9 farmaci già in commercio potrebbero curare il Covid: quali sono

Jared Magistrati

12 Settembre 2021 - 21:35

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Gli esperti lavorano su nuovi farmaci che potrebbero curare dal Covid. Ma non è da escludere che anche dei medicinali già in commercio potrebbero funzionare.

9 farmaci già in commercio potrebbero curare il Covid: quali sono

Non solo vaccini: ci sono ben nove farmaci che potrebbero curare dal Covid. E c’è un aspetto importante da considerare: questi sono già in commercio.

Il Covid è al vertice delle emergenze in tutto il globo da ormai più di un anno e mezzo e sembra aver sempre un asso nella manica per continuare a proliferare nonostante vengano ideate nuove soluzioni per affrontarlo.

Con queste premesse sotto gli occhi di tutti, mai ci saremmo potuti immaginare che i potenziali nostri migliori alleati nella lotta contro il Covid, avrebbero potuto essere dei semplici e comuni farmaci da banco.

Ci sono dei farmaci in commercio che possono curare dal Covid?

Esistono 9 farmaci in commercio - quindi già approvati dall’Fda - che sono attualmente in corso di verifica da parte dei ricercatori dell’Università di Manchester, con il fine di testarli contro il Covid.

Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, questi 9 semplici farmaci si sono mostrarti in grado di bloccare la diffusione e la replica del Sars-Cov-2 nelle cellule umane.

Chiaramente non si tratta di dati completi e gli studi non sono ancora terminati, ma è già chiaro che si tratti di scoperte sensazionali, tanto da meritarsi un posto d’onore in “Plos Pathogens”, una prestigiosa rivista medica di libero accesso. È tra le pagine di quest’ultima che il nostro ISS ha scelto di pubblicare anche un suo studio riguardo al ruolo che l’interferone svolge nel prevenire e bloccare lo sviluppo della malattia da Covid-19.

L’idea di rivalutare vecchi farmaci non toglie l’obiettivo fondamentale di proseguire nella ricerca di nuove soluzioni sul fronte farmaceutico, perché - come affermato dal direttore della prevenzione del Ministero della Salute Giovanni Rezza - i vaccini sono utili per evitare di affilare gli ospedali e ridurre al minimo i danni, ma per raggiungere la cosiddetta immunità di gregge occorrerà impegnarsi sotto diversi fronti. Giovanni Rezza avverte che la guerra si vincerà solo attraverso cure in grado di bloccare il virus già dal momento in cui entra nel nostro organismo, superando i limiti dei monoclonali.

Quali sono i farmaci sotto esame?

Si parla di 9 farmaci perché tra tutti quelli appartenenti a una categoria simile e con componenti accomunabili esaminati dai ricercatori di Manchester, solo questi ultimi hanno dimostrato di essere in grado di placare il virus sul nascere.

Per eseguire i vari studi hanno utilizzato una versione del Sars-Cov-2 “etichettato” con un enzima luminescente per quantificare la carica virale delle cellule umane infettate, messe poi in contatto con i farmaci in questione, nove dei quali appunto hanno bloccato la replicazione del virus.

Due di questi farmaci sono antimalarici:

  • Aamodiachina, che in alcune parti del mondo si vende a meno di un euro al pezzo;
  • Atovaquone, che costa invece 48 euro.

Oltre a questi troviamo:

  • Un anti micobatterico chiamato Bedaquilina, in passato un ottimo alleato contro le forme più gravi di tubercolosi e che la Johnson&Johnson (azienda proprietaria di un vaccino anti Covid), ha deciso di vendere a solo un euro e mezzo la pillola.
  • Un altro farmaco tra i “fantastici 9” è l’Ebastina, un antistaminico che veniva impiegato come trattamento di alcune forme allergiche (rinite e congiuntivite allergica).
  • Il quinto candidato è un antipertensivo chiamato Manidipina.
  • Poi c’è il Panobinostat utilizzato per il trattamento del mieloma multiplo.
  • A seguire troviamo il Methanesulfonate e l’Abemaciclib, medicinali adoperati per contrastare lo sviluppo di alcune forme di cancro.
  • In ultimo, ma non per importanza, abbiamo la classica vitamina D, normalmente assunta da chi ne ha carenza nell’organismo. In questo studio emerge come potenziale supporto nel contrasto alla diffusione del virus.

C’è speranza per il futuro di questi farmaci?

Non sono solo i farmaci monoclonali del passato a destare interesse nella comunità scientifica: non bisogna dimenticare che questa tipologia di farmaco è in continua evoluzione e produzione.

Non si può quindi escludere l’arrivo di una soluzione definitiva proveniente dal progresso della ricerca su nuovi medicinali. Intanto, la Commissione europea ha dichiarato che entro ottobre stilerà una lista di almeno 10 potenziali nuove terapie, quattro delle quali a base di anticorpi monoclonali, e si parla anche di un immunosoppressore, tutti presi sotto esame dell’Ema.

I ricercatori impiegati nello studio affermano:

“Gli alti costi e i lunghi tempi di approvazione associati allo sviluppo di nuovi farmaci rendono la riproposta di quelli esistenti per il trattamento di malattie comuni o rare un’idea sempre più attraente”.

È evidente però che per arrivare a una soluzione concreta occorrerà effettuare studi più approfonditi, ed è per questo che bisogna rammentare che al momento l’unica soluzione fondata e sicura sono i vaccini.

Il miglior candidato per ora è Molnupiravir, che nei test sull’uomo, attraverso l’assunzione di due pillole al giorno per cinque giorni ha mostrato di poter eliminare il virus dal tratto rinofaringeo dove è solito depositarsi.

I test iniziali finora condotti su persone affette da Covid, denotano chiari benefici clinici. Basti pensare che prima 29 pazienti su 30, e poi 84 su 90, sarebbero guariti dalla malattia in meno di cinque giorni. Se alla fine degli studi il farmaco dovesse aver superato tutte le prove potrebbe essere reso disponibile al pubblico già durante il 2022.

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