Aruba, la PEC varca i confini dell’Europa: cosa cambia

Martino Grassi

21 Giugno 2021 - 13:25

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Grazie ad un nuovo documento la PEC potrà rispettare il regolamento eIDAS e rispondere ai criteri definiti dall’ETSI, diventando interoperabile a livello europeo. Ecco cosa cambia.

Aruba, la PEC varca i confini dell’Europa: cosa cambia

La Posta Elettronica Certificata (PEC) supererà i confini europei. La notizia arriva direttamente da un documento diffuso dall’Agenzia per l’Italia digitale (AgID), intitolato “REM SERVICES – Criteri di adozione degli standard ETSI – Policy IT 1.0”, nel quale sono contenute le nuove regole tecniche relative alla PEC conformi al regolamento eIDAS e allo standard REM, oltre che le linee guida implementative e la definizione del REM Interoperability Domain IT, come precisa Aruba.

Attraverso questo documento, in sostanza, sono stati ufficializzati i criteri per l’adozione del primo schema interoperabile di eDelivery qualificato che ha come obiettivo quello di permettere alla Pec di rispettare il regolamento eIDAS, operando a livello europeo e di rispondere ai criteri definiti dall’ETSI. Ma vediamo cosa cambia.

Aruba, la PEC varca i confini dell’Europa

La PEC è pronta a varcare i confini dell’Europa, dato che, come spiega Marco Mangiulli, CIO & Head of Software Development di Aruba, “siamo in dirittura d’arrivo. Il documento pubblicato da AgID è un ulteriore importantissimo tassello nel passaggio dalla PEC al recapito certificato qualificato conforme ad eIDAS, e quindi interoperabile a livello europeo.

Il nuovo progetto corre su un binario parallelo a quello volto al raggiungimento degli obiettivi promossi dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che nel settore della “digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” si concentra anche sul tema dell’implementazione delle infrastrutture digitali e sulla questione dati e interoperabilità.

Durante il percorso di approvazione il contribuito dell’Italia è stato essenziale soprattutto grazie all’esperienza accumulata nel corso degli anni con il successo della Posta Elettronica Certificata, che ha avuto origine proprio nel nostro Paese 16 anni fa. A dare conferma della fortuna della PEC in Italia sono i numeri: durante il primo trimestre del 2021 sono stati scambiati quasi 383 milioni di messaggi ed in totale, ad oggi, sono state attivate 12 milioni e 700 mila caselle.

Cosa cambia con il nuovo progetto?

Con l’introduzione di questo documento, una volta che saranno conclusi i test di interoperabilità, verrà pubblicata la versione definitiva degli standard ETSI che permetterà di avere un dialogo sicuro tra i vari gestori di servizi di recapito certificato qualificato, garantendo quindi anche uno scambio telematico sicuro tra i privati e le aziende di tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea.

Marco Mangiulli spiega che “la PEC diventerà presto un sistema di recapito certificato qualificato utilizzabile in Europa questo traguardo consentirà a tutti gli utenti di utilizzare il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata nelle comunicazioni con la Pubblica Amministrazione o per quelle verso utenti, enti ed imprese europee, mantenendo il valore legale e la sicurezza che da sempre contraddistinguono lo strumento PEC”.

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