Marco Mori (CasaPound): “Pronti ad appoggiare chiunque proponga l’uscita dall’euro”

Alessandro Cipolla

28/02/2018

28/02/2018 - 16:17

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Intervista all’avvocato Marco Mori, candidato di CasaPound alle elezioni del 4 marzo: “C’è un paese da salvare dall’aggressione dell’alta finanza”.

Marco Mori (CasaPound): “Pronti ad appoggiare chiunque proponga l’uscita dall’euro”

Non si fida più di troppo della Lega Marco Mori, l’avvocato ligure candidato con CasaPound alle elezioni del 4 marzo e da sempre fervente oppositore della moneta unica, che comunque ribadisce la disponibilità da parte della tartaruga frecciata ad appoggiare chiunque proponga in Parlamento l’uscita dell’Italia dall’euro.

Per potersi sedere al tavolo delle trattative post voto CasaPound dovrà però superare la soglia di sbarramento del 3%, asticella questa che secondo Mori sarebbe alla portata tanto da auspicare una percentuale anche maggiore per il suo partito di quella necessaria per poter entrare in Parlamento.

La battaglia di CasaPound per la sovranità nazionale

Negli ultimi giorni si è fatto un gran parlare di un possibile appoggio di CasaPound a un governo guidato da Matteo Salvini, a patto però che il segretario della Lega ponga come primo punto programmatico l’uscita dell’Italia dall’euro.

Abbiamo voluto intervistare quindi Marco Mori, uno dei più duri critici verso la moneta unica che domenica 4 marzo sarà in corsa per un posto alla Camera proprio tra le fila di CasaPound.

Avvocato, dopo la candidatura come autonomo alle amministrative di Genova dello scorso anno il prossimo 4 marzo alle politiche sarà presente tra le fila di CasaPound. Come è nata questa unione?

È nata dal fatto che CasaPound è l’unico partito che riprendeva al pari il mio programma. In loro ho trovato le mie stesse posizioni espresse in Riscossa Italia ma con una struttura organizzativa all’avanguardia e che consente di poter andare a dire la nostra. Per entrare in CasaPound non ho davvero modificato una virgola di quello che dicevo prima, sono d’accordo al 100% con il loro programma e quindi possiamo dire che è un connubio perfetto.

Vede possibile la formazione di un governo nettamente favorevole all’uscita dall’euro?

Simone Di Stefano è stato molto chiaro: se Salvini dovesse rinsavire allora un appoggio esterno, quindi senza poltrone, di CasaPound a un governo che avesse nel programma l’uscita dell’euro ci potrebbe essere. Questo è un punto fermo. Se domani mattina Laura Boldrini volesse uscire dall’euro pure a lei daremmo il nostro appoggio. La priorità assoluta del paese è il riscatto della sovranità e dunque chiunque è folgorato sulla via di Damasco e decidesse di ridarci sovranità, per forza di cose non vedrebbe mai contro i parlamentari di CasaPound. Alla fine però Berlusconi ha rinunciato alla guerra all’euro nel 2011 quando aveva i mezzi per farlo e non vedo perché dovrebbe farlo ora, in più parla anche di Draghi o Tajani premier… e Salvini si dice pure d’accordo. La Lega ha radicalmente abbandonato la battaglia contro l’euro, ecco perché sono giuste le parole di Di Stefano quando dice che Salvini dovrebbe rinsavire.

Salvini comunque di recente è stato abbastanza chiaro, per lui non si potrebbe uscire di colpo dall’euro ma solo rinegoziare con l’Europa.

Hai ragione, bisogna specificare però che tecnicamente uscire dall’euro con un’azione lenta e ponderata attraverso accordi in sede europea è impossibile. Questo perché l’Europa tiene un fucile puntato alla nostra tempia, con l’euro che agisce non tanto come moneta ma come vera forza di occupazione nel nostro paese, è un po’ come avere l’esercito nemico in casa… Una volta la Lega diceva che si deve uscire unilateralmente e subito dall’euro, posizione questa che è anche la nostra, ma ora hanno cambiato opinione. L’uscita dall’euro comunque va preparata in anticipo soprattutto con un piano industriale organico e con la nazionalizzazione completa del settore bancario. Queste sono tutte misure che il Centrodestra non ha mai sognato di fare, con loro quindi è impossibile uscire dall’euro.

La proposta di CasaPound prevede uno strappo drastico, in particolare con la nazionalizzazione del sistema bancario italiano in toto. Quali pensa che possano essere le reazioni da parte degli altri paesi a una mossa di questo genere?

Io mi augurerei in linea di principio una certa spinta emulativa. Contrariamente a quello che si crede, nel mondo in generale c’è un fortissimo astio per questi poteri economici ormai diventati così forti da essere ovunque poteri politici. Quello che manca è un grande paese che possa far vedere al mondo intero che un’altra via è possibile. Io non vedo un paese migliore dell’Italia per portare avanti questa battaglia per provare a cambiarlo veramente questo mondo in senso positivo.

In varie interviste ha parlato di diverse figure dello Stato, tra cui il presidente della Repubblica, come soggetti eversivi che dovrebbero essere sottoposti a processo. Ritiene che sia plausibile un effettivo ribaltamento politico per cui questi processi potrebbero veramente avere luogo?

Dal punto di vista giuridico cedere sovranità è reato. Nel 2006 il Centrodestra a fine legislatura dovette modificare la rubrica dei delitti contro la personalità giuridica dello Stato proprio per evitare di ritrovarsi in condizione di rischio dal punto di vista penale. La riforma ha reso più difficile perseguire questi reati ma non impossibile perché altre norme non sono state toccate. Questi processi potranno aprirsi quando inizierà a cambiare il vento e ci sarà una certa consapevolezza di ciò che è stato fatto e allora credo che i traditori della Patria saranno anche processati. Riguardo il Presidente Mattarella sono stato molto duro. Questo è avvenuto dopo che lui, il tutto è agli atti sul sito del Quirinale dove c’è il discorso e il video, ha invitato al Quirinale gli esponenti della Commissione Trilaterale che è un soggetto dell’alta finanza che nel programma si propone di influire sui programmi dei governi e quindi è eversivo. In quel contesto Mattarella li ha elogiati ed è una cosa gravissima perché il luogo del dibattito democratico è il Parlamento, è stata una sorta di resa della Repubblica al potere finanziario.

Come commenta la candidatura di Bagnai con la Lega insieme a Borghi?

A questo punto li giudicheremo dopo il 4 marzo sulla base di azioni concrete. Borghi ha fatto anche lui una inversione di marcia rispetto a quello che diceva prima, ha anche rinnegato tutta quella strategia di uscita dall’euro che lui stesso aveva previsto quindi nutro poche speranze su di lui. Riguardo a Bagnai invece è tutto da vedere perché ha delle posizioni molto più apprezzabili non essendo mai stato un liberista, con la sua candidatura che potrebbe essere letta come un tentativo di avere quella visibilità che prima non aveva. Lui potrebbe utilizzare la Lega come una sorta di Cavallo di Troia per arrivare poi al suo partito.

In passato lei ha definito il PD come un partito di destra, fascista e xenofobo, aggettivi questi che spesso vengono riferiti anche a CasaPound.

CasaPound è l’unico partito che ha un programma per portare al riscatto e all’emancipazione dell’Africa dal giogo delle multinazionali. Anche loro hanno bisogno di recuperare la loro sovranità per poter prosperare. Per quanto riguarda il PD è nei fatti che abbia portato avanti le peggiori politiche liberiste contro i lavoratori e la famiglia, soltanto per servire gli interessi dei grandi gruppi economici e finanziari. Nel PD di sinistra non c’è niente: è il partito del Jobs Act, della abolizione dell’Articolo 18 e dei piaceri alla Banche. Se vogliamo vedere la vera sinistra dobbiamo pensare a un Marco Rizzo o a CasaPound che rifiuta le definizioni di destra e sinistra e che per quanto riguarda le politiche economiche e sociali è sicuramente molto più a sinistra di tutti gli altri. Infine il PD è razzista e xenofobo contro i poveri, che sono colpevoli e devono sparire pensando solo al grande capitale. Oggi la vera forma di razzismo è questa: il ricco contro il povero.

L’obiettivo di CasaPound è quello di superare la soglia di sbarramento, se dovesse riuscirci quali azioni concrete potremmo aspettarci nell’arco della legislatura?

All’opposizione in un sistema del genere sarà molto difficile poter proporre qualche cosa che venga esaminato. Potremmo proporre l’uscita dall’euro, dall’UE, il Mutuo Sociale o il Reddito di Natalità, ma anche se presentate con proposte di legge organiche molto probabilmente non verrebbero nemmeno prese in considerazione. Quello che certamente faremo è un’opposizione feroce, dove qualora in Parlamento ci saranno ulteriori tentativi di cedere la nostra sovranità nazionale CasaPound farà letteralmente le barricate. Questo non significa uno scontro fisico, ma denunciare alla Procura della Repubblica o ricorrere anche a procedimenti previsti dal Codice di Procedura come l’arresto in flagranza anche da parte del privato cittadino di chi cede sovranità nazionale. Riguardo la soglia di sbarramento la sensazione è ottima, ovunque ci muoviamo c’è molto interesse. Io spero non solo nel superamento del 3% ma in un risultato davvero ampio che consenta a una grossa pattuglia di CasaPound di entrare in Parlamento. Più saremo e più potremo dare battaglia per ridare dignità a questo paese martoriato.

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