Bitcoin: qual è l’impatto sull’ambiente della criptovaluta

Riccardo Lozzi

26 Dicembre 2021 - 07:03

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Qual è l’impatto sull’ambiente del Bitcoin? Secondo Digiconomist, la criptovaluta produce la stessa quantità di anidride carbonica della Nuova Zelanda e il consumo energetico del Cile.

Bitcoin: qual è l’impatto sull’ambiente della criptovaluta

Tra i fenomeni più rilevanti nel settore finanziario dell’ultimo anno, il rally del Bitcoin occupa sicuramente un ruolo di primissimo piano. Nell’ultimo periodo, infatti, la criptovaluta più famosa al mondo ha registrato un incremento impressionante, arrivando anche a superare il valore di 40mila dollari, salvo poi cadere sotto quota 30 mila dollari.

A pesare ultimamente sulle quotazioni della criptovaluta anche l’impatto sull’ambiente del Bitcoin, per il funzionamento dell’algoritmo che regola le transazioni. Ricordiamo che il dietrofront di Tesla sul pagamento delle sue auto in BTC si deve proprio al consumo energetico di questo.

Secondo un’analisi realizzata dall’osservatorio Digiconomist, le macchine che eseguono il lavoro di mining consumano enormi quantità di energia, proveniente principalmente da combustibili fossili.

Attraverso il Bitcoin Energy Consumption Index si possono osservare, quindi, i danni della criptovaluta sul pianeta, nonostante venga spesso inserita in operazioni ESG, legate alla transizione ecologica.

Bitcoin: qual è l’impatto sull’ambiente della criptovaluta

Come riportato da Digiconomist, il ciclo continuo di estrazione da parte degli utenti di tutto il mondo ha fatto crescere negli anni il volume del consumo energetico, portando i Bitcoin ad avere un peso sempre più elevato sull’inquinamento mondiale.

La produzione annuale di anidride carbonica è di circa 37 milioni di tonnellate, pari al volume di un Paese come la Nuova Zelanda, mentre il consumo di energia elettrica è di quasi 78 terawattora, lo stesso del Cile.

Inoltre, quasi la metà di questo consumo era alimentato nel sud-ovest della Cina, dove l’energia ha un costo minore, è meno tassata ed è fornita da centrali a carbone. Anche se dopo le recenti strette da parte del governo cinese, non sarà più così.

I sostenitori del Bitcoin dichiarano che nel tempo verrà aumentata la quota delle fonti rinnovabili.

Enorme consumo di energia e di produzione di anidride carbonica

Secondo alcuni osservatori la moneta digitale ha causato diversi blackout registrati in Iran, nel corso dell’anno, e anche vecchi appartenenti alla galassia Bitcoin accusano di sprecare risorse enormi di energia, ricevendo al tempo stesso sovvenzioni da regimi autoritari. L’Iran intanto ha preso le distanze dal Bitcoin con lo stop al mining e il sequestro di 50.000 mining rig.

Non tutte le criptovalute hanno bisogno di algoritmi proof-of-work, responsabili dell’enorme consumo energetico, ma tale rigidità è una delle caratteristiche fondamentali a cui difficilmente Bitcoin potrà rinunciare, poiché causerebbe il rischio di perdita di valore.

Diversi ricercatori vogliono quindi promuovere una tassa diretta sulle attività di mining, in modo da regolare la pratica. Un’altra contromisura che potrebbe avere un effetto considerevole sul prezzo della moneta digitale.

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