Brexit: cosa rischiano UE e Italia senza accordo commerciale?

Redazione

11 Dicembre 2020 - 14:46

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Una Brexit senza accordo commerciale avrebbe un impatto imponente sull’Italia e sull’intera Eurozona.

Brexit: cosa rischiano UE e Italia senza accordo commerciale?

Una Brexit senza accordo commerciale potrebbe avere ripercussioni profonde sull’Unione europea e anche sull’Italia.

Stando alle ultime notizie sui negoziati in corso in questi giorni, l’ipotesi no-deal è ormai quasi realtà. Le due parti restano ancora lontane da una piena condivisione di intenti, con nodi importanti da sciogliere che non hanno trovato una soluzione definitiva.

Senza intesa entro il 31 dicembre 2020, si procederà con la la reintroduzione delle regole dell’OMC. Secondo la maggior parte degli osservatori, una Brexit senza accordo commerciale potrebbe avere diverse conseguenze economiche su diversi Paesi, Italia compresa.

Brexit senza accordo commerciale: le conseguenze

Oltre trentadue mesi di attesa, due Primi ministri, numerosi voti in Parlamento, colloqui infiniti tra Bruxelles e Londra, l’avvio di una procedura legale contro il Regno Unito e, alla fine, i negoziati non hanno prodotto un accordo.

La linea dei 27 Paesi membri sembra ormai essere dettata dallo slogan: un accordo a tutti i costi non ci sarà. L’UE desidera che il Regno Unito si muova sulle seguenti questioni: concorrenza leale e aiuti di Stato, pesca e governance del futuro accordo.

Tuttavia, anche Boris Johnson non intende mollare gli interessi nazionali. Il primo ministro ha dichiarato un mese fa che, senza un “cambiamento fondamentale di approccio” da parte dell’UE, il Regno Unito terminerà il periodo di transizione il 1 ° gennaio senza alcun accordo commerciale, “in stile Australia”.

Intanto, Bruxelles e Londra hanno intensificato gli incontri e si sono dati tempo fino al 13 dicembre. Ci sarà l’intesa? Il clima è pessimista e il no-deal avanza come ipotesi più realistica.

Come anticipato, l’uscita del Regno Unito dall’UE sarà soltanto uno degli innumerevoli passi ancora da compiere.

Molto spesso il divorzio tra le parti ha portato a interrogarsi sulle possibili conseguenze per il Regno Unito. In realtà, hanno fatto notare alcuni osservatori, neanche gli effetti per l’Unione europea saranno trascurabili.

In vista di una hard Brexit, il Governo britannico già mesi fa ha stilato una lista di tariffe che potrebbe essere ancora usata in caso di collasso dei negoziati.

L’analisi pubblicata mesi fa da Bloomberg potrebbe ora tornare molto attuale. La riflessione ha fatto notare che su 301,2 miliardi di beni esportati dai membri UE verso il Regno Unito, almeno 47,3 miliardi (circa il 16%) potrebbero essere colpiti dalle tariffe che scatterebbero in caso di Brexit senza accordo commerciale. Il totale dei costi aggiuntivi per i prodotti europei ammonterebbe a quasi 5 miliardi di euro.

Nella citata lista, elaborata allo scopo di proteggere l’economia britannica dalla concorrenza UE, sono finiti 500 prodotti che potrebbero colpire in maniera più e meno marcata diversi Paesi.

I Paesi più colpiti da una Brexit senza accordo commerciale

Come è ovvio che sia, la quantità di beni esportati nel Regno Unito varia da Stato a Stato. Proprio per questo, ha fatto notare l’indagine, le conseguenze e gli effetti di una Brexit senza accordo commerciale potrebbero risultare più gravi per alcune economie.

Tra i Paesi più colpiti da uno scenario del genere ci sarebbe senza dubbio la Germania, con 18,8 miliardi di euro di beni potenzialmente soggetti a tariffe - più o meno equivalenti al valore combinato di Belgio, Spagna, Paesi Bassi e Francia.

  • Germania: €18,8 miliardi
  • Belgio: €7,3 miliardi
  • Spagna €4,7 miliardi
  • Paesi Bassi: €3,2 miliardi
  • Francia: €3 miliardi
  • Italia: €2 miliardi
  • Irlanda: €1,6 miliardi
  • Polonia: €1,1 miliardi
  • Svezia: €960,1 milioni
  • Slovacchia: €935,2 milioni
  • Danimarca: €671,7 milioni
  • Portogallo: €661,9 milioni
  • Repubblica Ceca: €808,6 milioni
  • Austria: €646,3 milioni
  • Romania: €498,5 milioni
  • Ungheria: €200,7 milioni
  • Lituania: €56,1 milioni
  • Slovenia: €28,2 milioni
  • Bulgaria: €23,6 milioni
  • Grecia: €17,6 milioni
  • Finlandia: €12,7 milioni
  • Lussemburgo: €8,1 milioni
  • Malta: €6,0 milioni
  • Cipro: €5,8 milioni
  • Lettonia: €5,5 milioni
  • Croazia: €4,2 milioni
  • Estonia: €1,2 milioni

I settori più a rischio

L’indagine pubblicata non si è limitata a evidenziare i Paesi più colpiti da una eventuale Brexit senza accordo commerciale ma ha tentato di mettere in luce tutti i settori che potrebbero risentire maggiormente di un simile scenario.

  • Automotive: €38,2 miliardi
  • Tessile e abbigliamento: €3,3 miliardi
  • Maiale: €2,1 miliardi
  • Pollame: €818 milioni
  • Formaggio: €652,5 milioni
  • Manzo: €429,3 milioni
  • Burro: €353 milioni
  • Ceramiche: €268,1 milioni
  • Zucchero: €207,4 milioni
  • Pneumatici e ruote: €193,6 milioni
  • Altri beni casalinghi: €158,2 milioni
  • Cacao: €130,4 milioni
  • Grassi e oli: €122,4 milioni
  • Fertilizzanti: €115,9 milioni.

Anche altri beni potrebbero pagare le conseguenze di una Brexit senza accordo commerciale. Riso, pesce, fibre di vetro, vaniglia e molti altri elementi sarebbero colpiti, con impatti comunque inferiori ai 100 milioni di euro.

I dati e le cifre citate, ha tenuto a precisare l’indagine, si basano sulla lista inizialmente stilata dal Regno Unito in previsione di una hard Brexit. In mancanza di un’intesa non è detto che gli impatti immaginati si concretizzeranno o che Londra imporrà le tariffe sui beni citati.

Tutti gli occhi comunque saranno puntati su Londra e Bruxelles. L’ipotesi di una Brexit senza accordo aleggia ormai sui mercati, considerando il clima tra le parti.

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