L’Asia più povera con la guerra: l’allarme Banca Mondiale (anche sulla Cina)

Violetta Silvestri

05/04/2022

05/04/2022 - 15:34

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La guerra russa in Ucraina allarga i suoi effetti economici allarmanti: la Banca Mondiale ha lanciato l’allerta per la crescita dell’Asia. Il rischio è l’aumento di povertà, cosa aspettarsi?

L’Asia più povera con la guerra: l’allarme Banca Mondiale (anche sulla Cina)

L’invasione russa dell’Ucraina ha ulteriormente smorzato le prospettive economiche per i Paesi in via di sviluppo dell’Asia orientale e del Pacifico, il che significa una minore crescita economica e una maggiore povertà nella regione quest’anno: l’avvertimento è della Banca Mondiale.

Il fattore guerra si è aggiunto ai rischi già esistenti e che la regione – con 2,1 miliardi di abitanti e che si estende dalla Cina alla Papua Nuova Guinea – ha dovuto affrontare negli ultimi anni.

Tra questi la pandemia in corso, la stretta finanziaria negli Stati Uniti e la rinascita dei contagi con le politiche zero-Covid della Cina.

In un mondo reso più fragile dall’inatteso conflitto, cosa aspettarsi in Asia, regione cruciale per il commercio globale?

Asia più povera con la guerra? Le stime della Banca Mondiale

La Banca Mondiale ha abbassato le sue previsioni di crescita per l’Asia orientale e il Pacifico al 5%, dal 5,4% previsto in ottobre e ha avvertito che la ripresa potrebbe rallentare al 4% se le condizioni si indebolissero ulteriormente.

Le ultime prospettive riflettono il colpo subito dalla regione dall’invasione russa dell’Ucraina, dall’aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti e dal rallentamento della crescita in Cina.

I continui shock della catena di approvvigionamento continuano a ostacolare i produttori e a far aumentare i prezzi.

Tutte queste volatilità avranno un impatto concreto su milioni di famiglie nella regione. Circa 8 milioni di persone della vasta area del mondo presa in esame sono rientrate nella soglia di povertà durante la pandemia e vedranno i redditi reali ridursi ulteriormente con l’impennata inflazionistica e la diminuzione del potere d’acquisto.

Il rapporto della Banca Mondiale ha avvertito:

“I Governi indebitati, che hanno visto il loro debito come quota del PIL aumentare di 10 punti percentuali dal 2019, faranno fatica a fornire sostegno economico. L’aumento dell’inflazione, almeno un punto percentuale al di sopra delle aspettative precedenti a causa del solo shock del prezzo del petrolio, ridurrà lo spazio per un allentamento monetario”

Solo una combinazione di riforme fiscali, finanziarie e commerciali potrebbe mitigare i rischi, rilanciare la crescita e ridurre la povertà.

Il mix dovrebbe comprendere il rafforzamento dell’efficienza della politica fiscale; politiche macroprudenziali per mitigare i rischi derivanti dalla stretta finanziaria globale; riforme commerciali relative ai beni e, in particolare, nei settori dei servizi ancora protetti, per beneficiare del mutevole panorama del commercio globale; misure per incoraggiare la diffusione della tecnologia.

Aaditya Mattoo, capo economista della Banca Mondiale per l’Asia orientale e il Pacifico, ha comunque sottolineato che l’anno sarà difficile per la regione e quello prossimo impegnativo.

Anche la Cina è a rischio

Si prevede che la Cina, che rappresenta l’86% della produzione regionale, aumenterà del 5% nel 2022, 0,4 punti percentuali in meno rispetto alla stima di ottobre della Banca Mondiale. Ma nello scenario al ribasso, la seconda economia Mondiale potrebbe crescere solo del 4%.

Anche prima della guerra in Ucraina, Pechino aveva affrontato gli shock del Covid e le vulnerabilità esistenti nel suo settore immobiliare.

Nelle riunioni politiche annuali del mese scorso, il partito comunista al potere ha fissato il suo obiettivo di crescita del Pil a circa il 5,5% quest’anno. Nelle ultime settimane, tuttavia, mentre la guerra in Ucraina ha continuato a imperversare e Omicron ha portato la città più grande del Paese, Shanghai, al blocco, gli economisti hanno espresso preoccupazione.

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