Il punto di vista della GenZ sulla politica

Il punto di vista della GenZ sulla politica

di Paolo Di Falco

Basta proibizionismo complice della malavita: guardiamo ai vantaggi della legalizzazione della cannabis

Paolo Di Falco

15 settembre 2021

Basta proibizionismo complice della malavita: guardiamo ai vantaggi della legalizzazione della cannabis

Se invece di farci guidare da un proibizionismo immorale ci soffermassimo molto di più sui dati e sui vantaggi ci accorgeremmo che la legalizzazione della cannabis potrebbe essere un importante colpo alla malavita e “una garanzia” per consumatori e minori

Dopo il successo del referendum sulla legalizzazione dell’eutanasia che in un mese ha superato le 850.000 firme, negli ultimi giorni è partita la raccolta firme per un altro referendum che propone, sul piano legislativo, di eliminare il reato della coltivazione della cannabis e le pene detentive per qualsiasi condotta illecita relativa alla stessa a esclusione del traffico illecito e invece, sul piano amministrativo, l’eliminazione della sospensione della patente di guida e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori per chi ne fa uso.

Il referendum, allo stato attuale, ha già superato le 330.000 firme avvicinandosi al raggiungimento delle 500.000 firme digitali necessarie, da raccogliere entro la fine del mese, per accelerare l’iter legislativo che ha già visto nella commissione Giustizia della Camera l’approvazione del testo base che consente la coltivazione di un massimo di quattro piante “femmine”. Prima di firmare o di criticare spinti da personaggi popolari o da proibizionisti ostinati cerchiamo di farci un’idea e di capire cosa accadrebbe nel caso il quesito proposto venga attuato.

A quanto ammonta il consumo di cannabis in Italia?

Per poterci fare un’idea del consumo di cannabis in Italia possiamo prendere come riferimento la Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia del 2021 che, basandosi su delle stime realizzate nel 2018, indica ben 5,9 milioni di consumatori. Stando al rapporto, il mercato delle sostanze stupefacenti in Italia vale ben 16,2 miliardi di euro di cui circa il 39% attribuibile al consumo dei derivati della cannabis. Per avere un’idea approssimativa del giro illegale che ruota intorno alla cannabis basti pensare che tra i minorenni denunciati per reati di droga il 43% è stato denunciato per reati collegati alla cannabis.

Sono 13.586 le denunce totali relative alla cannabis di cui 13.218 riguardanti solamente il traffico illegale. A queste vanno poi sommate le 1.351 persone denunciate per la coltivazione della cannabis. La stessa è la sostanza più utilizzata nel 2020: un quinto degli studenti afferma di averne fatto uso almeno una volta e nel 91% dei casi è stata l’unica sostanza consumata. Oltre a essere la più utilizzata è anche la più reperibile: la maggior parte dei ragazzi (76%) afferma di trovarla facilmente nel mercato della strada mentre il 3,9% la trova in casa.

Maggiori controlli sulla qualità e sull’età

Dai dati possiamo ben capire quanto il consumo sia diffuso in Italia e, proprio per questo, sono innumerevoli i benefici che la legalizzazione porterebbe. Innanzitutto per tutti quelli che ci tengono a ribadire che la cannabis fa male e crea dipendenza bisogna subito sottolineare come anche l’alcool e il fumo, monopolio di stato pensate un po’, hanno effetti negativi sulla salute e possono creare dipendenza. L’unica differenza è che queste sostanze legali, così come la cannabis se legalizzata, fanno meno male considerando il conseguente controllo della quantità e della qualità. Francamente, come evidenziano i numeri sopracitati, non penso si riuscirà mai a debellare il consumo di cannabis quindi, perché non cercare di limitarne il più possibile le conseguenze negative?

La legalizzazione inoltre potrebbe portare alla riduzione del consumo da parte dei giovanissimi che oggi l’acquistano con estrema facilità dagli spacciatori a cui, naturalmente, interessa solamente il guadagno fregandosene dell’età del compratore. Proprio per questo in Italia, per esempio, è vietata la vendita di sigarette ai minorenni e, secondo lo stesso criterio, sempre ai minori viene vietato l’ingresso nei locali autorizzati alla vendita in tutti i Paesi in cui la cannabis è legale.

L’impatto sulla criminalità organizzata

Come abbiamo visto dall’alto numero di denunce per traffico di cannabis, gli spacciatori legati alla criminalità organizzata sono davvero in tanti e, nella maggior parte dei casi, anche giovanissimi attratti da guadagni facili. Il valore del mercato illegale della cannabis in Italia è stimato tra i 7,2 miliardi e gli oltre 30 miliardi di euro, denari che dentro le tasche dei vari boss non si traducono direttamente in Lamborghini nuove e regge principesche ma in maggiori disponibilità finanziarie che vengono impiegate per penetrare maggiormente nel tessuto economico reale del Paese. Come? Facilissimo: tangenti, corruzione di funzionari statali e così via con l’unico risultato di rafforzare e far prosperare le mafie.

Per capire gli effetti che la legalizzazione potrebbe avere possiamo partire da quello che è accaduto in Svizzera dove ad alcuni dottori specializzati è stato permesso di prescrivere gratuitamente eroina a coloro che ne erano dipendenti. Prima di ipotizzare scenari di tossici che prendono d’assalto le città, leggete un po’ cos’è accaduto. Come prima cosa sono stati individuati 3.000 consumatori che contribuivano al 60% della domanda totale del Paese: insomma clienti abituali che si servivano dei pusher regolarmente e che potevano aspirare alle tessere fedeltà. Attraverso l’eroina gratuita gli svizzeri sono riusciti a ridurre i furti del 90% e non solo: i fedeli clienti coccolati dai loro medici hanno smesso di servirsi dai loro pusher rendendo il mercato meno profittevole. Dove non c’è profitto non ci sono venditori e così la maggior parte dei pusher si è dato ad altro, chissà forse al bricolage, rendendo molto difficile per il consumatore di passaggio procurarsi eroina.

A quest’esempio si aggiunge anche lo studio del prof Ferdinando Ofria e del ricercatore Piero David dell’Università di Messina secondo il quale, attraverso un mercato legare, lo Stato riuscirebbe a risparmiare annualmente oltre 600 milioni di euro. Soldi che normalmente vengono impiegati per il controllo sui mercati neri e per le varie operazioni di controllo. Ma, non finisce qui: una proiezione riguardante il fatturato annuo lordo del mercato della cannabis legale in Italia, basata sui sequestri dell’ultimo anno, sfiorerebbe gli 11 miliardi di euro che andrebbero ad alimentare un gettito fiscale non indifferente.

È ora di chiuderla con il proibizionismo

È abbastanza facile comprendere come è giunta l’ora di finirla con questo proibizionismo che fino ad adesso non ha prodotto alcun frutto: non solo per il classico meccanismo psicologico della «mela proibita» che ci porta a essere attratti da tutto ciò che è proibito ma anche perché lo Stato si è mostrato alquanto inadeguato a impedirne lo spaccio che avviene regolarmente persino all’interno delle carceri. Legalizzazione che, tra le altre cose, porterebbe anche a una notevole riduzione dell’affollamento carcerario, arrivato in Italia a livelli intollerabili e disumani.

La strada maestra non è quella di proibire anche se molto più facile da percorrere ma, resta quella dell’educazione, dell’informazione capillare in merito alle conseguenze così come oggi avviene già per il fumo e l’alcool. Paradossalmente, come sosteneva Joseph Boynton Priestley, “il miglior modo per ottenere l’osservanza di un divieto è permettere le cose proibite”.

Paolo Di Falco

18 anni, di Siracusa. Ho creato La Politica Del Popolo, un sito di news gestito da giovani.

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