Aumento pensioni in Regione Lazio: ecco per chi

Chiara Esposito

07/08/2021

26/08/2021 - 12:11

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Mentre l’attacco hacker è ancora in corso, la giunta di Zingaretti vota un controverso emendamento sulle pensioni che favorisce gli ex europarlamentari.

Aumento pensioni in Regione Lazio: ecco per chi

Nessuna buona notizia per i cittadini della Regione Lazio, visto che l’aumento delle pensioni non è rivolto a loro bensì ai consiglieri regionali con un passato da europarlamentare.

L’emendamento che introduce questa novità però fa discutere, anche visto il suo infelice tempismo. Con un attacco hacker ancora in corso, alcuni membri della giunta di Zingaretti si sono ritrovati ad esprimere un voto quasi al buio ed insinuano che una simile coincidenza di fattori potrebbe non essere tale.

Queste almeno sono le dichiarazioni fatte da un anonimo al giornale “Domani”.

Aumento pensioni Regione Lazio: l’emendamento incriminato

La discussione nasce a partire dal testo di Daniele Leodori, il vicepresidente del consiglio regionale in quota Pd. L’emendamento da lui presentato prevede un aumento di oltre 500 euro per chi riceve anche la pensione da europarlamentare.

Una clausola piuttosto controversa se si pensa che con questa votazione i consiglieri regionali hanno modificato una legge regionale del 2019 che prevedeva un taglio dei vitalizi e un risparmio di 6,6 milioni di euro l’anno. L’opposizione parla di un vero e proprio passo indietro.

Stando poi alla fonte del giornale “Domani” lo stesso emendamento non sarebbe stato neppure preventivamente discusso dalle commissioni competenti, generando così i primi sospetti di alcuni consiglieri. Riferisce ancora una volta l’anonimo indicato dalla testata di Stefano Feltri:

«Per chi non conosceva questa materia, è stato come votare un emendamento al buio. Con il sito della Regione fuori uso, chi voleva non aveva modo di informarsi. Si potrebbe pensare a una mossa in malafede»

Avanti tutta, ma perché?

L’attacco informatico al Ced del Lazio di domenica 1° agosto è un tema di forte interesse nazionale. Un evento che, per la sua portata, cattura l’attenzione mediatica del momento e oscura quindi l’importanza riservata ad altre questioni minore entità. Lo stesso presidente della regione Nicola Zingaretti non ha esitato a definirla «la più grave aggressione informatica mai avvenuta sul territorio italiano».

Ma allora come mai, una manovra così discutibile, è stata votata proprio in questi giorni di trambusto e d’indagini da parte della Procura di Roma? L’agenda del consiglio regionale non avrebbe dovuto subire uno stop almeno momentaneo per dare a ogni questione il giusto spazio e il rilievo necessario?

Queste sono le domande che si sono posti i detrattori della manovra approvata in questi giorni, forti delle stesse perplessità sollevate in sede di votazione. La risposta che si danno è che la questione dell’attacco hacker sia stato un distrattore provvidenziale per far passare in sordina la proposta avanzata da Leodori.

Un emendamento così delicato, che peraltro introduce ulteriori privilegi per una classe già piuttosto agiata, avrebbe di sicuro smosso più coscienze in un momento diverso. Si sarebbe probabilmente aperto un dibattito sul tema e, perché no, l’esito della valutazione ne sarebbe uscito modificato.

Quel che è fatto, è fatto

Le ipotesi su come sarebbe potuta andare però ormai lasciano il tempo che trovano. Ciò che resta è la concretezza di questo aumento delle pensioni, i cui effetti di certo non saranno registrabili dalla gente comune quanto piuttosto dai pochi beneficiari indicati dalla nuova norma.

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