Afghanistan: quali risorse ci sono e perché non è facile sfruttarle

Violetta Silvestri

25 Agosto 2021 - 13:24

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Afghanistan terra di risorse minerarie preziose: quali sono le materie prime nascoste nella nazione dominata dai talebani? Il Paese è conteso per le sue ricchezze, ma sfruttarle non sarà facile.

Afghanistan: quali risorse ci sono e perché non è facile sfruttarle

L’Afghanistan, cimitero degli imperi ma culla di risorse minerarie preziose: così questo Stato viene definito da analisti ed esperti.

L’ultima amara pagina di storia della nazione lo conferma: USA sconfitti dai talebani dopo 20 anni di occupazione senza essere riusciti nell’intento della guerra e nuovi appetiti per accaparrarsi le materie prime (la Cina sarebbe già alla ribalta).

Cosa nasconde, dunque, il sottosuolo dell’Afghanistan e quali materie preziose attraggono le potenze globali? Dal rame al litio fino all’oro e all’uranio, il tesoro si presenta ricco.

Tuttavia, sfruttare le risorse afghane potrebbe essere una trappola e nascondere insidie per i nuovi colonizzatori.

Tutte le risorse minerarie dell’Afghanistan

L’Afghanistan è ricco di materie preziose e ricercate come rame, oro, petrolio, gas naturale, uranio, bauxite, carbone, minerale di ferro, terre rare, litio, cromo, piombo, zinco, pietre preziose, talco, zolfo, travertino, gesso e marmo.

Secondo valutazioni piuttosto generiche e non pienamente attendibili che si rincorrono nei media in questi giorni, il valore totale di questo tesoro potrebbe ammontare a 1.000 o addirittura 3.000 miliardi di dollari.

Tre le materie più in vista spicca innanzitutto il rame. Un rapporto del 2019 del Ministero delle miniere e del petrolio dell’Afghanistan ha stimato la presenza di quasi 30 milioni di tonnellate della risorsa.

Secondo lo stesso documento, ci sarebbero altri 28,5 milioni di tonnellate di rame nei giacimenti non scoperti. Ciò porterebbe il totale vicino a 60 milioni di tonnellate, per un valore di centinaia di miliardi di dollari a prezzi correnti man mano che la domanda del metallo cresce.

Da sottolineare che un consorzio di Metallurgical Corp of China e Jiangxi Copper ha assunto un contratto di locazione di 30 anni per il più grande progetto per lo sfruttamento di rame del Paese, Mes Aynak, nel 2008.

L’Afghanistan, stando al ministero della nazione, nasconderebbe anche 2,2 miliardi di tonnellate di minerale di ferro, materia prima per la produzione di acciaio, per un valore di oltre 350 miliardi di dollari agli attuali prezzi di mercato.

Gli USA nel 2010 descrivevano lo Stato afghano come l’Arabia Saudita del litio, anche se ad oggi non ci sono molte rilevazioni attendibili al riguardo.

Inoltre, il rapporto ministeriale di Kabul nel 2019 ha menzionato anche 1,4 milioni di tonnellate di minerali di terre rare, un gruppo di 17 elementi apprezzati per le loro applicazioni nell’elettronica di consumo e nelle attrezzature militari.

A queste risorse, si devono aggiungere petrolio e pietre preziose, in primis i lapislazzuli che possono raggiungere fino a $ 150 per carato.

Perché non è facile sfruttare le risorse afghane

C’è un gran dibattito sulla corsa degli stranieri, cinesi soprattutto, verso l’accaparramento dei minerali afghani.

Tuttavia, secondo alcune analisi, è assai semplicistico parlare di sfruttamento del suolo della nazione da parte delle potenze straniere.

Come ha sottolineato il Financial Times, infatti, innanzitutto è estremamente ottimistico immaginare che le risorse saranno più facili da estrarre con i talebani al potere.

Anche se le esigenze economiche potrebbero spingere i miliziani ad attrarre investitori, i problemi di logistica sarebbero importanti.

L’Afghanistan è una regione senza sbocco sul mare con una rete ferroviaria logora. L’estrazione di alcuni minerali, come il litio e i metalli delle terre rare, richiede una tecnologia sofisticata.

Le stime sul valore delle risorse possono trarre in inganno e tralasciano ingenti spese generali di produzione e spedizione.

Non solo, il costo del capitale deve anche tenere conto della volatilità politica. In Afghanistan la terra resta gestita da signori della guerra in lotta e dagli stessi talebani. Quest’ultimi arricchiscono le loro entrate anche dalle miniere, sottoposte a estorsioni e richieste di pizzo.

Non sarà semplice, quindi, arrivare in Afghanistan e prendere “accordi” con i talebani per risorse appetibili come rame e litio.

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