Allarme fanghi tossici: a quali cibi bisogna stare attenti

E. C.

26 Maggio 2021 - 19:20

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È allarme in più zone d’Italia a causa di 150.000 tonnellate di fanghi tossici contaminati da metalli pesanti, idrocarburi e altre sostanze, immessi in commercio come fertilizzante. Vediamo a quali cibi bisogna stare attenti e da che zone provengono.

Allarme fanghi tossici: a quali cibi bisogna stare attenti

Ammontano a oltre 12 milioni di euro i profitti illeciti per le 150.000 tonnellate di fanghi tossici immessi in commercio come fertilizzanti per i campi. Sono molte le zone d’Italia colpite per un totale di circa 3.000 ettari di terreno agricolo coinvolto e tutto nel Nord Italia.

Dopo l’immissione di fanghi tossici nel terreno spacciati per fertilizzanti agricoli (per un totale di 5.000 tir ricolmi di materiale tossico) c’è da stare attenti ad alcuni cibi e anche alla loro provenienza se li si compra durante la spesa.

Ecco quali tipi di cibo possono essere stati coinvolti nello scandalo ambientale e quali provenienze bisogna controllare se si acquistano quei tipi di cibo probabilmente coinvolti.

Quali sono le zone dell’allarme fanghi tossici

Lo scandalo ambientale dei fanghi tossici riguarda molte zone di Italia, tutte al nord.

Il cuore dello scandalo è una società di Brescia che opera nel settore rifiuti proprietaria di tre stabilimenti nei comuni di Calcinato, Calvisano e Quinzano d’Oglio (da oggi sotto sequestro).

Non solo il bresciano è, però, coinvolto nella vicenda, ma anche altre parti del nord Italia. L’azienda, infatti, classificava i fanghi tossici come “gessi di defecazione” e li smaltiva su terreni destinati a coltivazioni agricole di più province.

Le regioni coinvolte nell’illecito di rifiuti che va avanti dal 2018 (quando sono state aperte le indagini) sono quattro: Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna.

In queste regioni, i Comuni maggiormente coinvolti sono: Brescia, Mantova, Cremona, Milano, Pavia, Lodi, Como, Varese, Verona, Novara, Vercelli e Piacenza. Queste sono le provenienze che bisogna guardare quando si acquista un cibo che potrebbe essere stato contaminato dai fanghi tossici.

I proprietari dei fondi agricoli che acquistavano il prodotto tossico venivano, infatti, convinti dall’azienda bresciana a spargere il prodotto con supposte proprietà fertilizzanti offrendo anche campioni a titolo gratuito e poi prodotti a basso costo.

Quali sono i cibi coinvolti nell’allarme fanghi tossici

A oggi, le indagini non hanno reso pubblico quali siano, nello specifico, le aziende agricole del nord Italia che hanno acquistato negli ultimi anni i prodotti fertilizzanti falsati. Tanto meno è stato dichiarato quale sia il nome del prodotto (o dei prodotti) messo in commercio e diramato dalla zona bresciana a tutto il nord Italia.

Ciò che è possibile fare è una stima delle principali coltivazioni che avvengono in quelle zone, con buona pace del fatto che si tratta comunque di prodotti altamente inquinanti e che, come tali, possono essere in grado di immettersi nell’alimentazione di qualunque vegetale o pianta presente su quello specifico terreno.

È importante notare che l’inquinamento da fanghi tossici sembra non agire per via aerea. Il che significa che le zone contaminate restano circoscritte al terreno su cui è stato sparso il prodotto, ossia quel terreno da cui i vegetali e le piante hanno tratto il nutrimento per la crescita.

Elenco dei cibi a rischio per l’allarme fanghi tossici

In linea generale, i cibi più comunemente coltivati nelle aree colpite sono:

  • il riso (specialmente nella zona milanese, ma comunque in tutta l’area lombarda e anche quella piemontese);
  • il granoturco (che coinvolge piemonte, lombardia, veneto ed emilia del nord);
  • il frumento (coltivato in tutte le aree del Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia del nord);
  • altri cereali come l’orzo (che coinvolge soprattutto la Lombardia e l’Emilia);
  • alcuni legumi come i fagioli (specialmente in Piemonte e Lombardia);

Particolare attenzione va data anche al foraggio per animali, coltivato in tutte le aree colpite dallo scandalo ambientale.

Per di più, anche i pascoli (e quindi gli alimenti derivanti da animali delle aree in questione) potrebbero essere coinvolti. Sebbene non ci siano notizie ufficiali riportate dalle autorità, non è escluso alcunché sul possibile coinvolgimento di bestiame.

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