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Atti di sottomissione Copertina flessibile – 30 settembre 2021
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa304 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreNN Editore
- Data di pubblicazione30 settembre 2021
- Dimensioni22.2 x 1.6 x 14.2 cm
- ISBN-13979-1280284204
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Dettagli prodotto
- ASIN : B0948GSZ6F
- Editore : NN Editore (30 settembre 2021)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 304 pagine
- ISBN-13 : 979-1280284204
- Peso articolo : 340 g
- Dimensioni : 22.2 x 1.6 x 14.2 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 62.013 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
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Atti di (auto)distruzione o, come nel titolo originale, di disperazione.
La sottomissione, la volontaria umiliazione, la precisa scelta di relazioni tossiche sono tutte conseguenze dell’odio verso se stessi, che sta a fondamento di questa spietata narrazione. Spietatamente lucida nel guardarsi dentro.
La protagonista racconta di sé gli aspetti peggiori e così facendo, attraverso la scrittura, ne prende le distanze, avvia il processo di guarigione. Così almeno si augura chi legge, al momento del congedo.
La citazione di Laing, che testimonia della ragazzina terrorizzata a percepire dentro si sé un potenziale distruttivo pari alla bomba atomica, rende bene l’idea di come esplorare i territori oscuri della propria interiorità assomigli a un viaggio iniziatico verso gli inferi. E Nolan qui non si (e ci) risparmia i dettagli di questo viaggio. L’eccitazione terrorizzata, l’attrazione per la pura bellezza e il puro vuoto. Quando l’altro è tutto e noi siamo niente. Quando il sacrificio di sé sembra il giusto riscatto dal disgusto di sé.
Gli eccessi sono semplicemente il modo in cui la narratrice riesce a sentirsi viva.
Faulkner (cit) giustificava l’abbrutimento totale nell’alcol con una sola piccola frase: lo faccio perché mi piace. Allo stesso modo Megan si fa carico della propria scelta. È così perché voglio che sia così. Perdermi è la strada che ho scelto per sentirmi.
Quanto possiamo rispecchiarci qui, o trovare lo specchio di qualcuno che conosciamo, quanto ci riguardano queste parole, queste esperienze, anche se non le abbiamo fatte, o se le abbiamo solo dimenticate e sepolte, quanto Megan siamo noi, possiamo sperimentarlo solo lasciandoci portare via da questo viaggio incalzante e appassionante. Un vortice al quale arrendersi. Perché una volta toccato il fondo non si può fare altro che risalire.
Atti di sottomissione parla proprio di questo: della volontaria umil!azione, del sentirsi una donna usa e getta, dell’odi0 verso se stessi.
La protagonista é vittima di vari tipi di dipendenza: l’alc0ol, che usa per relazionarsi agli altri; il cibo, che usa per premiarsi o per pun!rsi; l’amore, di cui necessita per sentirsi vera e reale.
Acts of desperation, il titolo originale, risulta calzante per questo rapporto, descrivendo la fusione dei bisogni t0ssici dei due protagonisti, che hanno bisogno l’uno dell’altra per affermare il proprio io.
⏳ Attuando un processo di guarigione, che poi é l’obiettivo stesso dello scrivere, la protagonista cerca un riscatto dal disgust0 del sé, per elevare la sua esperienza, rendendola parte di un percorso più ampio.
Ne ho ammirato la forza e l’audacia. Allo stesso tempo, Atti di sottomissione mi é sembrato qualcosa di già letto. La protagonista, forse cercando di rendere la sua esperienza universale, é completamente spersonalizzata; empatizzare con lei dovrebbe essere facile, invece a tratti risulta molto complicato. Le sue riflessioni non arrivano al cuore quanto i fatti, più disturb4nti che altro, e i motivi reali che la spingono a questo stile di vita sono poco indagati: lo scavo non é profondo, ma rimane più che altro in superficie.
“Mi raggomitolavo e mi nascondevo per dire che ero niente, ed ero felice di essere niente se il niente era ciò che più lo soddisfaceva. Se il niente era il minore dei guai, allora lo sarei stata, e con gioia. Sarei stata completamente vuota e immobile se era quello che voleva, o rumorosa quanto bastava per riempire i suoi silenzi. Sarei stata vigorosa e vitale se si annoiava, e quando si fosse stancato, sarei diventata prosaica e noiosamente utile come le posate. Non gli chiedevo amore. Non volevo che guardasse nella mia direzione e mi vedesse; perché non c'era niente che potevo affermare di essere.”
Recensito in Italia il 2 marzo 2023
Atti di sottomissione parla proprio di questo: della volontaria umil!azione, del sentirsi una donna usa e getta, dell’odi0 verso se stessi.
La protagonista é vittima di vari tipi di dipendenza: l’alc0ol, che usa per relazionarsi agli altri; il cibo, che usa per premiarsi o per pun!rsi; l’amore, di cui necessita per sentirsi vera e reale.
Acts of desperation, il titolo originale, risulta calzante per questo rapporto, descrivendo la fusione dei bisogni t0ssici dei due protagonisti, che hanno bisogno l’uno dell’altra per affermare il proprio io.
⏳ Attuando un processo di guarigione, che poi é l’obiettivo stesso dello scrivere, la protagonista cerca un riscatto dal disgust0 del sé, per elevare la sua esperienza, rendendola parte di un percorso più ampio.
Ne ho ammirato la forza e l’audacia. Allo stesso tempo, Atti di sottomissione mi é sembrato qualcosa di già letto. La protagonista, forse cercando di rendere la sua esperienza universale, é completamente spersonalizzata; empatizzare con lei dovrebbe essere facile, invece a tratti risulta molto complicato. Le sue riflessioni non arrivano al cuore quanto i fatti, più disturb4nti che altro, e i motivi reali che la spingono a questo stile di vita sono poco indagati: lo scavo non é profondo, ma rimane più che altro in superficie.
“Mi raggomitolavo e mi nascondevo per dire che ero niente, ed ero felice di essere niente se il niente era ciò che più lo soddisfaceva. Se il niente era il minore dei guai, allora lo sarei stata, e con gioia. Sarei stata completamente vuota e immobile se era quello che voleva, o rumorosa quanto bastava per riempire i suoi silenzi. Sarei stata vigorosa e vitale se si annoiava, e quando si fosse stancato, sarei diventata prosaica e noiosamente utile come le posate. Non gli chiedevo amore. Non volevo che guardasse nella mia direzione e mi vedesse; perché non c'era niente che potevo affermare di essere.”
Mi è piaciuto moltissimo, sia per il tema toccante, ma anche perché è molto scorrevole, è difficile smettere di leggerlo. Consigliato!
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Attendo il prossimo con impazienza
Finale poco sviluppato purtroppo