Il Brasile è un “laboratorio” di varianti Covid: perché il mondo deve avere paura

Alessandro Cipolla

20/04/2021

05/07/2021 - 17:30

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In Brasile la situazione Covid è sempre più drammatica: l’Italia stoppa gli ingressi, a preoccupare è la diffusione incontrollata del virus con il rischio di nuove varianti che potrebbe compromettere la campagna vaccinale in atto in tutto il mondo.

Il Brasile è un “laboratorio” di varianti Covid: perché il mondo deve avere paura

Il Brasile è nel caos con tutto il mondo che sta guardando con apprensione quello che sta succedendo nel più grande Paese sudamericano, dove negli ultimi giorni spesso si è superata la drammatica soglia dei 3.000 morti al giorno per Covid.

Con l’aggravarsi della situazione, il Brasile così è il Paese dove attualmente i numeri giornalieri legati all’emergenza Covid sono peggiori al mondo. In totale finora la pandemia ha causato 375.00 morti, soltanto gli Stati Uniti hanno fatto peggio.

A rendere il tutto ancora più drammatico è la notizia riportata dalla Bbc, che ha citato dati forniti dal Ministero della Salute, della morte tra febbraio 2020 e la metà di marzo 2021 di 852 bambini sotto i 9 anni. Secondo diverse Ong, il conto reale potrebbe però tristemente essere anche il doppio.

Tutta colpa della variante brasiliana, che dallo scorso febbraio ha fatto aumentare esponenzialmente il numero dei casi e dei morti, con picchi anche di 100.000 positivi riscontrati al giorno come avvenuto il 25 marzo.

Una situazione che ha spinto l’Italia ha bloccare gli ingressi dal Brasile, mentre il presidente Jair Bolsonaro sta continuando a minimizzare l’emergenza attaccando al tempo stesso quei sindaci che hanno disposto delle misure restrittive: “Vorrei che coloro che vogliono chiudere tutto si preoccupassero della disoccupazione”.

Brasile, un “laboratorio” di varianti Covid?

Neanche le notizie che arrivano dagli ospedali, dove alcuni sanitari hanno affermato di aver intubato i pazienti da svegli a causa della mancanza di sedativi, sembrerebbe aver scalfito la posizione di Bolsonaro che continua a sponsorizzare il trattamento precoce in casa con farmaci come l’idrossiclorochina.

I risultati però al momento sono disastrosi, con il virus che continua a circolare nel Paese battendo record su record di contagi e decessi. Una situazione questa del Brasile che preoccupa anche la comunità internazionale.

Stando a quanto riporta Agi, alcuni scienziati avrebbero parlato del Paese sudamericano come un “ laboratorio mondiale per nuovi ceppi di coronavirus a causa della sua alta incidenza”.

Al momento sono due le varianti scoperte in Brasile. La prima, chiamata P1 ma meglio nota come variante brasiliana, è stata riscontrata inizialmente a Manaus, il principale centro dell’Amazzonia, e ormai si è diffusa in circa 30 Paesi tra cui anche l’Italia dove è al 4%.

La seconda variante invece, accertata per la prima volta a San Paolo, sarebbe una evoluzione della P1. Il timore è che in Brasile possano nascere altre mutazioni del virus, considerando pure che le terapie intensive sono piene anche fino al 90% e che negli ospedali c’è grande carenza di farmaci e ossigeno.

I vaccini - ha precisato da noi l’Iss - sembrano essere pienamente efficaci sulla variante inglese, mentre per quella sudafricana e quella brasiliana potrebbe esserci una diminuzione nell’efficacia”.

Per non vanificare tutti gli sforzi messi in atto nelle campagne vaccinali, situazioni come quelle in atto in Brasile non devono essere sottovalutate: più spunteranno fuori nuove varianti, più a lungo durerà l’emergenza e dovremo continuare a vaccinarci.

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