Allerta dalla BCE: stabilità finanziaria a rischio

Violetta Silvestri

17 Novembre 2021 - 12:08

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Nella revisione semestrale della stabilità finanziaria, la BCE ha sottolineato che esistono vulnerabilità a lungo termine per le finanze europee: quali rischi corre l’Europa? L’allarme di Francoforte.

Allerta dalla BCE: stabilità finanziaria a rischio

La BCE ha suonato nuovi allarmi per la stabilità finanziaria della zona euro.

Non c’è solo la ripresa economica post-Covid sotto i riflettori della banca centrale. Piuttosto, nel suo rapporto semestrale l’istituto di Francoforte ha posto l’accento su alcune rilevanti vulnerabilità che il sistema della finanza sta evidenziando e che potenzialmente minano la regione nel più lungo periodo.

Come sottolineato nel documento ufficiale, le preoccupazioni riguardano in particolare “sacche di esuberanza” nei mercati del credito, dell’immobiliare, nonché i livelli di debito più elevati nei settori aziendale e pubblico come eredità della pandemia.

La BCE ha messo in guardia i Paesi: sebbene la crescita abbia imboccato la giusta strada, la stabilità finanziaria resta a rischio. I motivi dell’allerta spiegati di seguito.

La BCE vede questi rischi finanziari per l’Eurozona

Nella sua relazione semestrale sulla stabilità finanziaria, la BCE ha sottolineato tre punti chiave:

  • i rischi a breve termine per la stabilità finanziaria legati alla pandemia sono diminuiti con la ripresa dell’economia;
  • le vulnerabilità crescono nei mercati immobiliari e in alcuni asset finanziari;
  • le sfide ancora aperte per la ripresa e per le prospettive di inflazione sono dovute alle tensioni nelle catene di approvvigionamento globali e all’aumento dei prezzi dell’energia

Da Francoforte l’analisi si è concentrata su alcuni aspetti importanti che stanno caratterizzando la finanza.

La maggiore vivacità nei mercati immobiliari, nelle obbligazioni spazzatura e nelle criptovalute ha creato spazi di debolezza che saranno esposti se un’inflazione superiore al previsto porterà a un forte aumento dei tassi di interesse.

Cosa significa? L’incremento dell’inflazione e il calo dei tassi di interesse reali hanno spinto gli investitori ad assumersi maggiori rischi nella loro ricerca di rendimento, il che ha lasciato parti dei mercati immobiliari, del debito e delle criptovalute “sempre più suscettibili di correzioni” secondo le valutazioni BCE.

L’allarme è stato quindi ampliato al ruolo dei soggetti non bancari. “Fondi di investimento, assicuratori e fondi pensione, hanno continuato ad aumentare la loro esposizione al debito societario con rating basso e potrebbero subire perdite di credito considerevoli se le condizioni del settore societario dovessero peggiorare. Anche i fondi di investimento rimangono fortemente esposti al rischio di liquidità”, secondo il report.

Da Francoforte hanno sottolineato che il ruolo delle tensioni nelle catene di approvvigionamento globali e del recente aumento dei prezzi dell’energia potrebbe essere nocivo alla crescita, con inflazione in accelerazione ancora per molto.

Non solo, “una correzione dei mercati potrebbe essere innescata da una ripresa economica più debole del previsto, da ricadute di sviluppi negativi nelle economie dei mercati emergenti, da una re-intensificazione dello stress nel settore delle imprese non finanziarie o da bruschi aggiustamenti delle aspettative del mercato per quanto riguarda il futuro percorso della normalizzazione delle politiche monetarie.”

Focus su criptovalute e settore immobiliare

Due temi sono stati affrontati dalla revisione di stabilità finanziaria BCE. Innanzitutto, l’andamento del settore immobiliare.

I prezzi delle case nell’UE sono aumentati del 7,3% su base annua nel secondo trimestre, l’aumento più rapido da poco prima della crisi finanziaria del 2008. La BCE ha affermato che ci sono stati segnali crescenti di sopravvalutazione che hanno lasciato molti mercati immobiliari europei “inclini a una correzione” e ha avvertito di un “deterioramento degli standard di prestito”.

Questi sviluppi hanno rafforzato la possibilità per le autorità nazionali di introdurre più misure di politica macroprudenziale, come limiti ai prestiti bancari o requisiti patrimoniali più elevati sui mutui.

E poi c’è il capitolo valute virtuali. L’istituto ha posto l’accento sul ruolo di “segmenti di mercato più esotici, come i mercati delle criptovalute, soggetti a attacchi speculativi di volatilità”.

La BCE ha anche espresso preoccupazione per le interconnessioni tra i mercati finanziari convenzionali e le stablecoin, un tipo di criptovaluta che è nominalmente ancorato alle attività sottostanti per limitare le fluttuazioni dei prezzi.

La rapida crescita delle dimensioni e dell’utilizzo delle stablecoin “richiede un’attuazione urgente di quadri normativi, di vigilanza e di supervisione”, ha allertato il report.

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