Il punto di vista della GenZ sulla politica

Il punto di vista della GenZ sulla politica

di Paolo Di Falco

Un’analisi della situazione in Ucraina con l’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci

Paolo Di Falco

5 marzo 2022

Con l’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci abbiamo fatto un’analisi di quanto sta accadendo in Ucraina concentrandoci sugli obiettivi potenziali del Presidente Putin, sulla posizione della Cina e sulla reazione dell’Unione Europea.

L’invasione russa dell’Ucraina continua e, mentre il numero di morti continua ad aumentare di ora in ora, non sembrano esserci segnali all’orizzonte che lascino presagire il raggiungimento di un accordo tra le parti per porre fine ai combattimenti. Lo scenario geopolitico in cui si inseriscono i colloqui tra le due parti, le mosse dell’Europa e quelle del continente cinese è molto delicato e per questo abbiamo voluto analizzarlo con l’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, Presidente dell’Istituto Affari Internazionali che, oltre a essere stato un diplomatico di carriera dal 1972 a 2013, ha ricoperto anche l’incarico di rappresentante permanente d’Italia presso l’Unione Europea a Bruxelles e anche quello di capo di gabinetto e direttore generale per l’integrazione europea presso il Ministero degli Esteri.

In merito al secondo round di colloqui l’ambasciatore Nelli Feroci ha sottolineato come: «È positivo che sia stata raggiunta un’intesa ma allo stesso tempo preoccupante per altri aspetti. La breve cessazione delle ostilità e la creazione dei corridoi umanitari a mio avviso lascia presagire che ci sia la premessa per un’offensiva ancora più massiccia da parte delle forze d’occupazione russe. L’obiettivo è sempre più evidente: Putin vuole arrivare a occupare le maggiori città dell’Ucraina orientale e sta puntando su Kiev».

Lo stesso ambasciatore ha espresso anche diversi dubbi sull’effettiva riuscita dei colloqui: ”Le due parti sono su due posizioni molto diverse: l’Ucraina sta disperatamente cercando di trovare una via d’uscita mentre per la Russia i colloqui sembrano avere solo l’obiettivo di guadagnare tempo per consentire alle truppe di continuare ad avanzare sul territorio ucraino. L’obiettivo più o meno dichiarato di Putin è quello di occupare la capitale e insediare a Kiev un governo amico: con quel governo forse Putin arriverà a una trattativa.” Anche se, ci tiene a precisare che non sarebbe nell’interesse del Presidente russo “spingersi oltre l’Ucraina in quanto rischierebbe di colpire i membri dell’alleanza atlantica. Realisticamente dovrebbe fermarsi all’Ucraina ma, detto questo, Putin ha dimostrato in questi giorni di essere abbastanza imprevedibile.”

Dall’altra parte c’è Pechino che “come nella sua tradizione mantiene un atteggiamento molto ambiguo: da un lato si rifiuta di condannare esplicitamente l’azione russa, dall’altro è un Paese che ha complessivamente l’interesse per il mantenimento dello status quo. La Cina in questo momento è il Paese che più usufruisce dei vantaggi indiretti di questa nuova tensione che si è venuta a creare tra gli Stati Uniti e la Russia e, in generale, tra l’Occidente e la Russia. Non dimentichiamo che fino a poche settimane fa tutta la politica estera americana era concentrata su un unico competitor che era appunto la Cina mentre oggi il quadro si è modificato in maniera abbastanza radicale con un vantaggio di posizione netto per la Cina.

Sulla reazione europea invece il Presidente dell’Istituto Affari Esteri ha ribadito che era “il massimo che si poteva fare date le nostre responsabilità e competenze allo stato attuale nel processo di costruzione europea. Noi non abbiamo uno strumento militare né avevamo impegni diretti essendo l’Ucraina un Paese che non parte né della Nato né dell’Unione. “ Tre le linee su cui si è impostata la risposta della Nato e dell’Unione Europea:” Una condanna esplicita senza se e senza ma dell’invasione russa, tre pacchetti di sanzioni molto pesanti nei confronti della Russia che già stanno producendo alcuni effetti e poi è stato deciso, questo da singoli Paesi, di fornire materiale militare all’Ucraina. Bisogna però sottolineare come parte di queste forniture militari saranno pagate con fondi comuni del bilancio dell’Unione Europea e questo è un passaggio politicamente e simbolicamente molto rilevante: è la prima volta in assoluto che l’Unione Europea fornisce con proprie risorse finanziare armamenti a un Paese in guerra.

Questa crisi per la sua gravità e la sua dimensione ha avuto l’effetto di compattare i 27 come mai si era visto in passato”- continua l’ambasciatore Nelli Feroci - “Io ho potuto verificare di persona quanto fosse difficile in passato definire una linea comune tra i membri dell’Unione quando si trattava della Federazione Russa. In questo caso non ci sono stati dubbi, non ci sono stati tentennamenti e sono state adottate delle decisioni molto importanti politicamente e molto significative per il loro impatto economico nel giro di poche ore. Non solo per i tre pacchetti di sanzioni ma molto importante è anche la decisione che è stata presa sulla gestione dei flussi migratori ovvero quella di concedere per la prima volta nella storia un istituto di protezione temporanea a tutti i civili ucraini che lasciano il loro Paese per andare nei Paesi dell’Unione accompagnata da una disponibilità a un sistema di ripartizione per quote nazionali. Se si pensa alle difficoltà che abbiamo avuto in passato in tal senso questo conferma la vecchia tesi che l’Unione Europea cresce nelle crisi e grazie alle crisi.

In merito alle ultime richieste di adesione della Georgia e della Moldavia all’Unione Europea invece bisogna mettere in evidenza come “l’adesione di questi Paesi all’Unione Europea non è un obiettivo di breve e neppure di medio termine: dobbiamo essere realisti. L’apertura che è stata fatta dalla presidente della Commissione all’ipotesi di un’adesione dell’Ucraina all’Unione è un gesto di valenza simbolica, una manifestazione di solidarietà politica. Oggi non ci sono le condizioni per cui questi Paesi possano realisticamente avviare un processo che porterebbe all’adesione e di conseguenza quest’apertura non credo abbia conseguenze operative nel breve/medio periodo.

In merito ai prossimi scenari l’ambasciatore Nelli Feroci dice che: ”La strategia che è stata adottata dal punto di vista occidentale è quella di creare le condizioni per un’erosione del consenso nei confronti di Putin e del gruppo di potere che opera intorno a lui. Fare previsioni è difficile, l’importante è colpire il sistema degli interessi economici che ruotano intorno a Putin e, dispiace dirlo, purtroppo colpire indirettamente la popolazione russa, che non ha nessuna responsabilità, non solo con delle misure economiche ma anche con misure che hanno valenza più simbolica ma che hanno un grande impatto sulla percezione dell’opinione pubblica come l’esclusione da alcuni campionati di calcio, dall’Eurovision… Sono tutte misure dolorose perché colpiscono individui che non hanno responsabilità ma sono un segnale diretto all’opinione pubblica russa di quanto noi consideriamo inaccettabile e intollerabile quello che sta succedendo. Questi gesti alla lunga possono contribuire a erodere il consenso nei confronti di Putin.

Paolo Di Falco

18 anni, di Siracusa. Ho creato La Politica Del Popolo, un sito di news gestito da giovani.

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