Superbonus 110%, il governo chiude: “Non tornerà mai più”, cosa succede adesso?

Giacomo Andreoli

17/03/2023

17/03/2023 - 14:51

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Secondo il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, “la stagione del Superbonus al 110% ha generato 120 miliardi di debito e non tornerà più”. Intanto si moltiplicano i problemi tra i cantieri.

Superbonus 110%, il governo chiude: “Non tornerà mai più”, cosa succede adesso?

La stagione del Superbonus al 110% non tornerà più”. A dirlo è il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che nonostante la prima approvazione della direttiva europea sulle Case green, che costringerebbe ai lavori di efficientamento energetico in almeno 1,8 milioni di edifici italiani entro il 2030, chiude a un allargamento degli incentivi.

Al momento il governo ha bloccato la cessione del credito e lo sconto in fattura per tutti i bonus edilizi e ha ridotto il Superbonus al 90%. Secondo il titolare di Via XX Settembre, l’esecutivo è dovuto “intervenire d’urgenza per mettere in sicurezza i conti dello Stato ed evitare che nuovi illusi venissero attratti dalla trappola dello sconto in fattura, perché il meccanismo della super agevolazione sui lavori edilizi ha generato 120 miliardi di debito maturato, che lo Stato dovrà pagare”.

Superbonus, tutte le scadenze del 2023

In questo modo Giorgetti ha per ora chiuso ad ogni proroga della data del blocco di cessione del credito e sconto in fattura, anche per chi ha redditi bassi. Quanto a chi ha già avviato i lavori, invece, che usufruiscono ancora di cessione e sconto, qualcosa potrebbe cambiare in questi giorni.

Al momento lo sconto totale al 110% si potrà usare, per chi ha presentato l’apposita documentazione nel 2022, fino al 31 marzo 2023 per le villette, fino alla fine del 2023 per i condomini e le cooperative edilizia, con cessione o sconto se già formalizzati nel 2022. Chi al contrario avvia oggi i lavori può usufruire di un incentivo al 90% con la sola detrazione in dichiarazione dei redditi. Dal 2024, poi, lo sconto scenderà al 70% e scomparirà per le villette.

Perché il governo Meloni non prorogherà il Superbonus al 110%

Secondo il ministro dell’Economia “non potevamo procrastinare un solo giorno di più” sullo stop a cessione del credito e dello sconto in fattura, mentre sarebbe giusto il meccanismo di decalage per riportare il Superbonus sulla scia dell’ecobonus e degli altri bonus casa nei prossimi due anni.

Giorgetti ha infatti detto che crediti di imposta nella misura di 60 miliardi di euro all’anno, che si rifletteranno in 120 miliardi di euro di minori incassi per lo stato spalmati sino al 2026, “sono numeri insostenibili per il bilancio dello Stato”.

Bonus edilizi, cosa può cambiare per le villette

Il governo, ha proseguito però il ministro, “è aperto al confronto per un secondo tempo sostenibile del meccanismo della cessione del credito. In futuro però le nuove agevolazioni dovranno camminare su solide gambe che tengano conto delle nuove regole di contabilità”.

L’esecutivo ragiona su una proroga per le villette, dove i lavori sono già in fase avanzata fino al 30 giugno. E poi pensa allo sblocco dei crediti per compensazione.

Stop al Superbonus, caos nei cantieri italiani

Nel frattempo, però, tra i cantieri italiani c’è ancora il caos, tra crediti incagliati nei cassetti fiscali delle banche e imprese che non riescono o non vogliono onorare gli impegni, mettendo in difficoltà i cittadini che hanno avviato i lavori in casa.

Sono centinaia le testimonianze arrivate a Il Fatto Quotidiano sui problemi con i lavori finanziati dal Superbonus, per le carenze della misura a cui è seguito lo stop del governo Meloni, senza ancora una risoluzione definitiva del caos sui crediti bloccati.

Ci sono così esempi di chi ha pagato 200mila euro di lavori per una casa che ne vale 50, anticipando i soldi, senza possibilità di riprenderli. Ha messo il denaro e non riesce a riprenderlo chi sperava di cedere il credito a Poste Italiane, che invece ha chiuso a questa possibilità lo scorso 7 novembre e non ha più riaperto i propri cassetti fiscali: da qui centinaia di “esodati” che rischiano di perdere un’annualità di sconto fiscale in attesa di trovare una banca che accetti di caricarsi il debito con lo Stato.

Ci sarebbero aziende, poi, che secondo le testimonianze di diversi cittadini, dopo l’approvazione del decreto con lo stop a cessione del credito e sconto in fattura hanno chiesto ai condomini o proprietari di villette di tirare fuori migliaia di euro da un giorno a un altro per “i tagli effettuati dal governo”. Per non parlare delle migliaia di rallentamenti e blocchi di cantiere avvenuti negli ultimi mesi in tutta Italia.

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