Prezzo della benzina, scoperte frodi e speculazioni miliardarie. Qualcuno ha approfittato del rialzo delle accise?

Giacomo Andreoli

14 Dicembre 2022 - 16:46

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Negli ultimi tre mesi la Guardia di finanza ha scoperto diverse frodi su accise e Iva della benzina. Sono poi in corso controlli anti-speculazione dopo il rialzo del prezzo causato dal governo Meloni.

Le speculazioni e le frodi sul prezzo della benzina solo negli ultimi tre mesi sono valse quasi un miliardo di euro. A scoprire il giro d’affari e fermare gli illeciti è stata la guardia di finanza, in prima linea contro chi si “approfitta” dell’attuale crisi energetica per alzare ancor di più i prezzi e non pagare le tasse dovute.

Le manovre speculative sul prezzo finale sono presenti fin da marzo e riguardano innanzitutto a livello internazionale il sistema di formazione del prezzo della benzina e degli altri carburanti. Ci guadagnano quindi i trader del mercato dell’energia, che spesso scommettono sul rialzo tramite i contratti derivati, mentre le raffinerie di petrolio segnano profitti alle stelle. A tutto questo, poi, si sommano i comportamenti fraudolenti di alcuni operatori e distributori, in tutta Italia.

Quello che sta facendo il corpo militare è fondamentale per non rischiare di vanificare gli sforzi fatti finora dal governo italiano nell’affrontare la crisi energetica, riducendo gli effetti deleteri per famiglie e imprese. Ora, però, la speculazione potrebbe essere più in agguato che mai dopo l’aumento delle accise, con il taglio del corrispettivo sconto da 30,5 a 18,3 centesimi.

Prezzo della benzina, quali speculazioni ci sono state?

Quanto alle speculazioni su ampia scala sicuramente in primavera alcune società di raffinazione o importazione del petrolio hanno raddoppiato o addirittura triplicato il costo della commissione di intermediazione per la rivendita al distributore.

Dall’inizio dell’anno, poi, la Guarda di finanza è intervenuta quasi 5mila volte nei distributori statali, constatando 2.525 volte un’avvenuta violazione sulla disciplina dei prezzi. Ma le frodi avvengono lungo tutta la filiera della produzione e della distribuzione, in tutti gli impianti che producono, commercializzano, posseggono o utilizzano prodotti energetici.

Per questo è stato messo in piedi un sistema di monitoraggio e tracciamento dei flussi finanziari assieme alla polizia. Oltre a questo la guardia di Finanza si è avvalsa della collaborazione con l’Antitrust, il ministero delle Imprese e del Made in Italy e il Garante per la sorveglianza sui prezzi al consumo.

Qualche distributore si è approfittato del rialzo delle accise?

Dopo l’ultima riduzione delle accise, poi, visto il rischio di alcuni distributori che se ne approfittano per alzare ancor di più il costo della benzina e guadagnare più del dovuto, il corpo militare ha attivato una sorveglianza speciale. Sono infatti state diramate ai nuclei territoriali una serie di istruzioni specifiche, con particolare attenzione ai dati comunicati delle giacenze fisiche e contabili.

Vengono quindi controllati i prezzi comunicati al ministero delle Imprese e la corrispondenza tra gli importi pubblicizzati e quelli effettivamente praticati alla pompa di benzina. In questo modo la guardia di finanza spera di trovare chi eventualmente ha lucrato sulle scorte di prodotto acquistate quando le riduzioni d’imposta erano più alte.

In questo caso scatterebbero subito degli accertamenti. I reati sarebbe quelli di rialzo fraudolento dei prezzi, manovre speculative sulle merci e manovre lesive della concorrenza.

Benzina, dal 2015 a oggi frodi in aumento

Le frodi sulla benzina e gli altri carburanti, in ogni caso, sono in crescita costante da anni. Secondo l’ultima Nadef, il tax gap sulle accise, cioè la differenza tra le tasse dovute e quelle effettivamente versate, è passato dai 924 milioni del 2102 agli 1,7 miliardi del 2020. Un aumento dell’86% e il dato quest’anno sarà molto probabilmente ancora in crescita.

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