Banche: la classifica degli istituti con più crediti deteriorati in Italia

Claudia Cervi

13/04/2023

13/04/2023 - 10:27

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Il settore bancario italiano potrebbe vedere nei prossimi mesi un peggioramento dei crediti deteriorati. Ecco una classifica delle banche con più sofferenze e quelle più virtuose.

Banche: la classifica degli istituti con più crediti deteriorati in Italia

Il settore bancario è uno dei pilastri fondamentali dell’economia di un paese, ma anche le banche sono esposte a rischi e incertezze, tra cui la possibilità che i prestiti erogati ai clienti diventino insolventi. In Italia, il problema dei crediti deteriorati è particolarmente rilevante a causa della crisi economica degli ultimi anni. Secondo la Banca d’Italia, a giugno 2022 il valore totale dei crediti deteriorati delle banche italiane ammontava a 67,9 miliardi di euro (erano 70 miliardi alla fine del 2020).

Nonostante la situazione positiva del 2022, i dati preoccupanti sul tasso di deterioramento del credito alle imprese e sull’aumento dei costi dell’energia e dei tassi di interesse, uniti alla fine delle misure di sostegno pubblico, fanno prevedere un aumento dei crediti deteriorati nelle banche italiane.

Secondo gli esperti, il tasso di deterioramento del credito alle imprese dovrebbe raggiungere il 3,8% nel 2023, con un aumento di flussi di credito deteriorato previsto nel triennio 2022-2024. Ciò rappresenta una preoccupazione per le banche italiane, poiché un aumento dei crediti non performanti potrebbe comportare una riduzione della disponibilità del credito e, di conseguenza, un impatto negativo sull’economia nel suo insieme.

Outlook Abi-Cerved_Gennaio 2023
Crediti deteriorati - Fonte Abi-Cerved

La Banca d’Italia pubblica regolarmente una classifica degli istituti bancari italiani con il maggior livello di esposizione ai crediti deteriorati, al fine di fornire trasparenza e favorire la gestione efficace del rischio da parte delle banche. In questo articolo, esploreremo in dettaglio la questione dei crediti deteriorati e delle sofferenze bancarie in Italia, analizzando la classifica degli istituti con il maggior livello di esposizione al rischio. Cercheremo di comprendere le cause e le conseguenze di questa situazione, nonché le possibili soluzioni e strategie per mitigare gli effetti negativi.

Crediti deteriorati banche italiane: gli ultimi dati

Gli ultimi dati sui crediti deteriorati delle banche italiane elaborati sulla base dei dati di Banca d’Italia aggiornati a giugno 2022 mostrano un’inversione di tendenza. Nel giugno 2021, il tasso di deterioramento aveva toccato il minimo dell’1,62% su base annua, ma nei primi due trimestri del 2022, si è alzato fino al 2,13%, in linea con le previsioni del rapporto Abi-Cerved. Il rapporto indica che le banche italiane si attendono un aumento dei crediti deteriorati per la prima volta in 10 anni, a causa dell’incertezza economica, dell’aumento dei tassi e dei costi elevati dell’energia, nonché della fine delle misure pubbliche di sostegno.

Il tasso di deterioramento del credito alle imprese, ovvero l’indicatore che esprime la percentuale dei crediti in bonis a inizio anno che nel corso dell’anno diventano non performing, è aumentato dal 2% al 2,3% a fine 2022 e si prevede che raggiungerà il 3,8% nel 2023, per poi scendere al 3,4% nel 2024.

Secondo il Market Watch Npl, nel triennio 2022-2024 sono attesi in Italia 82 miliardi di euro di nuovi flussi di credito deteriorato, con un picco previsto nel 2023. Ciò indica una situazione di rischio per il sistema bancario italiano e richiederà misure di gestione del rischio e di contenimento dei crediti in sofferenza da parte delle banche italiane.

È importante che le banche adottino una gestione del rischio prudenziale e una sorveglianza costante dei propri portafogli di credito per evitare perdite finanziarie e mantenere la stabilità del sistema bancario. Per limitare l’aumento dei crediti deteriorati, le politiche economiche nazionali dovrebbero essere volte a sostenere la ripresa economica, promuovendo la crescita sostenibile del sistema economico. Le banche dovrebbero anche adottare misure preventive, come l’incremento delle attività di controllo e monitoraggio dei clienti, per identificare tempestivamente eventuali situazioni di rischio e prevenire il deterioramento dei crediti.

Ma quali sono le banche con più crediti deteriorati? Vediamole in questa lista calcolata sulla base degli ultimi bilanci.

Banche con più crediti deteriorati: ecco gli istituti più esposti

I crediti deteriorati sono una delle principali fonti di rischio per le banche. Si tratta di crediti che sono in default o che presentano un alto rischio di non essere rimborsati, e che quindi potrebbero causare una riduzione dei profitti e un aumento delle perdite per l’istituto di credito.

In questo contesto, è importante conoscere quali sono le banche più esposte ai crediti deteriorati. Secondo alcune analisi, tra le banche italiane, quelle con il maggior numero di crediti deteriorati sono state le banche popolari e le banche locali.

Tuttavia, negli ultimi anni, molte banche italiane hanno cercato di ridurre il loro stock di crediti deteriorati, attraverso la vendita di portafogli di crediti non performanti e l’implementazione di politiche di gestione più rigorose. Questo ha permesso di migliorare la qualità del credito e di ridurre il rischio per l’intero sistema bancario italiano.

Vediamo di seguito le banche con più crediti deteriorati, fino ad arrivare a quelle con una maggiore qualità del portafoglio crediti.

  • MPS: al termine dell’esercizio 2022 i crediti deteriorati lordi erano pari a 3,3 miliardi di euro, con una diminuzione di circa il 20% rispetto all’anno precedente, grazie alla cessione di un portafoglio di 0,9 miliardi di euro e alla costante gestione proattiva delle posizioni. L’indicatore NPE ratio lordo si è attestato al 4,2%, in calo rispetto al 4,9% del 2021, mentre l’NPE ratio netto è stato del 2,2%, rispetto al 2,6% dell’anno precedente. La copertura complessiva dei crediti deteriorati è aumentata al 48,1% rispetto all’anno precedente. Inoltre, il tasso di provisioning annuo è stato pari a 55 punti base. Tali risultati sono il frutto di una strategia di gestione attiva del rischio, finalizzata a ridurre l’impatto dei crediti deteriorati sul bilancio aziendale e a migliorare la solidità finanziaria dell’azienda.
  • BPM: alla fine del 2022, gli impieghi netti alla clientela sono rimasti stabili rispetto all’inizio dell’anno, ma ci sono state delle esposizioni performing in aumento (+0,9%) grazie alle nuove erogazioni a famiglie e imprese pari a 26,5 miliardi. Le esposizioni nette deteriorate erano pari a 2,4 miliardi di euro, ma l’incidenza rispetto al totale degli impegni è diminuita dal 5,6% all’inizio dell’anno al 4,2%. L’indice di copertura dei crediti deteriorati è migliorato al 50,6%. Durante il 2022, Banco BPM ha proseguito il processo di derisking per 2,6 miliardi di euro.
  • Cassa Risparmio Bolzano: nella visione consolidata, gli NPL ratios sono eccellenti: il coefficiente lordo è del 3,6% e il netto all’1,9% (grazie all’aumento delle rettifiche di valore per rischio di credito di CiviBank). Le coperture sui crediti deteriorati sono del 47,2%, ma questo valore è influenzato dalla contabilizzazione dei crediti della banca acquisita al loro fair value. Il 2022 è stato un anno complesso per l’acquisizione di CiviBank e per le mutate condizioni del mercato finanziario. L’acquisizione ha comportato un importante assorbimento patrimoniale, ma il nuovo piano industriale mira a migliorare tutti gli indicatori e a armonizzare i valori delle due banche.
  • Banca Pop di Sondrio: alla fine del 2022 i finanziamenti netti verso la clientela ammontavano a 33,02 miliardi di euro, mostrando un aumento del 6,3% rispetto all’inizio dell’anno. Inoltre, i crediti deteriorati netti sono diminuiti del 27,3%, scendendo da 837 milioni di euro a 609 milioni di euro, e costituivano solo l’1,8% del totale dei crediti, con una copertura del 58,3%.
  • Banco Desio: alla fine del 2022 Banco Desio ha registrato una riduzione dell’incidenza dei crediti deteriorati, con un NPL ratio lordo al 3,3% (rispetto al 4,1% al 31 dicembre 2021) e netto al 1,7% (in precedenza 2,1%). La banca ha condotto una rigorosa valutazione dei crediti e presenta solidi livelli di coverage sui crediti deteriorati al 49,6% e sui crediti in bonis allo 0,88%.
  • BPER: alla fine del 2022 l’incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei crediti lordi si è attestata al 3,2%, in calo rispetto al terzo trimestre (4,2%), grazie principalmente all’operazione di cessione di un portafoglio di npl. Il NPL ratio netto è all’1,4%.
  • Unicredit: al 31 dicembre 2022 i crediti deteriorati lordi del gruppo ammontavano a 12,5 miliardi corrispondenti a ca 2,7% NPE ratio, di cui solo 2,6 miliardi classificati come sofferenze (o Bad Loans). Il
    fondo accontamenti è del 48,2%, superiore alla media europea. L’ammontare di Crediti deteriorati è stato ridotto notevolmente negli ultimi anni, tanto che il Gruppo non risulta più una “High NPE bank” per la BCE.
  • Intesa Sanpaolo: a fine 2022 i crediti deteriorati netti si sono ridotti a 5,5 miliardi (-22,3%). In base alla definizione EBA, al 31 dicembre 2022 l’incidenza dei crediti deteriorati è risultata pari all’1,9% in termini lordi ed all’1% in termini netti (a dicembre 2021 erano rispettivamente al 2,4% e 1,2%).

A dicembre 2022 l’incidenza dei deteriorati lordi sul complesso dei crediti si è attestata al 2,3%, sostanzialmente in linea con i dati di settembre e giugno, e in miglioramento rispetto ai valori registrati sia a marzo 2022 sia a dicembre 2021, anche in relazione alla cessione di circa 4 miliardi di crediti deteriorati avvenuta nel secondo trimestre.
A dicembre 2022 la copertura sui crediti deteriorati si cifra al 48,4%.

  • Credem: l’attivo della banca è di alta qualità, dimostrato dal fatto che il rapporto tra gli impieghi problematici e quelli totali si è ulteriormente ridotto al 2,1% alla fine del 2022. Questo valore è inferiore alla media delle banche italiane e europee. La banca ha anche un livello di copertura elevato sui crediti problematici, inclusi gli shortfall, pari al 61%. Il rapporto tra i crediti deteriorati netti e gli impieghi netti è del 0,94% e il costo del credito è pari a 15 bps.
  • Fineco Bank: alla fine del 2022, al netto delle rettifiche di valore, i crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili e crediti scaduti/sconfinanti deteriorati) ammontavano a €3,5 milioni, con un coverage ratio dell’86%. Il rapporto tra l’ammontare dei crediti deteriorati e l’ammontare dei crediti di finanziamento verso la clientela ordinaria è dello 0,06%. Ai precedenti report trimestrali del 30 settembre 2022 e del 31 dicembre 2021, il rapporto era rispettivamente dello 0,09% e dello 0,08%.
BancaPercentuale di crediti deterioratiCoperture medie dei deterioratiCET 1 fully phased
Fineco Bank 0,1% 86% 20,8%
Credem 0,9% 61% 13,72%
Intesa Sanpaolo 1,2% 48,4% 13,5%
Unicredit 1,4% 48,2% 14,9%
BPER 1,4% 57,1% 12,04%
Banco Desio 1,7% 49,6% 15,01%
Pop Sondrio 1,8% 58,3% 15,4%
Cassa di risparmio di Bolzano 1,9% 47,2% 12,6%
Banco BPM 2,2% 50,6% 13,3%
MPS 2,2% 48,4% 15,6%

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