di aumentare il valore delle stesse, dato che ogni investitore di quella società si troverà a detenere una percentuale maggiore essendo diminuito il numero complessivo di azioni disponibili sul mercato.

Il buy back, di conseguenza, aumenta anche la percentuale di guadagni che spetta ad ogni singola azione, che quindi aumenta di valore a patto che il rapporto prezzo/utili (P/E) rimanga stabile. L’utile per azione (EPS) del titolo aumenta mentre il rapporto prezzo/utili (P/E) diminuisce o il prezzo del titolo aumenta.

L’operazione dona poi un certo ottimismo agli investitori: il buy back, infatti, dimostra al mercato che l’azienda ha liquidità sufficiente per implementare tale tipo di strumento, e di conseguenza le spalle larghe in caso di problemi economici.

Infine, un altro motivo che spinge le società quotate a ricorrere al buy back è a scopo di compensazione. Per offrire ai propri dipendenti e dirigenti premi in azioni e stock option, la società riacquista le azioni e gliele cede, evitando la diluizione degli azionisti esistenti.

Come funziona il buy back?

Esistono due i modi in cui l’operazione di riacquisto di azioni proprie può essere realizzata. Possiamo infatti parlare o di offerta diretta, detta anche tender offer, oppure fare riferimento a un acquisto sul mercato.

  • Offerta diretta: in questo caso con il buy back la società offre agli azionisti di riacquistare un tot di azioni a una forchetta di prezzo che viene stabilita all’interno di un determinato arco temporale. È la pratica più diffusa.
  • Acquisto sul mercato: in questo caso il riacquisto di azioni proprie da parte della società avviene con le modalità utilizzate da un qualsiasi investitore, ossia ad un prezzo stabilito dalle dinamiche di mercato (incontro domanda/offerta). Questa seconda modalità di buy back è in genere poco utilizzata dalle aziende poiché non appena viene diffusa la notizia il prezzo delle azioni schizza.

Il buy back, o riacquisto di azioni proprie, segue uno schema ben preciso che si articola per gradi:

  1. la società riacquista alcune sue azioni;
  2. tali azioni vengono riassorbite e cancellate, poiché la società non può essere investitore di sé stessa;
  3. la cancellazione riduce il numero di azioni sul mercato;
  4. meno azioni ci sono, più aumenta il loro valore;
  5. essendo aumentato il loro valore, ogni azionista ha una fetta più grande della società e dunque un maggior profitto.

Perché le società fanno buy back

Una società quotata sul mercato decide di condurre un’operazione di buy back sulla base di diverse motivazioni, alcune delle quali sono state già accennate in precedenza:

  • Eccesso di liquidità: l’azienda ritiene che la sua liquidità in eccesso possa essere più redditizia se investita nelle sue stesse azioni, piuttosto che adoperata in impieghi bancari o reinvestita. La società in questo caso si comporta come un risparmiatore esterno che decide di portare avanti un investimento nel suo stesso titolo.
  • Valore per gli azionisti: poiché un’operazione di buy back:
    • aumenta la quotazione dei titoli, in quanto ne sostiene la domanda sul mercato;
    • aumenta il valore patrimoniale dei titoli rimasti, qualora i titoli soggetti a buy back vengano distrutti;
  • Mantenimento della quota di maggioranza, assoluta o relativa delle quote azionarie, e quindi del controllo e della proprietà aziendale, in quanto le azioni riacquistate dall’emittente escono dal mercato azionario e non possono essere oggetto di offerta pubblica di acquisto;
  • Ottenere una plusvalenza: la società acquista le azioni ai minimi storici per rivenderle sul mercato, non appena le quotazioni ritornano ai livelli pre-crisi.

Gli obiettivi del buy back

Come già emerso nelle precedenti righe, le operazioni di buy back sono utilizzate per attuare:

  • Piani di stock option: l’attribuzione di azioni ai dipendenti e/o agli amministratori della società, implica che l’azienda debba dotarsi di pacchetti azionari.
  • Distribuzione di azioni o altre opzioni su azioni a titolo gratuito o oneroso, ai dipendenti e amministratori dell’emittente o di società controllate.
  • Scambi di azioni con altre società di capitali, nell’ambito di operazioni di natura strategica di interesse per gli emittenti.
  • Valutazione azionaria: il buy back può anche dare un importante segnale al mercato di come gli amministratori ritengano che il titolo sia sottovalutato. Se tale segnale viene recepito, gli agenti potrebbero investire in detto titolo e portare le quotazioni a salire.

A seguito della crisi del 2008, le operazioni di buy back si sono diffuse anche su altri strumenti finanziari come le obbligazioni, ed a soggetti di diritto pubblico, con il riacquisto di titoli di debito sovrano da parte delle Banche Centrali.

In questi casi, l’operazione è finalizzata a:

  • evitare che all’asta con gli investitori istituzionali restino invendute delle obbligazioni;
  • collocare i titoli con interessi più bassi: aumentando la domanda scende il costo complessivo del debito pubblico e si mantiene ripagabile anche nel lungo termine.

Le conseguenze del buy back

Le operazioni di buy back risultano piuttosto convenienti se si guarda alle loro conseguenze sugli indici della società. Il riacquisto di azioni proprie, e dunque una loro riduzione sul mercato, aumenta la fetta societaria e il profitto di ciascun azionista. In altre parole aumenta l’EPS.

A migliorare sono così anche il ROE e il ROI: in questo ultimo caso viene ridotto il numero di asset e dunque il denominatore del rapporto necessario al calcolo.

Esempio di buy back

Nonostante abbia avuto un anno fiscale piuttosto buono, la società X considera i propri titoli sottovalutati rispetto a quelli dei principali competitor. Per remunerare i propri azionisti nel lungo periodo e alzare il valore delle azioni, decidere di procedere con un’operazione di buy back volta al riacquisto del 10% di azioni proprie.

I titoli X sono in totale 1 milione e gli utili totali sono pari a 1 milione di euro. Di conseguenza l’EPS (utile per azione) è di 1 euro. Il rapporto P/E è di 20, per cui le azioni scambiano a 20 euro ciascuna.

EPS = 1.000.000 utili/1.000.000 azioni = 1 euro

Come accennato, la società vuole procedere al buy back del 10% delle sue azioni, che nel nostro esempio corrisponde a 100.000 titoli (su 1.000.000). Il nuovo EPS sarà aumentato da 1 euro a 1,11 euro, dato che non dovrà più essere calcolato su un milione di azioni ma su 900.000.

Nuovo EPS = 1.000.000 utili/900.000 azioni = 1,11 euro

Con un P/E ratio di 20, il valore delle azioni non sarà più di 20 euro ciascuna, ma di 22,22 dopo il buy back, ossia dopo il riacquisto.

1,11 x 20 = 22,22 euro per azione

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