Cartelle esattoriali, quali si ereditano e come tutelarsi

Patrizia Del Pidio

21 Maggio 2024 - 10:53

Le cartelle esattoriali possono essere ereditare da coniuge e figli del debitore defunto? Vediamo come tutelarsi dalla pretesa di pagamento.

Cartelle esattoriali, quali si ereditano e come tutelarsi

Le cartelle esattoriali si ereditano? Coniuge e figli rischiano di dover pagare le cartelle esattoriali del defunto? Quasi tutti i debiti rientrano nella successione ereditaria e se il defunto, quindi, aveva cartelle esattoriali non saldate queste ultime passano agli eredi.

Come per ogni cosa, però anche in questo caso esiste qualche eccezione e vi sono debiti che non ricadono sugli eredi, anche se ci sono cartelle esattoriali che ne richiedono il pagamento.

In questo articolo andremo a vedere come i debiti possono trasmettersi a coniuge e figli quando il debitore è ancora in vita, ma anche nel caso che venga a mancare e quali cartelle esattoriali devono essere saldate dagli eredi. Andremo a scoprire, inoltre, cosa devono fare i familiari del defunto con debiti per tutelarsi dalla pretesa di pagamento dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Coniuge e figli di un debitore cosa rischiano?

La legge italiana prevede che ognuno risponde dei propri debiti e non possono essere chiamati a saldare debiti contratti da un soggetto, fosse anche con il Fisco, eventuali coniugi, figli o altri familiari conviventi. Questi parenti non possono subire azioni esecutive da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossioni per debiti che ha contratto un congiunto. Lo stesso vale se i debiti provengono da tasse non pagate.

Il discorso cambia, però, se il debitore viene a mancare. In questo caso, infatti la maggior parte dei debiti si trasferiscono sugli eredi, a patto che accettino l’eredità. Anche in questo caso, però, sono previsti dei limiti.

Per ereditare i debiti del coniuge, genitore o parente defunto, però, è necessario accettarne l’eredità. Se non si accetta, infatti, nessuna richiesta di tipo economico può essere avanzata sui familiari del debitore. Il problema, però, deve essere ricercato proprio nell’accettazione dell’eredità che può essere anche tacita.

Accettazione dell’eredità, attenzione a quella tacita

Per accettare l’eredità di un congiunto che viene a mancare non è necessario solo recarsi presso il notaio. Esiste anche un’accettazione tacita che non tutti conoscono. Se un figlio, un coniuge o un familiare utilizza beni del defunto, li vende o fa un prelievo dal suo conto corrente, sta tacitamente accettando l’eredità: in questo caso, pur senza accettare esplicitamente l’eredità si diventa lo stesso eredi e, quindi, si devono onorare anche i debiti del de cuius e pagare, quindi, le imposte che non aveva versato.

Ci sono solo due modi per tutelarsi dai debiti del congiunto e per farlo, però, bisogna in ogni caso attenderne il decesso. Il primo modo è quello di rifiutare l’eredità per non far trasferire anche il debito. Il secondo modo è quello di optare per l’accettazione dell’eredità con il beneficio di inventario poiché in questo modo si risponde dei debiti del defunto solo con i beni del debitore stesso e non con il proprio patrimonio personale. Si tratta del modo migliore per poter trarre il maggior beneficio dall’eredità: se dopo il pagamento degli eventuali debiti, infatti, resta una parte del patrimonio se ne potrà beneficiare.

Quali cartelle esattoriali non vanno pagate dagli eredi?

Anche con l’accettazione dell’eredità, ci sono debiti che non ricadono sugli eredi. Le cartelle esattoriali che figli e coniuge del defunto non sono chiamati a pagare sono quelle riferite a:

  • multe stradali;
  • sanzioni amministrative;
  • sanzioni penali;
  • sanzioni tributarie (che rientrano nelle sanzioni amministrative).

La cosa a cui prestare molta attenzione, proprio in virtù della lista sopra riportata, è che ogni cartella esattoriale che va a recuperare una somma comprende anche una sanzione. L’erede che salda i debiti del de cuius, quindi, è chiamato a corrispondere la somma dovuta a titolo di tributo ma non la sanzione (quella che comunemente viene chiamata “mora”. Per non pagare la parte di cartella esattoriale che non gli compete l’erede dovrà presentare sia all’ente esattore che a quello titolare del credito una istanza di sgravio.

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