Fringe benefit, cos’è il bonus da 3mila euro in busta paga: chi può ottenerlo e come si chiede

Giacomo Andreoli

14/11/2022

15/11/2022 - 16:43

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Il governo Meloni ha deciso di alzare a 3mila euro la soglia dei cosiddetti “fringe benefits”, che potranno essere usati per spesa, bollette e servizi convenzionati: come si ottengono?

Fringe benefit, cos’è il bonus da 3mila euro in busta paga: chi può ottenerlo e come si chiede

Fringe benefit. Se ne parla da giorni oramai, dopo la decisione del governo Meloni di alzarne la soglia su cui non si pagano le tasse da 600 a 3mila euro. Una sorta di nuovo bonus in busta paga a dicembre, quindi, per pagare le bollette, fare la spesa, coprire alcune visite mediche o comprare elettrodomestici convenzionati. Ma di cosa si tratta esattamente? E chi può ottenerli?

La decisione dell’esecutivo, intervenuto sul tema con il decreto Aiuti quater, non riguarda tutti i lavoratori ed è legata alla discrezionalità delle aziende. Sono infatti le imprese a concedere questi benefit aziendali, destinati al welfare, ai singoli lavoratori, senza l’obbligo di specificarne l’entità nei contratti (tranne per i metalmeccanici). Insomma: nessun vincolo per le società a dare questi aiuti ai propri dipendenti, ma se lo faranno saranno aumenti esentasse, quindi netti.

L’opzione è stata resa possibile fino alla fine dell’anno e non è chiaro se verrà rinnovata per il 2023 con la prossima legge di Bilancio. Vediamo nel dettaglio cosa sono i fringe e benefit e come eventualmente si fa “domanda” all’azienda per ottenerli.

Cosa sono i fringe benefit

I fringe benefit sono una misura di welfare aziendale che le aziende possono decidere di fornire ai loro dipendenti per aiutarli ad affrontare varie spese. Si tratta quindi di una sorta di voucher, generalmente utilizzati per pagare visite mediche, utilizzare auto aziendali, coprire abbonamenti ai trasporti locali, comprare alcuni beni convenzionati (come gli elettrodomestici) e da qualche mese anche per pagare le bollette di casa. Con la decisione del governo Meloni l’azienda può decidere di dare fino a 3mila euro al mese ai lavoratori senza pagare alcuna tassa.

La somma è stata quintuplicata rispetto al precedente intervento del governo Draghi, che aveva innalzato il tetto da 258,23 a 600 euro. Rientrano nella nuova soglia a 3mila euro su cui non si pagano le tasse le somme erogate entro il 12 gennaio 2023, ma nel caso delle utenze di gas, luce ed acqua, il bonus è valido solo per i consumi del 2022.

Chi può ricevere il bonus 3000 euro

In teoria possono ricevere il contributo dei fringe benefit tutti i lavoratori dipendenti e assimilati (come i collaboratori), indipendentemente dal reddito. Tuttavia, attualmente, sono poche le aziende in Italia che concedono questa agevolazione ai propri sottoposti. Secondo il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, la platea dei lavoratori coinvolti sarebbe circa del 17%, cioè circa 3 milioni di persone su 18 milioni totali. Non è detto, poi, che tutti loro ottengano l’aumento: il governo ha dato la possibilità alle aziende di scegliere se aumentare il contributo in busta paga, che tuttavia potrebbe anche restare uguale.

Fringe benefit, come fare domanda

Non c’è una vera e propria modalità per fare domanda e ricevere i fringe benefit. Sono le aziende che predispongono delle piattaforme telematiche o concedono delle carte ad hoc (come quella dei buoni pasto) dove viene erogato il voucher per la spesa specifica. Per il pagamento delle bollette, però, bisogna dimostrare di averle a carico effettivamente.

Le utenze di gas, luce ed energia elettrica, come chiarito dall’Agenzia delle Entrate, devono riguardare immobili ad uso abitativo posseduti o detenuti, “sulla base di un titolo idoneo, dal dipendente, dal coniuge o dai suoi familiari, a prescindere che negli stessi abbiano o meno stabilito la residenza o il domicilio, a condizione che ne sostengano effettivamente le relative spese”.

Sono rimborsabili le stesse spese anche se si vive in un condominio, ma serve autocertificare l’avvenuto pagamento. Stessa cosa per chi è in affitto e nel contratto è chiarito che, nonostante le bollette siano intestate al proprietario, deve pagarle il locatario. L’azienda deve quindi accertare la spesa (può farlo a campione nel caso dell’autocertificazione) e poi concedere il rimborso al proprio dipendente.

Bonus 3000 euro, perché sarà difficile ottenerlo

Attualmente sono per lo più i metalmeccanici ad avere i fringe benefit, perché li hanno inseriti nel loro contratto nazionale. Si tratta di un milione e mezzo di persone. Per le aziende che già hanno le piattaforme disponibili, poi, sarebbe semplice alzare la soglia di aiuto al lavoratore, mentre per le altre, soprattutto le pmi, è tutto più complesso. Il bonus è valido solo fino al 31 dicembre, quindi il tempo per predisporre da zero le piattaforme è pochissimo.

I sindacati, poi, segnalano che i lavoratori preferirebbero di gran lunga aumenti stabili di contratto, tramite il taglio del cuneo fiscale. Lo stesso vale per le imprese, con Confindustria che spinge per un nuovo intervento da destinare per un terzo alle società.

E ancora, secondo Emanuele Massagli, presidente di Aiwa, Associazione italiana per il welfare aziendale, l’allargamento dei fringe benefit e l’estensione al pagamento delle bollette rischierebbero di snaturare “il valore sociale del welfare aziendale, ovvero aiutare il lavoratore coprendo le spese per l’asilo nido e la scuola, il dentista, l’abbonamento del bus”. Della serie: i fringe benefit servono ad altro, mentre per il caro-vita e il caro-energia lo Stato deve prevedere interventi diretti e specifici.

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